CITAZIONE (DYD_HRM @ 8/2/2019, 11:23)
Bè, che il libro sia stato venduto a 12 euro significa solo una cosa: che erano in pochi a cercarlo. La sua rarità, ovvero il numero effettivo di copie sopravvissute fino ad oggi, lo mettono sicuramente sul podio tra (titolo del 3d) i fumetti italiani più rari di sempre. Molti pezzi raggiungono cifre di molto superiori non per la loro rarità ma per il numero di collezionisti che li cercano; senza scomodare un Wolp o il n.1 della Topolino Giornale (che sono comunque rari), persino un Dylan Dog prima edizione n.1 spunta cifre ben più alte di 12€, ma sotto l'aspetto della rarità parliamo di un albo comunissimo che - mensilmente - spunta in diverse inserzioni online.
Per la questione della data: fino a ieri erano probabilmente in 4 a conoscere la sua esistenza, che interesse dovrebbe avere colui che ha scritto la data a penna di retrodatarlo? Per aumentarne il valore? Se lo cercano solo in 4, dubito che il valore possa aumentare di molto. Poi, bisogna anche vedere se il gioco vale la candela: a parità di costo tra questo libro e un Wolp o un TG 1, ho pochi dubbi su cosa punterebbe la massa di collezionisti in grado di spendere certe cifre.
Più che altro, visto il titolo "Topolone", sarebbe curioso sapere se chi ha avuto l'idea di tradurre il nome "Mickey Mouse" in "Topolino" non sia stato influenzato proprio dal titolo di questo libro. Vista la stazza del topo protagonista del libro (e di conseguenza il suo nome "Topolone", che sta proprio ad indicare un grosso topo), magari ha pensato di contrapporlo con il nome "Topolino" facendo riferimento proprio al fisico più asciutto rispetto al personaggio di Minervini.
Quoto in toto … l'equivalenza raro=costoso non è assolutamente una regola generale…
Come sa bene chi fa ricerche storiografiche esistono documenti storici dall'incommensurabile valore storico ma ben poca cosa da quello economico …
Il valore che - si vuole - attribuire ad un oggetto collezionabile non è certo legato in massima parte solo alla rarità, ci sono molte altre componenti in gioco…
Poi se qualcuno vuole imbastire una sorta di ampia pubblicizzazione per cercare di far aumentare di valore di un singolo oggetto è un altro paio di maniche, non c'entra nulla con la sua rilevanza storico culturale.
Qui a me sembra evidente che alcuni dati siano oggettivi e già conosciuti:
pubblicazione originale già conosciuta datata tra gli anni venti e trenta
evidente analogia grafica con Topolino
Questi dati non sono da dimostrare ma sono già ACQUISITI
Ora si trova un esemplare con dedica datata 1929 …
Be' è molto semplice se l'albo è quello ( non la ristampa) carta e inchiostro sono compatibili con il periodo non vedo perchè la nota dovrebbe essere falsa
Un po' come trovare un carteggio privato di uno scrittore e voler sminuire un'eventuale annotazione in bordo datata….
Da qui a dire che l'oggetto abbia una rilevanza economica enorme ce ne passa, ma ai fini di una ricostruzione storiografica del fumetto italiano a me sembra importantissima…
Il fumetto è brutto e ha meno appeal rispetto a un Wolf? 'Nbe? Che c'entra, la rilevanza della datazione certa è più importante ai fini storiografici rispetto alla collezionabilità dell'oggetto. Magari non per un singolo, ma di certo per una comunità di studiosi.