| Vorrei condividere con voi parte di un articolo comparso sul quotidiano "LA REPUBBLICA" di qualche anno fa proprio sui "bozzetti" originali destinati ai cartelloni dei cinema.
La maggior parte sono andati perduti: utilizzati come combustibile nelle stufe delle tipografie, dimenticati durante traslochi, gettati nella spazzatura. Così migliaia e migliaia di bozzetti originali, da cui sono stati realizzati manifesti cinematografici destinati a stamparsi per sempre nella memoria collettiva, non esistono più. Fatte le debite proporzioni, è come se de La Gioconda o di Guernica esistessero solo riproduzioni cartacee, ma non il quadro originale. Il fatto è che per molto tempo, i disegni originali per i poster cinematografici non hanno goduto di alcuna considerazione, come testimonia l' avvertenza stampata su un bozzetto degli anni Sessanta: «Non è un' opera d' arte. È una semplice illustrazione realizzata da un artista senza fama, scelta per pubblicizzare questo film».
Racconta il Sig. Marinozzi, propietario di un bellissimo ed unico museo dedicato ai bozzetti per film a Montecosaro - paradossalmente, a differenza di quanto accade con i manifesti, un vero e proprio mercato dei bozzetti non esiste proprio per l' esiguità del materiale», infine contattando gli stessi cartellonisti o i loro familiari, poiché la maggior parte dei pittori di cinema sono ormai deceduti, a parte qualche caso isolato, dovuto più alla devozione di figli e nipoti nei confronti del lavoro del padre o del nonno, anche gli stessi cartellonisti hanno conservato pochissimo della propria produzione. «Il fatto - spiega Averardo Ciriello, oggi il decano del gruppo, novantatré anni portati splendidamente - è che noi stessi siamo stati regolarmente depredati. Nonostante fossimo a tutti gli effetti i titolari dei diritti delle nostre composizioni, i disegni, una volta realizzato il manifesto, non ci venivano mai restituiti».
La maggior parte dei bozzetti venivano fatti a tempo di record, in un paio di giorni, perché i ritmi di lavorazione imposti ai cartellonisti erano frenetici. «Tant' è - ricorda Giuliano Nistri - che i tentativi di coinvolgere in questo lavoro artisti di nome come Guttuso o De Chirico, si risolsero regolarmente in un fallimento».
E' la fine degli anni Settanta, quando il manifesto cinematografico, almeno nella versione disegnata, è definitivamente defunto. «Il manifesto disegnato - racconta un altro cartellonista, Ermanno Iaia - è scomparso per la nascita di nuove fonti di informazioni sui film: i trailer, la pubblicità sui giornali, la Rete, anche se a sferrare il colpo definitivo è stato l' improvviso aumento del costo delle affissioni deciso dai Comuni. Cosa che ha spinto le distribuzioni cinematografiche a realizzare manifesti fotografici ovviamente più economici, ma che nessuno guarda più».
Penso proprio che ci possa far riflettere.
Edited by superbuell - 15/9/2013, 17:14
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