Pubblicato da Editoriale Campi Lingua: volgare fiorentina di inizio XIV secolo Specifiche: 23 x 31,5 cm, copertine cartonate in pelle + cofanetto in cartone rigido Prezzo: € 370,00
Riproduzione anastatica integrale dell'edizione principe (editio princeps) de La Comedia che fu stampata a Foligno nel 1472 da Johannes Numeister e dal fulginato (folignate) Evangelista Angelini. I caratteri erano stati incisi da Emiliano Orfini, medaglista e zecchiere pontificio.
Gli eemplari che ci sono stati tramandati sono 59, di cui 32 con collocazione nota in biblioteche italiane ed estere (11 in Italia), ma solo 14 completi. Dei restanti 27 si hanno solo segnalazioni.
Il volume è composto da quinterni (5 fogli piegati e inseriti l'uno nell'altro in modo da dare 20 pagine) e quaderni (4 fogli c.s.), in tutto 252 carte. Di queste sono bianche la prima e l'ultima, nonché le carte 84 e 168 che si trovano alla fine della prima e della seconda cantica.
E' un libro un po' insolito nella mia biblioteca: non c'è nemmeno una figura!
Dopo l'edizione stampata più antica, ecco una delle più recenti:
Inferno di Dante Alighieri
Commentato da Franco Nembrini Illustrato da Gabriele Dell'Otto Prefazione di Alessandro D'Avenia Pubblicato da Mondadori Data di pubblicazione: ottobre 2018 Lingua: italiano Specifiche: 20 x 27 cm, cartonato, 700 pagine Prezzo: € 28,00 ISBN-10: 8804703016 ISBN-13: 978-8804703013
CITAZIONE
Franco Nembrini, da anni, tiene per tutta l'Italia un ciclo di lezioni su Dante e la Commedia. Alla fine di uno di questi incontri, a Roma, Nembrini è stato avvicinato da un ragazzo che gli ha detto che le sue parole gli avevano cambiato la vita. Questo ragazzo era Gabriele Dell'Otto, uno dei più importanti disegnatori del mondo, artista di punta delle due grandi casi editrici americane di supereroi, Marvel e DC. È nato così un progetto che è anche un sogno. Rivestire la Divina Commedia per portarla al grande pubblico, nel millennio che è appena iniziato. Dopo l'introduzione di Alessandro D'Avenia, ogni canto ha un'introduzione alla lettura scritta da Nembrini, il testo originale di Dante e, a fronte, una parafrasi in italiano contemporaneo, e una riproduzione delle tavole di Gabriele Dell'Otto che illustrano il contenuto del canto. Un grande progetto, che continuerà, ovviamente, con Purgatorio e Paradiso.
Interessante la riproduzione della Folignate: da quale esemplare è riprodotto?
Lo chiedo perché, ovviamente, l'illuminatura a colori fu fatta a mano sopra l'incunabolo a stampa: l'originale così fatto è quindi un esemplare unico. Mi farebbe piacere sapere dove si trova A meno che le coloriture siano moderne e proprie della sola riproduzione, ma penso (e spero) di no: sarebbe un'operazione filologicamente scorretta Mi piacerebbe anche sapere, se puoi, in che anno è stata pubblicata questa anastatica.
Io ho diverse edizioni della Commedia, ma sono più interessato al testo critico che alle illustrazioni (assenti) o alla bellezza dell'edizione: penso quindi che abbiano un interesse limitato, se non per gli specialisti
Se non ho sbagliato a cercare, è l'edizione Barbera di fine '800.
CITAZIONE (topoluca @ 1/2/2019, 15:27)
Stupenda e particolare edizione de La Commedia e in effetti non c'e' neanche una figura Grazie Pangur
E' stato un regalo, un bel regalo costoso, ma è difficile da leggere sia per la lingua di Dante che per l'uso dei caratteri originali.
CITAZIONE (mr.zinoviev @ 1/2/2019, 17:08)
io ho il Paradiso di Moebius della Nuages, ma non riesco a fotografarlo adesso, il volume è questo:
Ho visto che ci hanno lavorato in tre: Mattotti (Inferno), Glaser (Purgatorio) e Moebius (Paradiso).
Anni fa, quando cominciai a collezionare per bene libri illustrati, uno dei primi che avrei voluto comperare era la Divina Commedia di Doré. Ci sono tante edizioni con le sue incisioni, una è quella della Treccani che costa parecchio:
Io optai per la raccolta delle tavole pubblicata dalla Dover (10 euro ):
Interessante la riproduzione della Folignate: da quale esemplare è riprodotto?
