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Quel "tiro mancino", quando Raviola abbandonò i suoi personaggi

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kitwendemm
view post Posted on 6/12/2020, 01:44 by: kitwendemm
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CITAZIONE (cuccioloebeppe @ 5/12/2020, 11:59)
(...)

Comunque Raviola, già dal '73 era fuori dalla Corno (se ben ricordo dalla sua intervista) perciò doveva avere una mole di lavoro pronto in anticipo, probabilmente di circa 6 mesi). E se notate la copertina del '65 - all'inizio della discussione - il titolo va proprio sopra il nome del disegnatore.

(...)

CITAZIONE (G.Moeri @ 5/12/2020, 21:27)
Il n.65 è effettivamente in continuità col n.66; dall'intervista a "l'Urlo" (non più visibile ma l'ho trascritta) sappiamo che Magnus nel 1973 abbandonò la Corno; la storia "Un tiro mancino" (ipotesi) potrebbe essere non la sua ultima storia ma appunto un tiro mancino: stava consegnando palate di tavole e di storie in anticipo, ed alla Corno si debbono essere trovati a sorpresa tra le altre una storia con le matite tutte ripassate a pennarello, che deve avere costretto a modificare la cronologia come faceva notare Marc O'Bliterateur.

(...)

Il fatto che Magnus lasciò la Corno nel 1973 lasciando più di 20 albi già pronti a matita è entrato ormai a far parte anche della biografia ufficiale del Maestro, nel primo volume della collana "Il Grande Magnus" viene infatti espressamente riportato da Luca Boschi

20200927_181407
20200927_181435

Quando abbiamo discusso in passato della questione su questo forum sembrava ancora una possibilità, più che una certezza. Lo stesso Giovanni Romanini aveva sostenuto, nel suo purtroppo unico intervento su questo forum, che Magnus lavorò ad Alan Ford fino al 1975.

Anche io la penso come G.Moeri, facile che nella moltitudine di lavori consegnati alla Corno si siano accorti solo all'ultimo momento della storia abbozzata a pennarello, che divenne poi il n. 65, e di un secondo tiro mancino, ossia una storia in cui, come ha riferito in passato un grande conoscitore di Magnus di questo forum, le matite furono appena abbozzate, ossia il n. 71 (anch'esso, forse non a caso, passato a china da Corteggi).
Suppongo che, pur se non viene precisato, Magnus avesse consegnato anche le copertine degli albi, magari già inchiostrate (la copertina del 65 non mi pare ad esempio inchiostrata da Corteggi ...)

A proposito dell'intervista su L'Urlo 3 aprile 1979, io l'avevo salvata prima che venisse cancellata, spero sia leggibile nonostante la bassa risoluzione:

LUrlo_3_aprile_1979


E' presumibile che le storie dal 55-56 al 75 siano state disegnate in un arco di tempo molto ristretto, del resto i tempi di lavorazione dichiarati dai due autori erano molto rapidi: intervistato dalla Perini nel numero 61 Max Bunker diceva di impiegare un'oretta per il soggetto e dieci-dodici ore per la sceneggiatura, mentre in un'intervista su La Settimana a Bologna 46 del 22 novembre 1973 (pubblicata nel volume 28 de "Il grande Magnus) viene detto che Magnus lavorava circa dieci giorni per ogni storia.

La_Settimana_a_Bologna_46_del_22_novembre_1973

Il tempo maggiore doveva essere pertanto quello richiesto dal passaggio a china e dal lettering, dato che nella posta del numero 55 del gennaio 1974, rispondendo ad un lettore che chiede che Alan Ford diventi quindicinale, viene risposto che "c'è qualche numero di anticipo. Ma è solo il minimo necessario di scorta che non possiamo mangiarci". Chissà se in quel periodo Magus aveva già consegnato tutti gli albi :woot:

Ritornando alle copertine mi ha sempre colpito il fatto che per i numeri dal 62 al 69 apparisse l'uso del pennarello, in particolare per gli sfondi, quasi se fossero state usate direttamente delle prove di colore; da notare che nella Alan Ford Story Mondadori i colori delle copertine (non ricordo a partire da quale numero), sono attribuiti addirittura a Max Bunker.

CITAZIONE (bobwalter @ 5/12/2020, 14:28)
Magnus escluso dalla posta. dettagli come quello riportato da cuccioloebeppe.

(...)

