Vintage Comics

Epoche Alanfordiane, Dai Meandri Dell' AF Forum

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Tito63
view post Posted on 2/6/2015, 13:32




Fa un certo effetto vedere il maestro Romanini rispondere a dubbi e quesiti di collezionisti e appassionati. Questo fa capire il livello raggiunto dal nostro forum :clap:
 
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view post Posted on 2/6/2015, 21:55
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Giannizzero Nero

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CITAZIONE (G.Moeri @ 2/6/2015, 01:14) 
Su "Smack" n.8 di aprile 1968 l'annuncio: il 2 maggio uscirà Alan Ford. Ma sul n.9 contrordine: l'uscita in edicola della nuova testata "è stata rimandata essendo sopravvenuti particolari motivi tecnici che ne hanno reso impossibile l'uscita".
-

Moeri, dato che qui sono un utente come gli altri e non posso apportare modifiche come ai bei tempi dell' AF Forum :rolleyes: ti prego di correggere i dati riferiti a Smack , si trattano dei numeri 3 e 5 e non dei numeri 8 e 9, tra l'altro mai usciti ;)
 
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view post Posted on 3/6/2015, 00:34
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Fatto webmaster :ph34r: ; ma il n.4 di "Smack" uscì a maggio o giugno? :?:
 
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view post Posted on 3/6/2015, 06:42
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Terribile Brigante del West

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CITAZIONE (G.Moeri @ 3/6/2015, 01:34) 
Fatto webmaster :ph34r: ; ma il n.4 di "Smack" uscì a maggio o giugno? :?:

Maggio.
 
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Annunziato
view post Posted on 3/6/2015, 14:00




Allora, proviamoci:

Il tutto prende il via nel 1967 da un'idea di Roberto - secondo quanto dichiarato dal compianto Andrea Corno. L'idea passa al vaglio di Secchi, che riprende il nome "Alan Ford" "(...) nel 1967 quando iniziai a concepire la struttura del fumetto formando pian piano i vari componenti. Ci vollero due anni per rifinire la prima sceneggiatura dopo che avevo consumato montagne di carta, sia con i miei appunti scritti a mano, che con le cartelle battute con la macchina portatile" (*). Nei primi giorni del '67 Secchi scrive anche Una strega in paradiso, in cui c'è sia il Conte (Max Lincoln, ispirato a Secchi persino nel nome d'arte), sia Bob Rock: "(...) Il fatto andò così. Magnus, che allora abitava a Milano, lavorava di notte e verso le sei scendeva al bar per prendersi un bel caffè doppio e tornare a lavorare sino alle otto. Verso le sei alcuni negozi aprivano, la gente incominciava ad animarsi di gente che usciva altre che entrava e Magnus annotava mentalmente tutto e mi raccontava del tale che rientrava alla talora e quell'altro che usciva all'altra ora così lo soprannominai "agenzia nulla sfugge". Stavo scrivendo la sceneggiatura di Satanik N.54 "Una strega in paradiso" e inserii uno strano investigatore, capo di una agenzia "Nulla Sfugge" appunto, che vestiti con mantellina scozzese, cappellino alla Sherlock Holmes e lente d'ingrandimento, decisamente malmesso. Lo descrissi con tal dovizia di particolari che quando Magnus lesse la sceneggiatura disse: "sbaglio o qui mi hai messo dentro in caricatura?". Bob Rock era nato lì. (...)" (°). Nascono quindi i diversi personaggi: dal Conte Oliver alla Cariatide a Geremia a Grunf ad Alan. "(...) Il Numero Uno, (...). Avevo diverse soluzioni per la testa e alla fine scelsi quella del vecchio paralitico anche perché, sino allora, i vecchietti nel fumetto erano per lo più delle macchiette, ubriaconi e clauneschi e volevo portare qualcosa di nuovo, sotto modeste spoglie. Ricordo che Magnus mi suggerì un ipnotizzatore o qualcuno che avesse a che fare con la cartomanzia et similia, invece, com'è noto, optai per il concetto dell'eterno dell'esistenza, dove il grande capo, senza nome, chiamato appunto Numero Uno per ordine gerarchico, aveva come prima caratteristica quella di raccontare versioni incredibili dei più grandi avvenimenti storici che lo vedevano sovente coprotagonista. (...)" (^). Il più è fatto. C'è la sceneggiatura del numero uno, quella del numero due (scritta, come asserisce Bunker nell'intervista a Zincone, "(...) a Parigi a casa di un mio parente in rue Faubourg Saint-Honoré, poco distante da quella che fu la residenza di Robespierre. (...)" (˜))... "(...) Giunti a questo punto bisogna fare una precisazione. I fumetti sino ad allora avevano due caratteristiche ben precise: quelli di azione (o di avventura) tra cui i vari Kriminal, Satanik e compagnia, e quelli comici, ovvero Topolino, Tiramolla, Cucciolo etc... Alan era difficile da posizionare. In quale area? Il genere grottesco-ironico non c'era fino ad allora sul mercato. Questo va detto anche per capire come andò all'inizio. (...)" (°°). Già, ma come andò all'inizio? "(...) L'idea è maturata circa tre anni prima che Alan venisse alla luce, poi è stata ovviamente rielaborata. Cosa ci ha spinto? Mah il constatare che gli albi umoristici o tout-court "da ridere" non facevano affatto ridere, e che comunque la comicità contenuta era di tipo molto scialbo e insapore. Riuscendo quindi a trovare la linea tra testo e disegno, in modo da renderli compattamente uniti, giocando sia sulla battuta che sul grottesco del disegno, arrivando a rendere una situazione che facesse veramente divertire, anche all'insegna del motto "non ha importanza quello che si dice ma come lo si dice". Siccome una risata fa buon sangue e, quando sgorga genuina (in un mondo afflitto da tante pene e dalla assoluta mancanza di senso dell'umorismo) è un antidoto temporaneo contro la nevrosi. (...)" (').

