CITAZIONE (riccardo24 @ 21/6/2011, 15:48)
il fumetto nero e'stata la prima vera rivoluzione culturale e di costume che si sia svolta in italia,anticipando per certi aspetti il sessantotto,e la rivoluzione sessuale che di li a poco avrebbe infiammato le piazze italiane,satanik per esempio credo sia stata la prima vera interprete della liberazione sessuale degli anni 60,per la prima volta una donna si affrancava dal costume imperante per rivendicare il suo diritto al piacere sessuale e al diritto di fare del proprio corpo quello che gli pareva.insomma il fumetto nero fu un vero eproprio fenomeno di costume ,basta rileggere le cronache del tempo per assistere a un vero attacco dei media contro questo genere di fumetto che in pratica ribalto'il concetto di bene e di male fino ad allora trattato sia nei fumetti ma anche in letteratura e al cinema.
fu insomma un momento di rottura che apri le porte e anticipo' quello che sarebbe avvenuto di li a poco sia nel mondo studentesco,che nella musica e nel cinema,non dimentichiamo che il capostipite del fumetto nero "diabolik"apparve nel lontano 1962 in piena atmosfera conservatrice,bacchettona e clericale dell'italia di qugli anni,e decreto'una svolta di cui ne hanno beneficiato le generazioni a venire per una societa'non dico migliore,ma molto meno ipcrita e libera.
quindi io considero il fumetto nero come uno tra i piu'importanti fenomeni editoriali,di costume e culturali del novecento italiano,e che dovrebbe essere studiato e analizzato molto piu'approfondativamente anche perche fa parte itegrante della nostra storia e della nostra emancipazione.
naturalmente tutto questo e'il mio modestissimo parere.
non posso che quotare!
Inoltre aggiugno che il fumetto nero e il suo classico formato tascabile si sono imposti nel panorama fumettistico italiano (e non solo!) con una forte originalità, certo il fenomeno è ormai passato e poco resta di quella schiera di personaggi che animavano le edicole degli anni 60 ma ciò non toglie nulla al loro valore "storico".
Solo la bonelli è riuscita nel tempo ad affermare un formato (detto appunto formato "bonelli") che ancora oggi troviamo in edicola.
Se pensiamo ad altre realtà pensiamo ad altri formati (negli Usa il classico spillato a 32 pag, in giappone le classiche riviste coi manga a puntate poi raccolti in volumoni, etc), per l'Italia a me vengono in mente subito il formato tascabile e quello bonelli come espressione della nostra originalità creativa in campo fumettistico.
CITAZIONE (Squitty @ 20/6/2011, 21:41)
beh.... Krimimal e Satanik uscirono in edicola nel 1964 mentre oltretomba( 1971) e Sukia ( 1978) uscirono dopo...oramai il ghiaccio era stato rotto!!
Non ti credere che sia stato semplice,Barbieri in una intervista disse che fu citato in tribunale per censura più di 100 volte ,vita facile non la ebbe neppure Furio Viano che per non avere noie con "l'inquisizione" fece disegnare la sua Vartàn senza i capezzoli
per dire la mia sul quesito del topic credo che quanto detto da squitty sintetizzi quello che è successo.
Nei primi anni 60 il mondo era molto più bigotto di qanto possiamo immaginare; i fumetti neri quindi vennero subito additati come portatori di sconcezze e ritenuti pericolosi perchè andavano contro la morale pubblica. Molti fumetti furono "incriminati" o perchè riportavano scene di violenza troppo espicite o perchè avevano (magari in copertina) immagini ritenute troppo osè (donnine un po' svestite che oggi fanno sorridere ma che allora erano scandalose). Dei tanti processi e delle tante denunce fatte però nessuna fece chiudere o sospendere una pubblicazione; fu solo pesante sotto il profilo economico (perchè poi gli editori avevano bisogno di assistenza legale e si sa che gli avvocati sono tutto fuorchè economici). Ci si rese conto che era una battaglia persa, un po' come quella (anni più avanti) contro alcuni cartoni animati giapponesi (i vari goldrake e simili) ritenuti troppo violenti per il pubblico dei giovanissimi.
Gli erotici quindi inziarono il loro percorso innestandosi su un percorso già avviato e usufruendo delle libertà che ormai in campo fumettistico i neri avevano acquisito e poi andarono con le loro gambe sviluppando altre tematiche.
Non è un caso che quei neri che andavano per la maggiore quando per volontà degli editori (che volevano evitare altre polemiche e volevano accontentare un po' tutti i benpensanti) cambiarono il loro dna (facendo diventare i loro protagonisti dei giustizieri dei cattivi più che dei criminali egoisti) pian piano andarono verso l'autodistruzione (che differenza ad esempio tra i primi numeri di sadik e poi l'ultimo periodo sotto l'editore bianconi!).