| Raccolto insanguinato.
La storia "lunga" per la quale mi sono già complimentato con Rauch in altra sede ci propone un'atmosfera horror-western nella quale si susseguono i colpi di scena e se il primo relativo alla ragazza poteva essere prevedibile quello finale è decisamente a sorpresa. Jacopo gestisce con mestiere la storia portandoci verso l'epilogo senza tentennamenti. Tex che stavolta agisce in solitaria è sempre padrone della scena e anche quando si trova in difficoltà ne viene fuori a modo suo. Il clima della storia è dichiaratamente horror, tema che da zagoriano Rauch sa gestire con padronanza. Stavolta lo sposta su Tex, che rispetto a Zagor si caratterizza per un differente registro narrativo, meno fantastico e più realistico. E qui Rauch mostra una introspezione dei vari protagonisti di questa storia (tanti per 74 tavole) rappresentando quella che è l'unica via per rendere, se non realistica almeno possibile la trama, la psicopatologia. La vecchia indiana è il classico esempio di schizofrenia con sdoppiamento della personalità, dove le due differenti anime entrano in conflitto tra loro generando un comportamento incoerente dettato dal tentativo di predominanza che ciascuna personalità esercita sull'altra. Il cieco e ottuso fanatismo degli abitanti di Redfield è il paradigma della psicologia del branco dove un elemento dominante, non necessariamente il più dotato, ma quello più carismatico (e spesso più stupido) impone agli altri componenti un comportamento - spesso violento - antisociale che purtroppo vediamo sempre più spesso nella cronaca, dai fenomeni di bullismo, alla emulazione sui social, dagli ultras del tifo o alla violenza di gruppo, dai fenomeni vandalici ai sassi dal cavalcavia... E il gruppo quando il leader perde il polso della situazione sbanda, assumendo comportamenti imprevedibili e fuori controllo, generando il caos come avvenuto nel campo di mais. La stessa ragazza presenta un comportamento psicologico diffuso, simulando un atteggiamento spesso coperto dalla menzogna con il solo scopo di perseguire il proprio obiettivo. Questo ha magistralmente messo in scena Rauch in questa storia, scavando nell'animo dei personaggi e miscelando il tutto in una storia condensata e coerente nella quale l'orrore è generato dalle gravi turbe comportamentali dei protagonisti. E Tex, ancora una volta, è la giusta medicina. Sul versante grafico Alessandro Poli fa un ottimo lavoro esaltando con il suo tratto le atmosfere horror che avvolgono Redfield e i suoi invasati abitanti, distribuendo bianchi e neri con un ottimo risultato sia nelle scene in ambienti chiusi sia in quelle all'aperto raggiungendo il culmine nelle memorabili sequenze tra il granturco dove Tex si trova a dover affrontare più insidie di quelle prevedibili. Un Tex convincente anche nella realizzazione grafica, protagonista indiscusso di questa storia. Se un appunto si deve fare è quello relativo al lettering dove una maggior attenzione avrebbe potuto evitare alcune ripetizioni evitabili come un uomo seduto seduto ai margini della pista di pag 41...
Yukon race.
La breve che vede protagonista GrosJean in una classica competizione dei territori del Nord, che Giusfredi confeziona regalandoci una rappresentazione convincente del meticcio canadese avvalendosi dell'apporto grafico di Font che non perde l'occasione per arricchire la sua prestazione con l'affascinante Dawn. In 32 tavole non potevamo aspettarci una grande storia, arriva un omaggio a uno dei comprimari storici protagonista di una grande storia (quella si) nel grande nord già nella terza serie a striscia.
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