Ho scoperto Neal Adams con il meraviglioso e insolito albo speciale "Superman vs Muhammad Ali", un progetto fortemente voluto dal disegnatore e che di fatto rappresenta il suo primo e quasi unico cimento con l'Uomo d'Acciaio in una storia d'ampio respiro, nonostante l'avesse disegnato innumerevoli volte sulle sue epiche copertine, che spesso da sole valevano l'acquisto dell'albo. Quelle copertine che lo hanno reso famoso, così d'impatto e così ammirate che probabilmente furono uno dei principali fattori che consentirono alla DC di sopravvivere all'ondata Marvel di quegli anni.
Eppure ad Adams disegnare le cover non piaceva granché: spesso si trattava di lavori richiesti all'ultimo momento, da realizzare frettolosamente e che richiedevano uno sforzo di fantasia per attirare il lettore. Ha spesso detto di non essere particolarmente entusiasta di alcuni di quelle immagini, per questo motivo, riportando la famosissima copertina di Superman #233 - forse la più famosa in assoluto del Kryptoniano e simbolo dell'inizio della
bronze age - come uno dei suoi peggiori lavori, fatta in modo sbrigativo, priva di senso e con un paio di marchiani errori anatomici.
Ne disegnò persino una alternativa, pubblicata qualche anno dopo, quasi a scusarsi: non serviva, la sua "copertina orrenda" era comunque entrata nella storia per restarci.
Effettivamente, bisogna leggere le storie disegnate da questo colosso del disegno per apprezzare veramente la sua maestria nelle anatomie, nei chiaroscuri plastici, nella costruzione delle scene. Ogni vignetta è una copertina.
Sfogliatevi una delle innumerevoli ristampe di Batman #251, un altro numero storico, con una copertina meravigliosa e famosissima, questa volta perfetta e riuscita, ma che impallidisce di fronte al magistrale lavoro fatto all'interno.
Non c'è una sola pagina che non sia perfetta, alcune addirittura iconiche: se la storia oggi forse si perde tra le innumerevoli sul Joker (ridefinito proprio in quell'occasione) che sono state scritte dopo, i disegni no, 50 anni dopo lasciano ancora a bocca aperta. Adams sembra dire "questa è la storia di Batman che avrei sempre voluto disegnare" e i risultati si vedono: non solo l'immagine di Batman, ma anche quella del Joker sono rimaste un riferimento per questi personaggi almeno fino a metà degli anni '90.
Ci mancherà.
Attached Image: S233