Namasté!
A.

(*) Da Alan Ford Special n. 2 (25/99), luglio 1999, pag. 35.
(°) Ibidem, pag. 37.
(^) Ibidem, pag. 39.
(˜) Da "Max Bunker - Intervista su Sette", settembre 2011, di Vittorio Zincone. È riportata sul suo sito.
(°°) Da Alan Ford - Supplemento 25°, marzo 1994, pag. 4.
(') Risposta non firmata (ma probabilmente riconducibile a Luciano Secchi), da La posta di Alan Ford, in Alan Ford n° 25, luglio 1971, pag. 125.

PS: Moeri, te l'avevo detto che sarebbe uscito un lenzuolo ;) !
 
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view post Posted on 3/6/2015, 21:55
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CITAZIONE (aumaldo @ 3/6/2015, 07:42) 
CITAZIONE (G.Moeri @ 3/6/2015, 01:34) 
Fatto webmaster :ph34r: ; ma il n.4 di "Smack" uscì a maggio o giugno? :?:

Maggio.

Grazie ;) .
CITAZIONE (Annunziato @ 3/6/2015, 15:00) 
Allora, proviamoci:

Il tutto prende il via nel 1967 da un'idea di Roberto - secondo quanto dichiarato dal compianto Andrea Corno. L'idea passa al vaglio di Secchi, che riprende il nome "Alan Ford" .
Da Alan Ford Special n. 2 (25/99), luglio 1999, pag. 35.
"(...) nel 1967 quando iniziai a concepire la struttura del fumetto formando pian piano i vari componenti. Ci vollero due anni per rifinire la prima sceneggiatura dopo che avevo consumato montagne di carta (...) ".
Da una risposta non firmata (ma probabilmente riconducibile a Luciano Secchi), da La posta di Alan Ford, in Alan Ford n° 25, luglio 1971, pag. 125:
"L'idea è maturata circa tre anni prima che Alan venisse alla luce, poi è stata ovviamente rielaborata. Cosa ci ha spinto? Mah il constatare che gli albi umoristici o tout-court "da ridere" non facevano affatto ridere, e che comunque la comicità contenuta era di tipo molto scialbo e insapore. Riuscendo quindi a trovare la linea tra testo e disegno, in modo da renderli compattamente uniti, giocando sia sulla battuta che sul grottesco del disegno, arrivando a rendere una situazione che facesse veramente divertire, anche all'insegna del motto "non ha importanza quello che si dice ma come lo si dice" (...)" (').

Molto interessante quanto scritto sul n.25 di "Alan Ford"; quindi l'idea del T.N.T. (attribuibile a Magnus, che in seguito inventerà anche la "Compagnia della Forca" mentre Max Bunker inventerà sempre personaggi singoli) parte già nel 1967. Ma non è provato che sia la stessa idea alla base della mancata uscita del 2 maggio 1967, visto che non solo Max continua ad indicare, nel 1977 come nel 1999 come in altre date, l'estate 1968 come data di sceneggiatura ma anche qui afferma: "Ci vollero due anni per rifinire la prima sceneggiatura".
Provo a ricostruire un quadro ipotetico: alla Corno i "neri" sono ultrasfruttati, e si cercano nuove strade per garantirsi il futuro. Una testata, "Dennis Cobb", che cavalcava l'onda dello spionistico, è durata un pò ma sta per chiudere, e si cerca di rimpiazzarla (Gesebel esce ancora, chiuderà ad ottobre 1967) con una nuova testata dal contenuto ignoto, che ricicla un nome messo sotto copyright anni primaidea.
A gennaio 1968 Dennis Cobb chiude, magari lo avrebbero proseguito sino ad aprile ma doveva essere troppo in passivo. Per maggio nuova proposta spionistica al suo posto. Sembra tutto pronto ma l'editore Corno non soddisfatto dà lo stop, ed il direttore Secchi deve ripartire daccapo, inserendo, su suggerimento o meno dell'editore, una idea di Magnus in "Alan Ford" o ripartendo proprio daccapo, sulla base di un progetto di riserva elaborato già nel 1967 e partito da una idea di Magnus, a cui viene girato il nome della testata mancata. La creazione originale, non più il cavalcamento di una onda che magari si stava affievolendo, è una sorta di riproposizione in chiave umoristica di Dennis Cobb (la cui apparizione fulminea in Alan Ford n.125 non sarebbe quindi casuale, ma quasi un tributo voluto dall'autore ed una sorta di riconoscimento di continuità narrativa), quasi un rovesciamento della serie, uno di quei colpi di genio inaspettati, anche se ... tra le origini di Jonny Logan, va detto, vengono citati i "7 uomini d'oro"...hmm.
Si riparte con un anno di ritardo a maggio 1969 e di lì la storia è nota. Un dubbio: quando uscì il n.1 di Alan Ford a che punto erano materialmente i n.2-3-4? Altro dubbio: siccome è impossibile che si preannunciasse una uscita per il 2 maggio 1968 senza che prima vi fosse del materiale già pronto, che fine ha fatto quel materiale? Chi lo possiede e ne ha i diritti di riproduzione? Ed anche lì a che punto erano i n.2-3-4? :huh:
Altro dubbio: siccome attualmente la testata si chiama "Alan Ford Original" con registrazione in tribunale del 10/12/2012, chi possiede adesso la testata "Alan Ford" con registrazione in tribunale del 10/4/1969?juggle

Edited by G.Moeri - 4/6/2015, 20:19
 
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view post Posted on 4/6/2015, 15:31




CITAZIONE (G.Moeri @ 3/6/2015, 22:55) 
(...) Provo a ricostruire un quadro ipotetico: alla Corno i "neri" sono ultrasfruttati, e si cercano nuove strade per garantirsi il futuro. Una testata, "Dennis Cobb", che cavalcava l'onda dello spionistico, è durata un pò ma sta per chiudere, e si cerca di rimpiazzarla (Gesebel esce ancora, chiuderà ad ottobre 1967) con una nuova testata dal contenuto ignoto, che ricicla un nome messo sotto copyright anni primaidea.