Io cominciai a leggere Alan Ford nei primi anni '80, quindi l'addio di Magnus e i fatti del n. 65 erano ormai lontani, ma rileggendo gli albi del periodo in cui Magnus era, non ufficialmente, fuori dalla Corno, ossia dal n. 55 del gennaio 1974 al n. 75 in cui apparvero i suoi (quasi) ultimi disegni si percepisce chiaramente che qualcosa sia avvenuto, ed ovviamente lo percepirono i lettori dell'epoca:

Come dice bobwalter Magnus ad un certo punto scompare dalla posta, non solo per il fatto che, sino al n. 56, le domande dei lettori erano sempre intestate a "Magnus e Bunker" mentre successivamente ciò non avviene, ma addirittura perché subentra una sorta di "Damnatio memoriae" per la quale Magnus non verrà mai più nominato dal numero 60 al numero 76 in cui si annuncia il suo abbandono; nello stesso numero 65 Bunker parla del "disegnatore" senza nominare Magnus (edit: rileggendo l'editoriale pubblicato a pag. 2 di questa discussione vedo che nemmeno si parla del disegnatore, ma si dice solo che le "matite erano state abbozzate a schizzo")

In questo periodo si ha inoltre la progressiva "demagnusizzazione" (o "bunkerizzazione") della testata:

n. 59: Maria Grazia Perini, assente Max Bunker a causa di incidente stradale, rispondendo ad una domanda sul fatto che i disegni siano diversi dal passato, rivela per la prima volta ai lettori che le chine non sono opera di Magnus, "Magnus ultimamente si è messo a eseguire delle ottime matite che vengono passate a china da altri disegnatori".

n. 60: proseguendo il discorso fatto nel numero precedente, Maria Grazia Perini si scusa per non aver citato i passatori a china, e presenta per la prima volta i nomi di Chiarini e Romanini, annunciando che dal numero successivo gli autori delle chine verranno indicati nelle note iniziali dell'albo.

n. 61. è il numero della svolta, con la definitiva bunkerizzazione della testata, e l'impostazione della l'albo cambia radicalmente; appare la scritta "Max Bunker presenta" in copertina, nella pagina del titolo scompare la scritta "Magnus & Bunker", viene inserito il nome del passatore a china, scompare la dicitura "Realizzazione grafica di Magnus" nella pagina dell'elenco episodi, scompare la scritta "Alan Ford (...) di Magnus e Bunker" nella pagina sommario (parallelamente le medesime cose avvengono nella ristampa "Il Gruppo TNT"). Nell'intervista di MGP a Max Bunker, di ritorno dopo l'incidente stradale, non appare nessun riferimento a Magnus...


CITAZIONE (Estempo @ 5/12/2020, 18:11)
(...)
Penso sia un pensiero che abbiamo avuto tutti... come se i classici della coppia fossero essere attribuibili anzitutto a Magnus.

E dei Beatles, magari, a... quello dei Due che preferite.

Poi, però, negli scorsi mesi, ho colto l'occasione della pubblicazione de Il Grande Magnus per rileggere tutto il Sommo. Le opere umoristiche non mi facevano ridere come quelle della coppia. Né mi appassionavano allo stesso modo quelle avventurose.

Pur facendo la tara di un possibile imbarbarimento dei miei gusti dovuto all'età (ho apprezzato tantissimo Magnus dopo i vent'anni, adesso ne ho 45), non me ne capacitavo.

E poi mi sono sciroppato tutte le interviste in uno degli ultimi volumi dell'opera.

In cui dava con chiarezza a Cesare quel che di Cesare era. Anche se meno simpatico, anche se opportunista, anche se tutt'altro che amico.

Difficile dargli torto.

Il grande enigma è cosa a... Cesare sia accaduto dopo, perché abbia iniziato ad essere così sciatto (tranne che in Riccardo Finzi).

Io sono devoto a Magnus però amo molto Alan Ford, che senza Bunker non sarebbe comunque esistito, quindi gliene sarò sempre grato.

Tra le interviste che citi, pubblicate nel n. 28 della collana il Grande Magnus, ce ne è una che ha il tono di quella dell'Urlo, tratta dal Bollettino C.G.A.F. n. 1 febbraio 1978, in un punto Magnus spiega nuovamente con sincerità i motivi dell'abbandono di Alan Ford, dicendo che si sono chiariti con Bunker, pur prendendo strade diverse:

Bollettino_C

in un altro punto Magnus prova a dare una risposta al tuo quesito, anche se io devo dire che ho invece apprezzato tantissimo, e tuttora apprezzo, le storie di Alan Ford post Magnus, almeno sino al 130:

Bollettino_C_0

Edited by kitwendemm - 6/12/2020, 23:24
 
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