Lo chiedo perché, ovviamente, l'illuminatura a colori fu fatta a mano sopra l'incunabolo a stampa: l'originale così fatto è quindi un esemplare unico. Mi farebbe piacere sapere dove si trova A meno che le coloriture siano moderne e proprie della sola riproduzione, ma penso (e spero) di no: sarebbe un'operazione filologicamente scorretta Mi piacerebbe anche sapere, se puoi, in che anno è stata pubblicata questa anastatica.
Io ho diverse edizioni della Commedia, ma sono più interessato al testo critico che alle illustrazioni (assenti) o alla bellezza dell'edizione: penso quindi che abbiano un interesse limitato, se non per gli specialisti
Se ti riferisci a quale copia originale completa è stata presa come modello, non ne ho idea. Sul volume non c'è scritto nulla, ignoro anche l'anno e la tiratura.
La storia delle varie trascrizioni dell'opera, precedenti la versione stampata, è anch'essa complicata. Il manoscritto compilato da Dante in persona, o parte di esso, non lo hanno ancora trovato. Chissà quanti lo hanno o lo stanno cercando! La prossima volta controllo al mercatino, non si sa mai. Il valore sarebbe incalcolabile.
Se ti riferisci a quale copia originale completa è stata presa come modello, non ne ho idea. Sul volume non c'è scritto nulla, ignoro anche l'anno e la tiratura.
Non voglio mettere in dubbio quello che dici - ci mancherebbe! -, ma se fosse così, sarebbe piuttosto grave. Tu editore riproduci un incunabolo famoso, fra l'altro conosciuto in pochi esemplari, e non mi dici quale esemplare hai riprodotto? Fra l'altro così particolare, con quei capolettera illuminati, e in un'edizione di particolare pregio, dal prezzo elevato... davvero stento a crederlo. Ti spiacerebbe, per cortesia, verificare meglio, magari esaminando anche la prefazione o l'introduzione? Grazie in anticipo!
Quanto alle "trascrizioni dell'opera", come dici tu, e a un ipotetico originale dantesco, posso dirti che la filologia della Commedia è molto intricata e non riassumibile in poche righe Ti basti sapere che di Dante non possediamo alcun autografo - neppure una misera firma su un qualche atto notarile o amministrativo - e che il testimone (manoscritto) più antico risale al 1337 (16 anni dopo la morte del poeta) ed è conservato alla Trivulziana di Milano. L'editio princeps qui riprodotta è un documento interessantissimo a livello storico, ma irrilevante a livello testuale, perché riporta un testo decisamente scorretto. Insomma, per chi volesse leggere la Commedia, meglio un'edizione moderna basata sul testo critico del Petrocchi (1967) o magari del Lanza (1995), che si basa su un diverso metodo filologico. Ma sto divagando e me ne scuso, più tardi posterò le edizioni che possiedo io
Se ti riferisci a quale copia originale completa è stata presa come modello, non ne ho idea. Sul volume non c'è scritto nulla, ignoro anche l'anno e la tiratura.
Non voglio mettere in dubbio quello che dici - ci mancherebbe! -, ma se fosse così, sarebbe piuttosto grave. Tu editore riproduci un incunabolo famoso, fra l'altro conosciuto in pochi esemplari, e non mi dici quale esemplare hai riprodotto? Fra l'altro così particolare, con quei capolettera illuminati, e in un'edizione di particolare pregio, dal prezzo elevato... davvero stento a crederlo. Ti spiacerebbe, per cortesia, verificare meglio, magari esaminando anche la prefazione o l'introduzione? Grazie in anticipo!
Quanto alle "trascrizioni dell'opera", come dici tu, e a un ipotetico originale dantesco, posso dirti che la filologia della Commedia è molto intricata e non riassumibile in poche righe Ti basti sapere che di Dante non possediamo alcun autografo - neppure una misera firma su un qualche atto notarile o amministrativo - e che il testimone (manoscritto) più antico risale al 1337 (16 anni dopo la morte del poeta) ed è conservato alla Trivulziana di Milano. L'editio princeps qui riprodotta è un documento interessantissimo a livello storico, ma irrilevante a livello testuale, perché riporta un testo decisamente scorretto. Insomma, per chi volesse leggere la Commedia, meglio un'edizione moderna basata sul testo critico del Petrocchi (1967) o magari del Lanza (1995), che si basa su un diverso metodo filologico. Ma sto divagando e me ne scuso, più tardi posterò le edizoini che possiedo io
A me interessa il motivo per il quale ritieni queste due edizioni le migliori. Complimenti per le tue collezioni Pangur
io ho il Paradiso di Moebius della Nuages, ma non riesco a fotografarlo adesso, il volume è questo:
Ho visto che ci hanno lavorato in tre: Mattotti (Inferno), Glaser (Purgatorio) e Moebius (Paradiso).
