Carlos Trillo è stato uno degli autori che maggiormente m'hanno segnato. E intendo dire già da prima che avessi il piacere di conoscerlo di persona e di scoprire quanto fosse umanamente splendido. Le sue opere m'hanno accompagnato nella crescita ed imparai ad amare il suo stile asciutto e la profonda varietà di tematiche e generi affrontati. Le sue opere non erano mai banali e raramente non riuscite.
Se da bambino, soffiando a mio padre i suoi Lanciostory, i suoi Skorpio e gli inserti da essi ricavati, mi sono divorato storie meravigliose come Robin delle stelle, Alvar Mayor (che da adulto avrei poi ritradotto, come vi ho raccontato), le Storie Mute (un Mandrafina superbo) e Uscita di sicurezza, da adolescente adottai Cybersix quale mia compagna...dolce creatura della notte, fragile ed infelice, risoluta e affascinante, con la sua psicologia poliedrica risultava sulla stessa linea d'onda della mente frastagliata di un ragazzo teenager qual ero. Nel mentre, sulle riviste Eura, scorrevano altre opere dell'autore, tra il valido e lo splendido: Bruno Bianco (un Garcia Seijas eccellente), Borderline, A. Y. Jalisco, Fulù, Chiara di notte, Irish Coffee (probabilmente l'unica sua serie maggiore ancora non ristampata), per arrivare fino a opere minori (ma gradevoli) quali Fulù di giorno e Raskolnikov.
Poi il litigio con l'Eura: Cybersix vendeva malissimo. Secondo la Eura, erano sotto di due miliardi (lire) e non si poteva continuare, ma Carlos ci rimase malissimo. Qui le versioni differiscono, perché Carlos mi raccontò invece erano stati ridotti ingiustificatamente i cachet dei disegnatori. Fioccarono le cause e gli anni del silenzio con l'editore che più di tutti aveva contribuito ad esportare in Italia il suo nome.
Trovare un fumetto scritto da Carlos in edicola era diventato impossibile; trovarlo in fumetteria assai raro, anche perché andatevi a fidare di Coniglio... Jalisco interrotto per anni gli avrà attirato tutte le madonne e i santi che mi siano venuti in mente!
Nel mentre, lo conosco e poi ci scriviamo un sacco e comincio ad approfondire: mi parla delle madri novantenni sua e di sua moglie, della nascita del nipote... poi del dolore delle perdite delle parenti anziane e quando Enzo Marino mi chiese di scrivere due righe per Lanciostory come dedica a Carlos non potei non riflettere sul fatto che egli era morto neanche un anno e mezzo dopo sua madre, quando invece, affidandomi alla sicura coperta della genetica, speravo d'averlo qui tra noi ancora per qualche decennio.
Nel mentre, la sua opera era febbrile, continua, e la sua mente fervida non smetteva mai di partorire nuove idee. Non si trattava, oltretutto, di continuo riciclo di soggetti già presentati, tipo Robin Wood che ricicla sempre le stesse battute e situazioni e persino gli stessi nomi, ma di una sperimentazione continua, di un viaggio che avanzava. Ecco così, negli anni duemila (e limitrofi) arrivare Cioccolata e patatine, una stupenda storia autoconclusiva in stile franco-belga, disegnata da una delle sue scoperte più recenti, Juan Bobillo, con cui creerà anche i due albi della serie investigativa (con i bambini come target) Zachary Holmes. Poi Luna Rossa, per esempio, di recente ristampata da 001 Edizioni (editi finora 2 volumi).
E negli ultimi anni, La guerra dei maghi e diversi fumetti di cui m'inviava le tavole via mail e che credo possano essere ancora inediti.
Nel mentre, s'erano ristabiliti i rapporti con la Eura, ormai diventata Aurea: Carlos non aveva rancori verso Sergio Loss ed Enzo Marino e questi ultimi si riavvicinarono all'autore, un anno e mezzo circa prima della sua morte.
Edited by mr.zinoviev - 7/5/2023, 15:36