Ma sentiamola, l'altra campana:

"(...) Dopo la faccenda si è rischiarata, soprattutto quando ho mollato. Ma c'è stato un periodo tesissimo. Il periodo migliore venne con Alan Ford, perché gli altri due li avevo lasciati perdere. Bunker allora mi trattava come un signore, e facevo un po' quello che volevo. (...)" (da Dalla Cina al Grand Canyon - Intervista a Magnus in Starmagazine 4, dicembre 1990, pag. 93).

CITAZIONE (G.Moeri @ 3/6/2015, 22:55) 
(...) Si riparte con un anno di ritardo a maggio 1969 e di lì la storia è nota. Un dubbio: quando uscì il n.1 di Alan Ford a che punto erano materialmente i n.2-3-4? (...)

Giacché - come già detto ormai tante volte - le prime due sceneggiature sono coeve (luglio / agosto 1968), [suppongo che] tra i primi di settembre '68 e maggio '69 Secchi completa le altre due e Roberto disegna. Poi bla bla bla fino all'uscita del numero quattro, in cui arrivano i definitivi della vendita dei primi due numeri. L'ecatombe.

"(...) I dati definitivi che man mano arrivavano confermavano il tragico andamento. Altro che fredda, la doccia era ghiacciata. Che fare? Andammo dall'editore che sulla domanda "Continuiamo ancora un paio di numeri che cosa?" rispose con un diplomatico "Vedete voi" (...). "Quella sera andammo a mangiare due pizze giganti, poi al cinema a vedere "La notte dei generali" sempre con Peter O' Toole, ma senza commento alcuno sulla situazione che si era creata, come tacita intesa. La mattina seguente avevo preso una decisione. Così mi misi a scrivere, o meglio a finire la storia numero cinque "Date, date, date" e quando Magnus arrivò sul lavoro, l'avevo finita. "Che si fa, si va avanti?" - domandò un po' assonnato. "Questa è la cinque, facciamo anche la sei poi vediamo" gli risposi "può darsi che la situazione muti, in meglio naturalmente". "È bello vedere che c'è qualcuno che crede ancora nei miracoli" commentò Magnus accendendosi una Stop senza filtro. (...)" ( da Così nacque Alan Ford, in Alan Ford - Supplemento 25°, marzo 1994, pag. 5).
 
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view post Posted on 4/6/2015, 17:24
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Giannizzero Nero

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Ho fatto delle ricerche nel vecchio AF Forum e ho scoperto che si è parlato di Alan Ford Zero sull' albo nr. 463.
Non ce l'ho a portata di mano, magari, se qualcuno volesse trascrivere il pezzo.. ;)
 
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view post Posted on 4/6/2015, 18:51
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Concordo con Elledi, grande lavoro per tutti gli interventi visti in questa discussione :clap: , appena ho tempo li commenterò volentieri :)
e grazie e getterbop per l'indicazione del numero col riferimenti al nr. 0 , ecco il pezzo da AF 463 Chez Max pag. 124:

ALAN NUMERO ZERO
Un bel mattino di qualche settimana fa un lettore venne in redazione chiedendo se avevamo per caso copia del numero zero di Alan. Noi siamo caduti dalle nuovole. Ignoravamo l'esistenza e dubitavamo dell'esistenza. Qualche giorno diopo il lettore è ritornato con delle fotocopie di ottima qualità riproducenti alcune pagine. Allora mi sovvenne che sì, prima di varare Alan, alla Corno si fece una prova di stampa a due colori, nero e grigio su carta patinata. L'esito fu buono ma venne scartata l'idea per gli alti costi. La stampa era di alcuni fogli macchina che poi vennerro rilegati a mano. Ne uscirono 10 copie. Io non ce l'ho.


E neanche io ce l'ho :cry: Inutile dire che da quando lessi questo intervento pensai si trattasse del "Sacro Graal" del collezionismo alanfordiano :drool: (almeno per quanto riguarda il materiale stampato, originali esclusi)

Edited by kitwendemm - 4/6/2015, 20:26
 
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view post Posted on 4/6/2015, 19:46
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CITAZIONE (getterbop @ 4/6/2015, 18:24) 
Ho fatto delle ricerche nel vecchio AF Forum e ho scoperto che si è parlato di Alan Ford Zero sull' albo nr. 463.
Non ce l'ho a portata di mano, magari, se qualcuno volesse trascrivere il pezzo.. ;)