si sono tre volumi, acquistabili in cofanetto o come volumi singoli; la prima edizione non era economicissima, il volume di Moebius del 1999 è prezzato 58000 lire; per Glaser e Mattotti non nutro la stessa passione che provo per Gir e glisso.
A me interessa il motivo per il quale ritieni queste due edizioni le migliori.
Per rispondere a questa domanda dovrei fare un discorso interessante, ma un po' specialistico... Facciamo così: lo metto sotto spoiler, così non vado fuori tema, e chi non è interessato a questioni filologiche può tranquillamente saltarlo
Anzitutto, voglio evidenziare la differenza fra edizione critica ed edizione commentata.
L'edizione critica ha come fine la ricostruzione del testo, il più vicino possibile a come lo scrisse l'autore. In mancanza di un autografo definitivo - è ad esempio il caso della Commedia - ci si deve basare sui manoscritti che sono giunti fino a noi (= testimoni), che possono essere copie delle copie delle copie... e ogni passaggio introduce errori e varianti. Esiste più di un metodo filologico per ricostruire il testo critico: uno dei più seguiti è cercare di ricostruire l'«albero genealogico» dei manoscritti, su cui basarsi per scegliere le varianti più probabili. Un altro è scegliere come base di partenza un testimone che si ritiene più attendibile di altri, e correggerlo solo dove si ritiene che vi siano evidenti errori. In ogni caso, l'edizione critica riporta il testo ricostruito dallo studioso, che è tenuto a motivare le sue scelte ed indicare le varianti che ha escluso. Per cui le edizioni critiche sono di grandissimo interesse per lo studioso o il lettore specialista, ma poco utili per chi voglia leggere per diletto, perché di norma non contengono commenti sul significato del testo (e per il lettore moderno di Dante, questo è un grosso ostacolo).
Le edizioni commentate, invece, spiegano il significato del testo, e di norma tralasciano il discorso sulle varianti dei testimoni. Il commentatore si basa di norma su un testo critico approntato da un filologo, e fa le spiegazioni e commenti che ritiene opportuni.
Per la Commedia le edizioni critiche più importanti sono quella del Vandelli (1921), Petrocchi (1967), Lanza (1995), Sanguineti (2001) e ultimamente è uscita quella di Giorgio Inglese (2016), che dovrò procurarmi perché ne conosco solo l'Inferno uscito nel 2007. Le edizioni commentate odierne si basano solitamente sul testo critico del Petrocchi, che rimane anche ora un indubbio punto di riferimento, sia per metodo che per risultati. Personalmente apprezzo anche il lavoro del Lanza, e ho trovato interessante anche il lavoro sull'Inferno dell'Inglese. Per spiegare il perché io preferisca il Petrocchi e il Lanza, dovrei veramente fare un discorso super-specialistico. Accenno solo questo: del Petrocchi apprezzo in particolare il metodo di lavoro, e del Lanza l'intelligente scelta del bellissimo - in tutti i sensi - Trivulziano 1080 come testimone di riferimento.
Mostro ora qui di seguito le edizioni della Commedia che io possiedo. Anzitutto, le edizioni critiche:
Petrocchi, 1967
Lanza 1996 (seconda edizione)
Poi le edizioni commentate, che chi vuole leggere l'opera per diletto non può tralasciare. Io faccio riferimento a queste:
Sapegno, in tre volumi. Terza edizione (1985), che si basa sul testo critico del Petrocchi. Edizione scolastica, ma godibile e ben strutturata.
Quella che consulto più volentieri è però questa: Porena, 1956. Si basa sul testo critico approntato dal Vandelli (1921), che, sebbene obiettivamente superato sul piano filologico, rimane comunque godibile anche per il lettore contemporaneo.
Ho poi avuto occasione di lavorare su diverse altre edizioni, e di esaminare anche qualche autorevole testimone. Ma, essendo la discussione sulle edizioni che noi possediamo, qui mi fermo.