Super Black

Questa testata dell'Ediperiodici dall'esistenza brevissima, vagamente ispirata al film del 1971 Shaft il detective, pur caratterizzandosi per il ritmo velocissimo, non è certo chissà cosa, ed i titoli di due avventure su cinque, con l'epiteto più frequente delle storie in bella mostra, potranno ben fare inarcare qualche sopracciglio.

È però interessante che i protagonisti se ne fregino con spregiudicatezza e vanto, come talvolta accade con i termini negativi abbracciati consapevolmente per trasformare uno stigma in forza identitaria.

Alla fine della giornata è un personaggio positivo, anche se l'ambientazione tipica della "blaxploitation" (cfr. Wikipedia, ma anche il notevole post di Billy Bis qui da noi) era ripresa molto approssimativamente (l'iperdocumentazione era di là da venire, fosse proprio nel più ampio genere dei fumetti per adulti italiani); ma forse proprio questa assimilazione ai classici personaggi d'avventura, paradossalmente, lo rendeva meno "razzista".

Concordo in toto.

Quando mi capita, e molto alla buona, seguo percorsi "tematici". Qui sono arrivato portato dalla lettura del primo Luke Cage della Marvel, per poi spostarmi sul di poco successivo Cliff di Max Bunker...

... che non regge affatto il paragone, con nessuno dei due: lentissimo e senz'alcun senso del ritmo, dagli intrecci e dal contesto incomprensibili e caratterizzato da una verbosità distante anche dal linguaggio tipico di Bunker: quanta differenza con la lettura rapidissima permessa dalle storielle senza pretesa di Superblack!

Off-topic su Cliff: pur avanzando l'incertezza sulla reale paternità, se non del soggetto, della sua sceneggiatura, magari opera di qualche oscuro free-lance, mi viene da pensare che l'attitudine alla "manipolazione intellettuale" di intuizioni altrui non poteva avere la stessa efficacia, non senza una preparazione autentica, con prodotti intellettualmente raffinati o semplicemente moderni (Angel Dark e Beverly Kerr non reggono affatto il confronto con Dylan Dog e Julia).