CITAZIONE (getterbop @ 29/5/2015, 00:01)
Tentativo Di Suddivisione
SI TIRA A CAMPARE (AF 5-15)
Come dicevo l'albo continua ad uscire anche se in perdita le quali comunque vengono tappate dalle vendite stratosferiche di Kriminal e Satanik.
I personaggi piano piano prendono forma, Grunt diventa dal nr.7 Grunf senza spiegazione (la risposta verrà data nel nr.50) ,nel n.9 compaiono i Tre Rock,nel 10 Mr.Lamp e nel nr.11 (il primo con cover di Magnus) Sua Eccellenza Barbabianca prima dipinto come un vecchio rimbabito, ma presto trasformato nel personaggio che tutti conosciamo.
Le vendite piano , piano aumentano sino al 15 il primo albo attivo dal lato economico.
UN BAGLIORE DI SPERANZA (AF 16-25)
L' albo comincia a prendere la sua struttura definitiva con l'aggiunta dei 2 animali , il Cirano nel 18 e la Squitty nel 21, le storie diventano sempre più corali e divertenti.Si segnala anche l'esordio dei 2 classici inchiostratori di Mastro Magnus, ovvero Paolo Chiarini e Giovanni Romanini.
L'ETA' DELL' ORO (AF 26-64)
E' il periodo più bello ed apprezzato di Alan Ford. Si parte con il botto con la trilogia di Superciuk che all' epoca fu un successone di vendite con Magnus& Bunker al top della forma per proseguire con una sequenza di albi che si possono annoverare senza smentita nei classici indispensabili del fumetto italiano.
All'epoca non c'era persona sia ragazzo che adulto che non leggesse o apprezzase Alan Ford, fumetto principalmente di svago, ma che non rifiutava dove ce n'era bisogno in qualche punzecchiatura alle contraddizioni della società.
Da segnalare le varie imitazioni nate nel periodo quali Jonny Logan, Draculino, Ciccio Star.
La macchina è in corsa, e saranno cambiate varie parti del motore con la macchina in movimento, e senza la magia del prof. Drake. L'albo è ancora in perdita, anche se guadagna lettori mano a mano che un lento passaparola si diffonde, e si cerca di aggiustare la formula. I nemici non sono monotoni: si va dalla spionaglia scartata dai film di James Bond ai pazzi complessati (n.8, "L'albero di Natale"), ad una borghesia corrotta (la famiglia Alsar su tutti) come nei "neri", sino a riusciti elementi di satira (n.7 "Una gita a San Guerreta" su tutti).
Ma il vero punto di svolta si ha con il n.9 quando, come disse qualcuno una volta, si ebbe il "passaggio da agenti statali ad agenti privati": il punto di riferimento non è più il Governo Federale, anzi, questa realtà non è mai esistita, si prende ordini da ... un vecchio rudere rimbambito su sedia a rotelle
. In una serie che non si prende sul serio, dove si va dal nordamerica al sudamerica legati a due aquile e dove, anche se "gli albi umoristici o tout-court "da ridere" non facevano affatto ridere, e che comunque la comicità contenuta era di tipo molto scialbo e insapore", nel n.10 (che almeno nelle prime tavole sembra passato a china da qualcun'altro) un cattivo viene fatto confessare bollendolo nel pentolone, sullo stile delle scenette Bombarda-Pugacioff, l'intento parodistico viene portato al massimo: si rischia la pelle per una organizzazione che non è seria
.
Ma poi accade qualcosa. Intanto cominciano ad apparire personaggi di contorno ricorrenti, e tutti ben congegnati: Mr.Lamp, i fratelli di Bob, il Grande Cesare, il Cirano, poi vengono ridefiniti i membri del gruppo, in modo da ottenere un più efficace teatrino. Alan, da incosciente inconsapevole che senza i membri del gruppo sarebbe stato traforato più volte, comincia a prendere più iniziativa e maggior spessore umano, alquanto necessario per il titolare di testata, stesso discorso per Bob, che da botolino ringhioso diventa un personaggio più complesso, Geremia comincia a lamentarsi (come un proto-Geremia visto su Kriminal), Grunt/Grunf da marziale diventa svampito, ed il Conte acquista maggiore spazio. A questi cambiamenti sospetto non sia estraneo lo stesso Magnus.
