CITAZIONE (andreaelle @ 3/4/2013, 10:36)
credo che la cosa migliore sulle stime sia la linea indicata da Claudio e Mraz, cioè dare (se si ha voglia ovviamente, nessuno è costretto) delle indicazioni da intendersi come pareri del tutto personali (con tutto ciò che ne consegue), dando anche una "forbice" di prezzo e magari portando a supporto delle proprie idee qualche dato di fatto (compravendite effettuate, albi visti a quella cifra, vendite in asta, etc etc)
forse il vero problema oggi (aldilà del momento contigente non economicamente felice) è che si è allargata la forbice e che molti stanno vendendo per fare liquidità per bisogno di soldi e quindi pur di cedere in tempi brevi si stanno accontentando di ciò che passa il convento; quindi magari prima si dava un'oscillazione minore ora invece diviene molto più ampia, magari prima si diceva che quel pezzo/serie andava via a 500/600 euro, ora di dice a 250/500 e per molti ciò può sembrare senza senso, ma un collezionista di vecchio corso (o anche un giovane rivenditore) saprà come muoversi e recepire al meglio anche questo tipo di informazioni...
magari un domani la situazione sarà diversa ma oggi questo è lo scenario...
non è un caso di topolino (giornale o libretto) ma penso un po' di tutto il panorama...
intervento perfetto, che quoto.
E' un periodaccio in cui a farla da padrona è la carenza di soldi da spendere. Ricordo che c'è stato invece un tempo in cui a farla da padrona erano i pezzi ambiti.
Oggi abbiamo da un lato i MOLTI collezionisti di "ceto medio" che vanno estinguendosi per motivi di portafoglio, stritolati da mille spese quotidiane, dall'altro i POCHI "che possono" che continuano a poter pagare come e più di prima.
Questo porta ad una rarefazione del numero di transazioni effettive. Un pezzo manca ad un grosso collezionista e passa per 1000 euro, ma poi il successivo pezzo che esce fuori magari non trova acquirenti nemmeno per la metà!!!
Siamo in un mercato dove qualcuno paga senza problemi cifre a 4 zeri, e contemporaneamente c'è il collezionista medio che - pur in difficoltà - cerca di non mollare e spende i suoi 500 euro sudati, diluendo in rate mensili il suo debito.
Il fattore tempo è ormai imprescindibile: il pagamento frazionato diviene quasi un passaggio obbligato per il collezionista medio per accedere a pezzi o collezioni rare e importanti.
Qualcuno dirà che il problema son solo i prezzi che devono scendere. Io dico sì, ma sul materiale comune e ordinario, quello che se il venditore A lo prezza troppo alto, lo posso sempre prendere dal venditore B. Perché il pezzo davvero raro e ambìto resta raro e ambìto anche se in giro ci sono pochi soldi!
Io auspico un ritorno di attenzione verso il fumetto in sé, considerando l'aspetto economico come importante, ma pur sempre secondario. Le cifre che paghiamo per i nostri fumetti non sono frutto di quotazioni scritte o prezzari più o meno autorevoli. Siamo noi collezionisti acquirenti a deciderle in modo personale, e rispecchiano le sensibilità specifiche di ciascuno.
Quel che io pago 100 euro e sono felice di pagare, il mio amico, collezionista come me, non lo pagherebbe 10 euro, e viceversa.