| Diverse volte mi sono trovato a ragionare in sintonia con Claudio, direi praticamente sempre. Va premesso che a) al di là delle dichiarazioni di facciata tutto ha un prezzo, anche nel collezionismo, ma che b) il vero collezionista, se non ha bisogno impellente di soldi, ci pensa non una, non due, ma dieci volte prima di cedere un “pezzo top”, e lo fa solo per contropartite “scandalose”. Da quanto sopra letto, si deduce che Claudio - sposando egli in pieno queste premesse - è un vero collezionista (e questo lo sapevamo), ma che una grossa cifra non lo lascerebbe indifferente (sapevamo anche questo, in quanto lui stesso ha più volte fatto presente “pubblicamente” di non navigare nell’oro e di collezionare con grandi sacrifici; e questo vale anche per i più disattenti, che sparano frasi a caso). Il mio consiglio è pertanto molto semplice, ed è sia razionale che emotivo: se è il pezzo top della collezione, ossia quello che la rappresenta e incarna, non lo cederei e ciò sia in quanto, eventualmente, si potrebbe prima o poi monetizzare con altro, evitando di “evirare” il proprio collezionato, sia perché, verosimilmente, è una tavola che potrà ancora e solo crescere di valore, visto il trend costantemente ascensionale dei pezzi originali davvero importanti. Se invece il denaro dovesse risultare, oltre che utile, anche necessario.....beh, in quel caso sarebbe una cessione indolore in quanto necessitata da cause di forza maggiore, e dunque il discorso neppure si porrebbe (ma non credo sia questo il caso, altrimenti Claudio - che è persona saggia ed avveduta - neppure avrebbe posto la questione). Se a ciò aggiungiamo che l’offerta è sì alta, ma anche meditata (ossia, non “fuori di testa”), direi che gli elementi sul tavolo per decidere portano tutti in un’unica direzione: tenere duro!
Per rispondere alla prima domanda del topic, a me è capitato di ricevere offerte non smodate, ma che mi avrebbero consentito di realizzare un discreto “plus” rispetto ai prezzi di acquisto; ho accettato laddove avevo già programmato di reinvestire i soldi in qualcosa di più interessante, ho rifiutato quando l’offerta riguardava quello che, in quel momento, consideravo una delle “teste di serie” della mia collezione (la qual cosa può tranquillamente cambiare nel tempo: alle volte, materiale che consideravo essere un “punto di arrivo” definitivo, è finito per diventare il trampolino di lancio verso traguardi ancora più importanti, divenendo dunque “sacrificabile” in corsa).
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