Come avete detto benissimo in molti, è un argomento non difficile: di più.. ... e in poche risposte avete buttato talmente tanta carne al fuoco, che ci vorrebbero una dozzina di discussioni dedicate.
Prima cosa:
Come dice Procione, in un fumetto, l'aspetto collezionistico, il valore nostalgico/affettivo, l'importanza storica (anche solo del costume e dell'intrattenimento), quella filologica/editoriale sono una cosa. La "qualità" artistica è un altro risvolto, e di una complessità terrificante. Distinguere le due cose è complicato anche per i critici di professione, figuriamoci per noi semplici lettori.
Parlo di "critici di professione", perché la critica artistica e letteraria è un mestiere che richiede i suoi ferri, non meno di quelli di un chirurgo o di un ingegnere. Per esercitarla con cognizione di causa ci vuole una vita di studi specifici e di esperienze sul campo. Cioè, fare un'analisi critica non è semplicemente leggere un fumetto e scrivere quello che ci passa per la testa...
Nel campo del fumetto in particolare, di critica "avveduta" mi pare poi che ce ne sia veramente poca. Molti testi sul primo versante (collezionismo, filologia, costume), e anche sul forum abbiamo - in questo caso sì - tanti veri esperti. Ma di una trattazione artistica dei fumetti che non siano chiacchiere di volonterosi e appassionati fanzinari/fanboys (con tutto il rispetto per la categoria) che cosa abbiamo tra tutti i libri e gli articoli pubblicati? Qualcosa, ma si contano sulle dita di pochissime mani.
Questo per dire che su questi argomenti ci muoviamo in terre sconosciute, abitate dai
leones delle antiche carte geografiche...
Quindi butto lì la mia idea su che cosa intendo per "artisticità" di un fumetto, avendo ben presente che è l'umore di un semplice lettore/appassionato, una chiacchierata in libertà su che cosa mi colpisce e perché mi fa dire che "è speciale". Con qualche esempio, assolutamente parziale e casuale (vado a memoria) - tra autori che per ora non avete nominato.
Intanto, direi/stimerei che i "grandi artisti" nel fumetto, come nelle altre arti, stiano molto ma molto al di sotto dell'uno per cento del totale della produzione. Quando la patente di genio viene data a un autore sì e a due no, o è sbagliato il numero o è sbagliato l'uso della parola.
Per me i grandissimi sono quelli che comunicano un'emozione e un messaggio personale, insostituibile e non banale, spesso creando anche il linguaggio con cui esprimerlo. Caso limite, il "Sommo Pota" Dante Alighieri che ha creato il più grande poema della lingua italiana, assieme alla lingua italiana stessa. OK, noi voliamo molto più basso, ma l'idea sarebbe quella.
Va da sé che se l'idea è quella, saper giudicare un fumetto presuppone obbligatoriamente il saperlo
leggere. Che non è far scivolare l'occhio e girare le pagine, ma saper cogliere quello che viene detto, il modo in cui viene detto, collegarlo e confrontarlo con tutto quello che gli sta intorno, comprese citazioni, riferimenti, e quant'altro. Perciò, a maggior ragione, siccome ne so e ne capisco poco più di una mazza, quello che dirò vale quello che vale.
Comunque mo' arrivo con gli esempi.
Edited by Elledi - 28/11/2020, 12:33