I miei libri di scuola sono irraggiungibili, troppa roba davanti. Ricordo che l'Inferno era abbastanza consumato, il Purgatorio meno, e il Paradiso praticamente nuovo, tanto poco l'avevamo studiato.
CITAZIONE (mr.zinoviev @ 4/2/2019, 16:57)
CITAZIONE (Pangur Bán @ 2/2/2019, 22:33)
Ho visto che ci hanno lavorato in tre: Mattotti (Inferno), Glaser (Purgatorio) e Moebius (Paradiso).
si sono tre volumi, acquistabili in cofanetto o come volumi singoli; la prima edizione non era economicissima, il volume di Moebius del 1999 è prezzato 58000 lire; per Glaser e Mattotti non nutro la stessa passione che provo per Gir e glisso.
No, infatti, non attira neanche me. Di Mattotti preferisco magari altri soggetti, come i paesaggi del Louis Vuitton Travel Book che ancora si trova facilmente in libreria.
Per esempio io non vorrei nemmeno la costosissima Divina Commedia illustrata da Salvador Dalì (certo, se me la regalassero mica la butterei via ):
EIAS & Salani, 1964, tiratura di 2.900 copie numerate + altre 150 firmate.
Stando a quanto leggo in queste foto:
80 copie fanno parte di una serie particolare di 6 tomi in 3 volumi in-folio con (cito) "legatura editoriale in pelle con piatti anteriori in bronzo decorato a sbalzo con tre diverse illustrazioni allegoriche, titoli impressi in oro ai dorsi a 5 nervi. Entro cofanetti in pelle".
Pelle umana? °_°
CITAZIONE (_Gianni_ @ 4/2/2019, 15:51)
CITAZIONE
Se ti riferisci a quale copia originale completa è stata presa come modello, non ne ho idea. Sul volume non c'è scritto nulla, ignoro anche l'anno e la tiratura.
Non voglio mettere in dubbio quello che dici - ci mancherebbe! -, ma se fosse così, sarebbe piuttosto grave. Tu editore riproduci un incunabolo famoso, fra l'altro conosciuto in pochi esemplari, e non mi dici quale esemplare hai riprodotto? Fra l'altro così particolare, con quei capolettera illuminati, e in un'edizione di particolare pregio, dal prezzo elevato... davvero stento a crederlo. Ti spiacerebbe, per cortesia, verificare meglio, magari esaminando anche la prefazione o l'introduzione? Grazie in anticipo!
Quanto alle "trascrizioni dell'opera", come dici tu, e a un ipotetico originale dantesco, posso dirti che la filologia della Commedia è molto intricata e non riassumibile in poche righe Ti basti sapere che di Dante non possediamo alcun autografo - neppure una misera firma su un qualche atto notarile o amministrativo - e che il testimone (manoscritto) più antico risale al 1337 (16 anni dopo la morte del poeta) ed è conservato alla Trivulziana di Milano. L'editio princeps qui riprodotta è un documento interessantissimo a livello storico, ma irrilevante a livello testuale, perché riporta un testo decisamente scorretto. Insomma, per chi volesse leggere la Commedia, meglio un'edizione moderna basata sul testo critico del Petrocchi (1967) o magari del Lanza (1995), che si basa su un diverso metodo filologico. Ma sto divagando e me ne scuso, più tardi posterò le edizioni che possiedo io
La ristampa anastatica dell'Editoriale Campi è basata sull'incunabolo custodito dalla Biblioteca Angelica di Roma.
Non è presente alcuna prefazione, altrimenti penso che non avrebbe potuto considerarsi un'anastatica. C'è un foglio a parte da cui ho preso i dati scritto nel primo post, ma esiste anche una brochure della casa editrice che mi sono procurato oggi tramite chi mi ha dato il libro:
Ho fatto la scansione dell'ultima pagina:
Dal sito della bibllioteca:
La prima edizione della Divina Commedia, prima opera in lingua italiana ad essere stampata, fu realizzata a Foligno l'11 aprile 1472 dal maguntino Johannes Numeister citato nel colophon insieme ad Evangelista Angelini: "Io maestro Iohanni Numeister opera dei Alla decta impressione et meco fue El fulginato Evangelista mei". Neumeister, allievo di Johann Gutemberg, giunse a Foligno probabilmente nel 1463 dove si associò allo zecchiniere pontificio Emiliano di Piermatteo degli Orfini, che disegnò le lettere e i caratteri necessari per la stampa. Evangelista Angelini, detto Evangelista da Foligno, nacque a Trevi e si trasferì a Foligno nel 1470. L'identità di questo Evangelista fu scoperta da Tommaso Valenti che lo identificò con Evangelista Angelini da Trevi, dimorante a Foligno (cfr. Un documento decisivo per il " Dante " di Foligno (1472), in " La Bibliofilia " XXVII, 1925-26).
La composizione tipografica è semplice ed austera, riprendendo un filone tipico della tradizione manoscritta della Commedia del XV sec. L'edizione, di medio formato, presenta un testo a piena pagina di 30 righe e ampi margini, è stampata con una minuscola romana accurata ed elegante, nitida e, al tempo stesso, sensibile ai valori del chiaroscuro. All'esemplare posseduto dalla biblioteca, uno dei pochi completi che si conservano, fu aggiunto nel XVII un frontespizio manoscritto con decorazioni floreali e stemma del possessore (terza foto nel primo post).
