| Le edizioni limitate (che dal mio punto di vista sono le cosiddette variant nel mondo cartaceo) sono ormai sparse in tutti i settori. Non è una sorpresa, da 30 anni, trovare nel settore film, musica, videogames, fumetti ecc la cosiddetta "edizione per collezionisti"; questo ingolosisce, senza ombra di dubbio, l'acquirente che viene attirato con la stessa formula con cui viene attirata la gente a giocare alle macchinette con i suoni e le luci colorate; quella edizione limitata diventa un oggetto del desiderio. Nei fumetti, questa usanza l'abbiamo ereditata dalla civilissima America che prima di noi ha scoperto il mercato delle variant e della rarità artificiale, così come prima di noi ha scoperto il mercato del grading (dove lo stesso fumetto, di pari condizioni, balza dai 2 dollari ai 50 dollari se messo in una custodia di plastica); l'influenza della cultura USA (ormai ben radicata nella nostra comunità) è l'artefice di certe trovate commerciali. Ammetto che, nel campo dei videogames, ne sono una vittima (anche se il periodo di Covid che ha abbattuto le spese, di fatto ha messo fine a quella spesa annuale insostenibile), per quanto riguarda i fumetti ci cado solo se capita (caso Samuel Stern dove alla mia richiesta di un numero 7 Standard, me ne hanno recapitati ben 2 variant mentre lo standard non l'ho trovato da nessuna parte), altrimenti lascio volentieri soprattutto se l'edizione mi costa più soldi. Inutile girarci intorno, queste operazioni sono puramente psicologiche e fanno leva sul nascosto desiderio di ognuno di avere materiale rarissimo e quotato economicamente. Un caso recente è il Texone di Villa, annunciato in pochi esemplari salvo poi essere ristampato (sempre in versione Limited e sempre di colore diverso) più volte cavalcando l'onda del desiderio (fattore psicologico) dell'utenza. Probabilmente l'ammontare di tutte le tirature delle varie edizioni, ne uscirebbe una distribuzione su larga scala che nulla ha da spartire con il termine "edizione limitata".
|