CITAZIONE (andre.fumetto @ 30/1/2023, 00:09)
Ciao Omar, dire che è sconfortante è poco e le ragioni sono molteplici, da ricercare nella società, nella scuola e nell'educazione familiare, la maggior parte
degli adolescenti e dei giovani è attratta da altre cose, la storia, anche la più recente come l'avvento del fascismo, la guerra, la resistenza, non rientra nei loro principali interessi . Fabio ( sassaroli) aveva scritto in un commento precedente :
"Teniamo bene in mente il passato per non replicare gli stessi orrori oggi." purtroppo sta succedendo il contrario e i risultati si vedono a nostre spese.
La scuola no, per favore. E' probabilmente ancora uno degli ultimi avamposti in cui si cerca di parlare dell'olocausto ai giovani.
Tanto più ci si allontana storicamente da un evento tragico, tanto maggiore è la distanza empatica che la società interpone. Restano singole persone più attente e partecipi, ma per una predisposizione di sensibilità personale. Io ho due bambine (di 10 anni) in classe che sono rimaste molto colpite dai racconti che ho fatto, dalla storia di A.Frank, dalle foto dei campi di stermino, ecc. Probabilmente da grandi saranno tra le poche persone ancora sensibili al tema.
A livello collettivo e sociale è come se le varie ricorrenze venissero vissute come vuoti momenti di protocollo. Il 99% di chi visse in prima persona quegli avvenimenti non è più tra noi, le nuove generazioni sono interessate all'oggi, nemmeno al futuro talvolta pensano, figuriamoci al passato, che viene percepito come morto, inutile, polveroso.
Del resto... anche noi non possiamo certo dirci coinvolti emozionalmente con le stragi di eretici compiute dalla Chiesa secoli fa, o con lo stermino delle popolazioni americane dopo l'arrivo degli Europei.
Quando ero bambino era ancora vivissimo il ricordo nei nostri nonni. Era vivo Primo Levi, che però già negli anni Ottanta sentiva crescere l'indifferenza verso le sofferenze di cui lui era stato testimone e vittima.
Oggi poi si sta diffondendo un atteggiamento cinico verso la sofferenza altrui, atteggiamento che nasce forse come modalità di difesa, ma che sfocia poi spesso in una indifferenza del tutto simile a quella dei normali cittadini tedeschi che appoggiavano silenti le atrocità naziste.