L'Angelica tra l'altro possiede fin dal 1762 anche un codice del XIV secolo con miniature:
Oh, benissimo, grazie della verifica. Certo, non intendevo una prefazione al testo dantesco, ma una nota introduttiva (o in coda al volume) in cui si dichiarino le informazioni che hai scansionato, in una riproduzione anastatica è non solo auspicabile, ma anche necessaria. In questo caso è in un foglio separato, che va comunque considerato parte dell'opera. Si potrebbe fare qualche obiezione sull'illustrazione del cofanetto, tratta da un incunabolo veneziano del 1491 che nulla ha a che fare con la princeps folignate, ma non stiamo a guardare ogni dettaglio
Il manoscritto Angelica 1102 è un caso di splendido oggetto, con bellissime miniature e pagine in calligrafia chiara e ordinata, ma che contiene un testo poco interessante per lo studioso dantesco. È infatti un manoscritto del tardo XIV secolo, posteriore all'antica vulgata definita dal Petrocchi, e assai poco (o nulla) considerato anche dagli studi seguenti, perché nulla aggiunge ai testimoni più antichi. Questo nulla toglie alla bellezza dell'oggetto, tanto è vero che ne è stato fatto un facsimile per i collezionisti; ma è un esempio di come spesso un testimone molto bello riporti un testo di poco interesse, mentre un altro magari rovinato o poco leggibile, sia invece preziosissimo per gli studiosi del testo.
Mi fa piacere segnalare qui un corposo volume molto bello, anche se decisamente specialistico, dedicato allo studio filologico della Commedia:
Lo consiglio a chi è interessato ai problemi testuali dell'opera più importante della nostra letteratura, purché non si faccia intimorire dall'impostazione specialistica del libro.
Grazie Bobwalter e grazie a tutti coloro che hanno postato in questo thread di cui non conoscevo l'esistenza fino a stamattina. Allego le fotografie di una copia che ho qui in negozio e che , nei momenti di libertà ( che sono molto pochi) mi diletto a sfogliare. È una copia identica a quella del Camerini che ho a casa illustrata dal Dore' . Il mio interesse alla più grande opera letteraria che lo scibile umano abbia potuto concepire ( per me ovviamente), è rivolto più alla parte ermetica e simbolica... ( vedi Guenon, Cerchio,ect ect) ma il vedere dei libri di questa qualità è una illuminazione per i miei occhi.
Ecco la copia della Sonzogno Editore che conservo gelosamente in casa. Unica curiosità...non riesco a capire l'anno dell'edizione perché non compare da nessuna parte.
Ho rispolverato questi tre piccoli tomi riguardanti una edizione della Divina Commedia che venne probabilmente commissionata dalla libreria di s.Tommaso d'Aquino, che era ubicata all'epoca della stampa, sulla Piazza del Pavaglione in Bologna. Non sono in ottimo stato perché a quello dell'Inferno mancano circa 25 pagine e tutti e tre i volumi hanno una rilegatura al limite della decenza. È una edizione del 1832 presso Ricardo Masi ( riporto la dicitura visibile in foto) con varianti e note di Paolo Costa.
Complimenti per i tuoi gioielli Ivano, così scopriamo di te anche il lato di appassionato del Sommo Poeta. Anche se mancano delle pagine, quei volumi rappresentano le nostre radici culturali e ogni persona cosciente di questo valore dovrebbe averne una copia nella sua libreria.
Grazie Andrea...sei sempre molto gentile. Allego ancora un piccolo esemplare della Commedia, in edizione minuscola, della Hoepli di Firenze, datata 1911 con postille e cenni introduttivi di Raffaello Fornaciari...era di qualche antenato e casualmente è rimasta a casa mia (ovviamente del tutto casuale).
Ho anche la Commedia in 6 volumi della Fabbri Editore, che posterò prossimamente essendo in questo momento al lavoro. Ne ho anche altre commerciali....ma per assurdo, quella che ho maggiormente sfogliato è la Commedia in edizione integrale economica a 1000 lire della tascabili Newton del settembre 1993, che riporta la "vulgata" stabilita da Giorgio Petrocchi nella sua versione critica.
O voi ch'avete li' ntelletti sani, mirate la dottrina che s'asconde sotto il velame de li versi strani.
Questo "millelire" della Commedia lo ricordo perché, non avendo la minima nota di commento e riportando comunque il testo critico del Petrocchi, era volentieri usato dagli esaminatori in università per gli esami di letteratura, nella circostanza di domande sul testo dantesco
Di norma aprivano una pagina a caso, facevano leggere qualche terzina e chiedevano anzitutto che canto e cantica fosse (nascondendo ovviamente i titoli, se apparivano sulla pagina), e di conseguenza in che cerchio/cornice/cielo si trovasse Dante, per poi passare alla richiesta di spiegazione e commento del brano
È vero Gianni....ai nostri tempi era uso comune, da parte degli insegnanti, quello di aprire il libro a caso e di chiederne il commento. Lo ricordo molto bene anch'io.
Allego le foto dell'edizione enciclopedica della Fabbri Editore in 6 volumi del 1963. Interessante che la presentazione fu affidata a Giuseppe Ungaretti.