Ops, Kitwendemm mi ha preceduto :cryb:, ma io avevo già trascritto tutto; il pezzo era questo:
… ma dove li ho messi … dietro Jonny Logan e Compagnia della Forca (ed altro) … spostiamo … ecco qua, n.463 (1/08, 256 pag.), pag.124: “ALAN NUMERO ZERO: Un bel mattino di qualche settimana fa un lettore venne in redazione chiedendo se avevamo per caso copia del numero zero di Alan. Noi siamo caduti dalle nuvole. Ignoravamo l’esistenza e dubitavamo dell’esistenza. Qualche giorno dopo il lettore è ritornato con delle fotocopie di ottima qualità riproducenti alcune pagine. Allora mi sovvenne che, si, prima di varare Alan, alla Corno si fece una prova di stampa a due colori, nero e grigio, su carta patinata. L’esito fu buono, ma venne scartata l’idea per gli alti costi. La stampa era di alcuni fogli di macchina che poi vennero rilegati a mano. Ne uscirono 10 copie. Io non ce l’ho”.
Commento:
1) Non è spiegato se si tratta del primo tentativo, del 1968, o del tentativo definitivo, del 1969, come sembrerebbe :mmm: Non si tratta di tutta la storia ma solo di alcune tavole con toni di grigio, ed il motivo della bocciatura non sta nella qualità ma nei costi.
2) Questo ignoto lettore, senza dubbio un appassionato e competente collezionista, come faceva a sapere dell'esistenza di questo numero zero? E come ha fatto a procurarsi le fotocopie? Sono fotocopie di materiale suo o di un amico?hmm
Quando fallì la Corno scatoloni di materiale finirono al maceroshocked :fcplm: , qualcosa fu acquistato dalla M.B.P. e qualcosa venne acquistato da dei collezionisti, e questo spiegherebbe la storia di questo numero zero :alienff:.

CITAZIONE (Annunziato @ 4/6/2015, 16:31) 
Ma sentiamola, l'altra campana:

"(...) Dopo la faccenda si è rischiarata, soprattutto quando ho mollato. Ma c'è stato un periodo tesissimo. Il periodo migliore venne con Alan Ford, perché gli altri due li avevo lasciati perdere. Bunker allora mi trattava come un signore, e facevo un po' quello che volevo. (...)" (da Dalla Cina al Grand Canyon - Intervista a Magnus in Starmagazine 4, dicembre 1990, pag. 93).

CITAZIONE (G.Moeri @ 3/6/2015, 22:55) 
(...) Si riparte con un anno di ritardo a maggio 1969 e di lì la storia è nota. Un dubbio: quando uscì il n.1 di Alan Ford a che punto erano materialmente i n.2-3-4? (...)

Giacché - come già detto ormai tante volte - le prime due sceneggiature sono coeve (luglio / agosto 1968), [suppongo che] tra i primi di settembre '68 e maggio '69 Secchi completa le altre due e Roberto disegna (...) .

Quindi quattro numeri già pronti a maggio 1969. Ed altri quattro già pronti a maggio 1968? E' una ipotesi ... una nuova testata spionistica progettata dal direttore Max Bunker e bocciata dall'editore, che deve aver chiesto, immagino, a Bunker, di accogliere idee di Magnus così come doveva essere, penso, accaduto nei "neri"hmm.
Da “Starmagazine” n.4 (12/90): “(…) C’è questo di ingrato, nei fumetti periodici: che quando ti sembra di aver finito, è ora di ricominciare. Ci sono stati dei momenti con ritmi anche settimanali. Un massacro. (…) Si, sono andato via dalla Corno e mi sono rifugiato da Renzo Barbieri. Era un po’ come andare nella Legione Straniera. Io non lo conoscevo ma dei transfughi della Corno” (Erasmo Buzzacchi? E 1-2 disegnatori immagino) “mi avevano detto che, là se fossi passato, sarei stato accolto a braccia aperte. Prima ero andato alla Dardo, ma non si raggiunse nessun accordo. Per Barbieri la prima cosa per cui sono uscito è stato il malloppo dei Briganti (…) devo riconoscere che il mio vero editore, quello che mi ha fatto fare tutto quello che volevo, e me lo ha pagato, è stato Renzo Barbieri. (…) Dall’’80 al ’90 … è stato il decennio in cui sono cresciuto come autore in proprio. A grana stavo meglio alla Corno, ma il sistema di lavoro è diventato più vivibile (…)”fruits_apple.
 
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view post Posted on 4/6/2015, 23:36
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acc., scusa G.Moeri :)

Discussione interessantissima, ci sono così tanti temi di rilievo che è difficile scegliere di cosa parlare, proviamo :

CITAZIONE (G.Moeri @ 1/6/2015, 21:20)
Quindi il "giocare increduli sulla fame" va interpretato come "Far disegnare Magnus per Alan Ford anche tra fine '73 ed inizio 75', anche se disegnava già per altri editori, ed anche se non metteva più materialmente piede in redazione, finchè non è riuscito a svincolarsi da un contratto del quale non era soddisfatto smettendo di disegnare la testata"? :?:
Grazie comunque per l'intervento.

questa interpretazione salverebbe la credibilità dell'intervista su L'urlo : l'uscita dalla Corno fu effettivamente nel 73, ma è stata una nostra interpretazione l'equazione "uscita dalla Corno" = "fine del lavoro su Alan Ford" e ma Magnus continuò quindi a disegnare Alan Ford da freelance fino al 75 ... (rimane sempre il dubbio sui riferimenti, nell'intervista, alle scorte da esaurire ecc. ma tant'è...)


CITAZIONE (getterbop @ 1/6/2015, 23:14)
Proseguiamo il discorso..

