Il lago errante di Sven Hedin.
Appena recuperato per pochi euro, in prima edizione del 1941 e in condizioni eccellenti. Si tratta della cronaca di uno degli ultimi viaggi del leggendario esploratore Sven Hedin.
image sharing siteCopio la quarta di copertina di un'edizione recente.
Questo libro è il supremo coronamento di una vita di avventure, di spedizioni in territori inesplorati dove mai piede d’uomo aveva toccato il suolo, di fatiche, di freddo pungente nelle ossa e tempeste, sempre a sfidare la natura in zone dove quest’ultima vince sempre.
Leggere questo libro ci riporta a un mondo che ci stiamo lasciando scappare senza accorgercene: quando Sven Hedin attraversava solitario il Tibet, in Europa ci si organizzava per la prima Guerra Mondiale; quando attraversò il Lop-Nor, il lago errante, si era tra due guerre, una da poco finita l’altra in procinto di nascere, in zone dove gli Occidentali erano considerati sempre delle spie al servizio di questo o quel regno o governo, con pericoli veramente reali e concreti (prigione e morte).
Sven Hedin con questo straordinario viaggio tradusse in realtà una sua intuizione scientifica: esisteva un lago che era scomparso e che era di recente ricomparso, un lago di grandissime dimensioni, su quella che era stata la più importante strada conosciuta al mondo, la Via della seta.
Il dottor Hedin, come tutti lo chiamavano, cercò anche di individuare una pista per poter tentare la riapertura di una Nuova Via della seta, ma fu fermato dagli strumenti inadeguati e dai governanti che lo volevano sotto controllo stretto,
non intuendo che le visioni di certi uomini sono, per nostra fortuna, le fondamenta su cui si costruiscono le comodità a cui siamo abituati.
A noi semplici lettori “da salotto” resta soltanto la possibilità di emozionarci e sbigottirci di fronte a queste pagine, ricordando che sono state scritte nel 1934 e che allora Sven Hedin scoprì un lago enorme e, se ci si riflette, l’incredulità aumenta.
Lasciamo alle parole di questo libro la possibilità di fare sognare ancora oggi tutti quanti pensano che essere un esploratore sia ancora uno dei “lavori” più straordinari che esistano.