IL FUMETTO IN TV (AF 101-120)
Con l'arrivo di Clodoveo le dinamiche del Gruppo TNT vengono rinnovate e il Cirano e la Squitty vengono progressivamente accantonati. In Tv , Supergulp spopola con la seconda serie del programma con un altra tornata di fumetti in TV di Alan stavolta tratti da storie già edite.
Alan Ford è in cima alle classifiche degli albi della Corno e Max e Piffarerio producono ottimo materiale , con la sola parentesi del 114 disegnato da Romanini sino ad arrivare al 120 con la prima apparizione di Katodik e il primo decennale di Alan Ford.

questa è la fase che ricordo con più affetto, perchè coincise col mio avvicinamento al fumetto, proprio grazie a Supergulp, penso di essere stato un tipico prodotto del boom televisivo, pieno entusiasmo sino al numero 120 e poi progressiva disafezione sino a lasciare attorno al 140 :( . Anche a me il 120 è sempre apparso un punto di svolta, storie e disegni fin li sono sempre stati ad un livello eccellente, dopo ci sono state varie battute a vuoto e periodi più o meno oscuri della testata


CITAZIONE (G.Moeri @ 2/6/2015, 01:14)
Dò anche io qualche commento sulla storia della testata, un pò alla volta:
- Siamo nel 1961, e la neonata Editoriale Corno ex-Serpente Volante tenta un esperimento anche a mio parere intelligente ma evidentemente di non molto successo: degli albi venduti nei grandi magazzini Upim, perlopiù materiale estero ritradotto, tra cui la serie di fantascienza spagnola "Johnny Galaxia", ribattezzata in Italia (da Max Bunker si presume) "Alan Ford" per la compresenza contemporanea del "Gionni Galassia" di Benito Jacovitti (nessuna relazione con l'attore inglese Alan Ford, attivo dal 1973). L'esperimento termina nel 1962.
- Ottobre 1967: appare la prima pubblicità del nuovo "Alan Ford", su "Gesebel" n.23, ed il mese dopo su Kriminal n.123, su uno speciale di Satanik e sul n.10 dei "Racconti dell'impossibile": "Prossimamente ALAN FORD", ed ancora su Satanik 74 (gennaio 1968, stesso mese di chiusura di Dennis Cobb). Su Eureka n.6 di aprile 1968 si riporta "è imminente Alan Ford Mensile a L. 150" (la metà del prezzo di copertina di "Eureka"). Su "Smack" n.3 di aprile 1968 l'annuncio: il 2 maggio uscirà Alan Ford. Ma sul n.5 contrordine: l'uscita in edicola della nuova testata "è stata rimandata essendo sopravvenuti particolari motivi tecnici che ne hanno reso impossibile l'uscita". Questi i fatti, ricostruiti dai collezionisti presenti nel forum.

Sarebbe davvero interessante sapere cosa si nasconde dietro l'annuncio della pubblicazione nel '68, da quanto ha sempre raccontato Max Bunker fino all'autunno del 68, oltre a non avere finito la stesura della prima sceneggiatura, non aveva neanche delineato graficamente i personaggi e Alan Ford fu addirittura l'ultimo a prender forma, dopo a famosa visione di “Ciao Pussycat” al cinema con Magnus :

da Alan Ford Story 1 Mondadori
Arrivai all’autunno dei 1968. A quel punto si trattava di delineare graficamente i personaggi. Feci un dettagliato identikit di ognuno e passai il foglietto a Magnus che si mise subito ai lavoro.

quindi se qualcosa doveva essere pubblicato nel maggio '68 era un fumetto totalmente diverso dall'Alan Ford che abbiamo conosciuto.


CITAZIONE (Annunziato @ 3/6/2015, 15:00)
Allora, proviamoci:

Il tutto prende il via nel 1967 da un'idea di Roberto - secondo quanto dichiarato dal compianto Andrea Corno. L'idea passa al vaglio di Secchi, che riprende il nome "Alan Ford" "(...)

in relazione alla paternità dell'idea di fondo di Alan Ford in seguito Max Bunker non ha perso occasione per attribuirsene la totalità, rimarcando addirittura il disinteresse di Magnus al progetto in via di sviluppo... e glissando sul legame del nome con lo "spaziale moderno". Di seguito alcuni brani su quella che è ormai la "verità ufficiale" riproposta più volte :

da Alan Ford Story 1 Mondadori 2009:
UNA LIETA STORIA FINITA IN RIDERE
Correva l’ultimo giorno dell’anno 1966. Ero stato invitato da amici nella loro casa di montagna a Saint Moritz, Nevicava. Ero assorto a rimirare Le falde bianche danzare nell’aria mentre sul piatto del giradischi un trentatré giri ricordava le musiche delle colonne sonore dei film di James Bond agente 007. Quel giorno ebbi l’idea di Alan Ford. Fu come una folgorazione! Osservare la neve non da solo una sensazione di pace, ma aiuta anche a riflettere. Dovevo rovesciare la struttura di James Bond. Tanto era organizzato lui, tanto dovevano essere disorganizzati i miei e dovevo intingere la penna nell’inchiostro dell’ironia, del grottesco e dello humor. Alan Ford è un nome (e cognome) che ho sempre avuto nell’orecchio per misteriose e inesplicabili ragioni. E lo vidi subito nella mia mente, bello, occhi cerulei, biondo, timido e leggermente imbranato.
(…)
Ed era un gruppo esplosivo, mai visto niente del genere prima. Parlai della mia idea a Magnus, il quale mi rispose con quello che era il suo ritornello preferito: “Scrivi, scrivi che poi ti dimentichi”. (…)


Da Alan Ford TNT Edition 1 Mondadori 2013
Il prologo
L’idea di creare un gruppo di diseredati, ma non infelici, positivi nel loro atteggiamento alla vita, con una spruzzata di ironia, sarcasmo e humour miscelati bene, lo covavo do tempo. I siparietti umoristici che di tanto in tanto inserivo in Kriminal e Satanik sono stati gli esperimenti che ml hanno portato a creare il Gruppo TNT. Non è stato un lavoro semplice, non è stato un lavoro facile. Ho impiegato due anni a costruire e rifinire ogni dettaglio.
Per tutto quel periodo, ogni weekend e feste comandate, e taluna anche non comandata, li ho dedicati alla costruzione del mondo di Alan Ford e compagnia. Del progetto ovviamente avevo informato Magnus il quale, come sua abitudine, non voleva anticipazioni, ma leggersi la sceneggiatura una volta terminata.


Da Alan Ford tutto a Colori 1 1000voltemegliopubblishing 2013
RICORDI NELLA MEMORIA DA RICORDARE)
Il primo numero di Alan Ford uscì nel maggio del 1969 ma già da parecchio tempo si stava lavorando progetto. Una prima sceneggiatura la terminai nell’agosto 1967 dopo che con Magnus avevamo o patto preciso: non gli avrei raccontato nulla fino all’approntamento della sceneggiatura finale. L’unica cosa che gli anticipai di questa nuova creatura era che doveva coordinare quelli che erano stati i piccoli esperimenti fatti su “Kriminal’ e Satanik”.


come si vede si sostiene che l'idea di base era già quella di un fumetto di gruppo e che Magnus insistette per non saper nulla sul fumetto in gestazione...

sempre da Alan Ford Story 1 non sembrano esserci dubbi :ph34r: su un Magnus puro esecutore grafico (come da sentenza del 2003...) :

"Consegnai quindi la sceneggiatura del primo numero “II Gruppo TNT” a Magnus, che se la lesse nella sua adorata solitudine. Magnus era sempre stato un mio grande estimatore e quella volta trascese. “Per me è un capolavoro. -disse ii mattino dopo- Solo ml chiedo se il pubblico è pronto a capire la tua ironia, il tuo senso dello humor che è tutto tuo!”“Lo sapremo solo pubblicandolo. -risposi- Coraggio, inizia a disegnare.”
 
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view post Posted on 5/6/2015, 07:14

Giannizzero Nero

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...voglio ricordare che sulla prima pagina e prima vignetta del n. 2 è riportato "Magnus & Bunker '68"....

Edited by crazymad - 5/6/2015, 10:11
 
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CITAZIONE (kitwendemm @ 5/6/2015, 00:36) 
(...) l'uscita dalla Corno fu effettivamente nel 73, ma è stata una nostra interpretazione l'equazione "uscita dalla Corno" = "fine del lavoro su Alan Ford" e ma Magnus continuò quindi a disegnare Alan Ford da freelance fino al 75 ... (rimane sempre il dubbio sui riferimenti, nell'intervista, alle scorte da esaurire ecc. ma tant'è...)

Sulle scorte da esaurire è semplice: il n.75 è uscito a settembre 1975, e se Magnus ha terminato la sua collaborazione ad inizio anno (se non prima) ... :ph34r:

CITAZIONE (kitwendemm @ 5/6/2015, 00:36) 
Sarebbe davvero interessante sapere cosa si nasconde dietro l'annuncio della pubblicazione nel '68, da quanto ha sempre raccontato Max Bunker fino all'autunno del 68, oltre a non avere finito la stesura della prima sceneggiatura, non aveva neanche delineato graficamente i personaggi e Alan Ford fu addirittura l'ultimo a prender forma, dopo a famosa visione di “Ciao Pussycat” al cinema con Magnus :

da Alan Ford Story 1 Mondadori
Arrivai all’autunno dei 1968. A quel punto si trattava di delineare graficamente i personaggi. Feci un dettagliato identikit di ognuno e passai il foglietto a Magnus che si mise subito ai lavoro.

quindi se qualcosa doveva essere pubblicato nel maggio '68 era un fumetto totalmente diverso dall'Alan Ford che abbiamo conosciuto.

Immagino una nuova serie spionistica progettata da Max Bunker ma poi saltata per ariamf_grenade

CITAZIONE (kitwendemm @ 5/6/2015, 00:36) 
in relazione alla paternità dell'idea di fondo di Alan Ford in seguito Max Bunker non ha perso occasione per attribuirsene la totalità, rimarcando addirittura il disinteresse di Magnus al progetto in via di sviluppo... e glissando sul legame del nome con lo "spaziale moderno". Di seguito alcuni brani su quella che è ormai la "verità ufficiale" riproposta più volte :
(...)

Ma in nessuna di queste "versioni ufficiali" vengono mai citate la mancata uscita del maggio 1968 ed il fatto che il nome "Alan Ford" fosse già stato utilizzato nel 1961-62blowup.
Nè quanto rivelato da Andrea Corno nel 1999.
L'ultima, quella di AFS1, è quella che lascia più perplessi: "Capiranno i lettori il tuo grande genio?", non mi sembra lo stile di Magnus, anzi sembra più il socio ...brow

CITAZIONE (crazymad @ 5/6/2015, 08:14) 
...voglio ricordare che sulla prima pagina e prima vignetta del n. 2 è riportato "Magnus & Bunker '68"....

Magari è stato disegnato a fine 1968 ... :mmm:
 
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view post Posted on 6/6/2015, 00:01
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Giannizzero Nero

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CITAZIONE (kitwendemm @ 5/6/2015, 00:36) 
Da Alan Ford tutto a Colori 1 1000voltemegliopubblishing 2013
RICORDI NELLA MEMORIA DA RICORDARE)
Il primo numero di Alan Ford uscì nel maggio del 1969 ma già da parecchio tempo si stava lavorando progetto. Una prima sceneggiatura la terminai nell’agosto 1967 dopo che con Magnus avevamo o patto preciso: non gli avrei raccontato nulla fino all’approntamento della sceneggiatura finale. L’unica cosa che gli anticipai di questa nuova creatura era che doveva coordinare quelli che erano stati i piccoli esperimenti fatti su “Kriminal’ e Satanik”.

Oggi da Alessandro ho avuto modo di leggere lo stesso identico editoriale che venne pubblicato nel 1988 su Alan Ford Serie Del Ventennale nr.1 del 1988 e la frase citata sopra era un pochino differente

"Una prima sceneggiatura la terminai nell' Agosto 1967 dopo che con Magnus si era parlato in lungo e in largo di questa nuova creatura che doveva coordinare quelli che erano stati i piccoli esperimenti fatti su Kriminal e Satanik"
 
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view post Posted on 6/6/2015, 00:06
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CITAZIONE (getterbop @ 29/5/2015, 00:01) 
Tentativo Di Suddivisione

SI TIRA A CAMPARE (AF 5-15)
Come dicevo l'albo continua ad uscire anche se in perdita le quali comunque vengono tappate dalle vendite stratosferiche di Kriminal e Satanik.
I personaggi piano piano prendono forma, Grunt diventa dal nr.7 Grunf senza spiegazione (la risposta verrà data nel nr.50) ,nel n.9 compaiono i Tre Rock,nel 10 Mr.Lamp e nel nr.11 (il primo con cover di Magnus) Sua Eccellenza Barbabianca prima dipinto come un vecchio rimbabito, ma presto trasformato nel personaggio che tutti conosciamo.
Le vendite piano , piano aumentano sino al 15 il primo albo attivo dal lato economico.

UN BAGLIORE DI SPERANZA (AF 16-25)
L' albo comincia a prendere la sua struttura definitiva con l'aggiunta dei 2 animali , il Cirano nel 18 e la Squitty nel 21, le storie diventano sempre più corali e divertenti.Si segnala anche l'esordio dei 2 classici inchiostratori di Mastro Magnus, ovvero Paolo Chiarini e Giovanni Romanini.

L'ETA' DELL' ORO (AF 26-64)
E' il periodo più bello ed apprezzato di Alan Ford. Si parte con il botto con la trilogia di Superciuk che all' epoca fu un successone di vendite con Magnus& Bunker al top della forma per proseguire con una sequenza di albi che si possono annoverare senza smentita nei classici indispensabili del fumetto italiano.
All'epoca non c'era persona sia ragazzo che adulto che non leggesse o apprezzase Alan Ford, fumetto principalmente di svago, ma che non rifiutava dove ce n'era bisogno in qualche punzecchiatura alle contraddizioni della società.
Da segnalare le varie imitazioni nate nel periodo quali Jonny Logan, Draculino, Ciccio Star.

La macchina è in corsa, e saranno cambiate varie parti del motore con la macchina in movimento, e senza la magia del prof. Drake. L'albo è ancora in perdita, anche se guadagna lettori mano a mano che un lento passaparola si diffonde, e si cerca di aggiustare la formula. I nemici non sono monotoni: si va dalla spionaglia scartata dai film di James Bond ai pazzi complessati (n.8, "L'albero di Natale"), ad una borghesia corrotta (la famiglia Alsar su tutti) come nei "neri", sino a riusciti elementi di satira (n.7 "Una gita a San Guerreta" su tutti).
Ma il vero punto di svolta si ha con il n.9 quando, come disse qualcuno una volta, si ebbe il "passaggio da agenti statali ad agenti privati": il punto di riferimento non è più il Governo Federale, anzi, questa realtà non è mai esistita, si prende ordini da ... un vecchio rudere rimbambito su sedia a rotellewheelchair. In una serie che non si prende sul serio, dove si va dal nordamerica al sudamerica legati a due aquile e dove, anche se "gli albi umoristici o tout-court "da ridere" non facevano affatto ridere, e che comunque la comicità contenuta era di tipo molto scialbo e insapore", nel n.10 (che almeno nelle prime tavole sembra passato a china da qualcun'altro) un cattivo viene fatto confessare bollendolo nel pentolone, sullo stile delle scenette Bombarda-Pugacioff, l'intento parodistico viene portato al massimo: si rischia la pelle per una organizzazione che non è seriablink.
Ma poi accade qualcosa. Intanto cominciano ad apparire personaggi di contorno ricorrenti, e tutti ben congegnati: Mr.Lamp, i fratelli di Bob, il Grande Cesare, il Cirano, poi vengono ridefiniti i membri del gruppo, in modo da ottenere un più efficace teatrino. Alan, da incosciente inconsapevole che senza i membri del gruppo sarebbe stato traforato più volte, comincia a prendere più iniziativa e maggior spessore umano, alquanto necessario per il titolare di testata, stesso discorso per Bob, che da botolino ringhioso diventa un personaggio più complesso, Geremia comincia a lamentarsi (come un proto-Geremia visto su Kriminal), Grunt/Grunf da marziale diventa svampito, ed il Conte acquista maggiore spazio. A questi cambiamenti sospetto non sia estraneo lo stesso Magnus.
Ma soprattutto, il Gran Capo, già parzialmente ispirato alla Cariatide del n.5, che aveva la gotta e tirava bastonate da una sedia a rotelle, nel giro di qualche numero cambia personalità (nell'ex-forum si discuteva, a questo proposito, del possibile scambio di posto nelle uscite di un paio di numeri, al momento non ricordo quali), diventa quasi un alter-ego di Max Bunker e si trasforma nel nuovo protagonista della testata (allora avrebbero potuto ripetere il percorso con personaggi femminili? :D ), dirigendo, aneddotizzando, guadagnando, monopolizzando ... parallelamente la Cariatide si rammollisce, due galli in un pollaio ... personaggio semidistruttocrutch.
Con il n.15 finalmente se non l'attivo il pareggio, e le idee alla testata non mancano; su tutti spicca il n.12, "La triste storia di un giovane ricco", dove il fisco viene a conoscere l'improvvisa e temporanea ricchezza di Alan prima dell'interessato e dei lettori :lol: .
Sono momenti alacri ma felici, dove a discutere delle nuove storie si ritrovano attorno al tavolino di un bar Bunker, Magnus e M.G.P., e chissà se lo stesso editore interviene in questa fase. Una specie di "Coffée Bean" ... a cui però qualche anno dopo non parteciperà più neanche Mr.Bean.
Le storie non sono complicatissime, si parte con una lunga comica iniziale, poi si ricama fino a raggiungere circa i due terzi della storia, poi ci sono i fuochi d'artificio finali. Quel che conta è l'atmosfera della serie, i contenuti che esprime, l'umorismo dissacrante e grottesco, anche se molto cinico ed a volte troppo violento (ad es. nel n.56). Ad un certo punto cominciano ad intravedersi anche nudità femminili. Comunque, non capita spesso tanta potenza nel fumetto italiano.
Esaminando attentamente le storie, ad esempio il n.62 "I tre Rock", sembra quasi di trovarsi di fronte ad un'opera collettiva, dove più persone scrivono varie scenette poi sottoposte al direttore che le cuce e scrive il finale (almeno, questa è l'impressione che ne traggo). Certi personaggi raffigurati (tipo il derubato del citato n.62, che alla fine finisce pure sotto uno schiacciasassi) ci si chiede se siano inventati o ispirati a persone reali (la stessa moglie della Cariatide, che nel n.50 cambia aspetto ...).
Ma parallelamente alle storie disegnate c'è una storia in carne ed ossa. Nei n.26-27-28 (8-9-10/71) c'è stata la nuova intuizione geniale: così come Tiramolla combatte contro Mr.Magic, anche il Gruppo T.N.T. combatte contro una parodia di supercattivo, ed in quelle periferie degradate nei muri e nelle persone, il cattivo è un ubriacone. I nemici-macchietta diverranno una costante fortunata della serie ^_^ . Dal pareggio si passa all'attivo, finalmente ce la si è fatta ;)
E dev'essere a quel punto che ... riprendo in mano l'intervista a Magnus, così come me la trovo:
"D.: Tra l’altro, se non sbaglio, avevi realizzato delle cose per la televisione …
R.: No, non avevo realizzato niente per la televisione: però De Maria mi aveva contattato già molto tempo prima proponendomi di realizzare l’Alan Ford in TV, ma Bunker all’epoca non ne voleva fare nulla. E quando qualcuno mi telefonava in redazione, Secchi rispondeva: “Si, Magnus è qui ma non intende parlare con nessuno”." <_<
"Gulp-Fumetti in tv" va in onda sul secondo canale Rai dal 14 settembre al 7 dicembre 1972, e vi parteciparono Bonvi, De Maria, Paolo Campani, Jacovitti, Bruno Bozzetto, Pino Zac, Guido d'Ignazio, Paolo De Girolamo, Faccini e Metz ... chissà se con Magnus la trasmissione sarebbe durata più a lungo. Di certo, se Alan Ford fosse apparso in anticipo sugli schermi Rai, e con i disegni di Magnus, la testata avrebbe avuto molto prima il "boom" di vendite, e l'editore Corno (che pochi anni dopo chiuderà le sue ex-testate di punta) ne avrebbe sicuramente beneficiato.
Magnus viene visto dal mondo del fumetto come il propulsore di questo nuovo versante, potrebbe entrare in un ambiente, si prova ad avvicinarlo ma il direttore stando all'intervista non vuole. Magnus è diventato amico del collega e concittadino Bonvi, in quello stesso 1971 disegna l'ultimo quadro di un fumetto di Bonvi, l'"Ora dello Schizoide", mettendoci sè stesso ed i suoi personaggi: chissà come è stata accolta questa cosa alla Cornobicycle.
Mentre nel fumetto il Numero Uno diventa sempre più nervoso e strapazza la Cariatide, le cronache riportano di dissidi tra il direttore Max Bunker ed il suo "bullpen", che si sfascia con le partenze di Luigi Corteggi, di M.G.P. e dello stesso Magnus, che si ritrova ad essere da parte di un duo a spettatore delle proprie creazioni. Se un articolo francese afferma che Magnus "avait signé un contrat de dupe, s’ apercevant, un peu tard, qu’il n’était pas intéressé aux bénéfices résultant des rééditions et des nouveaux épisodes d’« Alan Ford »crazy, questo coincide con quanto si legge nell'intervista di Magnus all'Urlo del 1979:
"D.: Naturalmente sai che tra breve tempo verrà riproposto ai lettori disegnato da Leone Cimpellin il vecchio MaxMagnus. Essendo tu cocreatore di questo personaggio, non hai dunque una partecipazione ai diritti?
R.: Quando sono uscito dalla Corno, se mi fossi fermato a vedere quello che mi spettava di diritto, sarebbe iniziata una lotta tipo Tobruck, una battaglia che io non avevo nessuna voglia di combattere. Allora ho detto: “Salvo la pelle e la professione e me ne frego del resto”.".
Eppure, se nel 2003, dopo una battaglia legale degli eredi Raviola, allo scomparso Magnus è stato riconosciuta la qualifica di creatore grafico (ed è ancora poco, secondo me), quella lotta forse avrebbe potuto essere vinta già allora ...
Magnus se ne va dalla Corno nel 1973, forse continua a disegnare, per contratto, fino ad inizio 1975, ma non metterà più piede in redazione.
Le cose alla Corno stanno cambiando; scrittori e disegnatori dei "neri" sono stati mandati via dopo la chiusura delle testate, ci si affida molto ad (ottimo) materiale importato, e la gestione è sempre più nella mani di una sola persona ...barret

Edited by G.Moeri - 8/6/2015, 22:41
 
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