Ma soprattutto, il Gran Capo, già parzialmente ispirato alla Cariatide del n.5, che aveva la gotta e tirava bastonate da una sedia a rotelle, nel giro di qualche numero cambia personalità (nell'ex-forum si discuteva, a questo proposito, del possibile scambio di posto nelle uscite di un paio di numeri, al momento non ricordo quali), diventa quasi un alter-ego di Max Bunker e si trasforma nel nuovo protagonista della testata (allora avrebbero potuto ripetere il percorso con personaggi femminili?
), dirigendo, aneddotizzando, guadagnando, monopolizzando ... parallelamente la Cariatide si rammollisce, due galli in un pollaio ... personaggio semidistrutto
.
Con il n.15 finalmente se non l'attivo il pareggio, e le idee alla testata non mancano; su tutti spicca il n.12, "La triste storia di un giovane ricco", dove il fisco viene a conoscere l'improvvisa e temporanea ricchezza di Alan prima dell'interessato e dei lettori
.
Sono momenti alacri ma felici, dove a discutere delle nuove storie si ritrovano attorno al tavolino di un bar Bunker, Magnus e M.G.P., e chissà se lo stesso editore interviene in questa fase. Una specie di "Coffée Bean" ... a cui però qualche anno dopo non parteciperà più neanche Mr.Bean.
Le storie non sono complicatissime, si parte con una lunga comica iniziale, poi si ricama fino a raggiungere circa i due terzi della storia, poi ci sono i fuochi d'artificio finali. Quel che conta è l'atmosfera della serie, i contenuti che esprime, l'umorismo dissacrante e grottesco, anche se molto cinico ed a volte troppo violento (ad es. nel n.56). Ad un certo punto cominciano ad intravedersi anche nudità femminili. Comunque, non capita spesso tanta potenza nel fumetto italiano.
Esaminando attentamente le storie, ad esempio il n.62 "I tre Rock", sembra quasi di trovarsi di fronte ad un'opera collettiva, dove più persone scrivono varie scenette poi sottoposte al direttore che le cuce e scrive il finale (almeno, questa è l'impressione che ne traggo). Certi personaggi raffigurati (tipo il derubato del citato n.62, che alla fine finisce pure sotto uno schiacciasassi) ci si chiede se siano inventati o ispirati a persone reali (la stessa moglie della Cariatide, che nel n.50 cambia aspetto ...).
Ma parallelamente alle storie disegnate c'è una storia in carne ed ossa. Nei n.26-27-28 (8-9-10/71) c'è stata la nuova intuizione geniale: così come Tiramolla combatte contro Mr.Magic, anche il Gruppo T.N.T. combatte contro una parodia di supercattivo, ed in quelle periferie degradate nei muri e nelle persone, il cattivo è un ubriacone. I nemici-macchietta diverranno una costante fortunata della serie
. Dal pareggio si passa all'attivo, finalmente ce la si è fatta
E dev'essere a quel punto che ... riprendo in mano l'intervista a Magnus, così come me la trovo:
"D.: Tra l’altro, se non sbaglio, avevi realizzato delle cose per la televisione …
R.: No, non avevo realizzato niente per la televisione: però De Maria mi aveva contattato già molto tempo prima proponendomi di realizzare l’Alan Ford in TV, ma Bunker all’epoca non ne voleva fare nulla. E quando qualcuno mi telefonava in redazione, Secchi rispondeva: “Si, Magnus è qui ma non intende parlare con nessuno”."
"Gulp-Fumetti in tv" va in onda sul secondo canale Rai dal 14 settembre al 7 dicembre 1972, e vi parteciparono Bonvi, De Maria, Paolo Campani, Jacovitti, Bruno Bozzetto, Pino Zac, Guido d'Ignazio, Paolo De Girolamo, Faccini e Metz ... chissà se con Magnus la trasmissione sarebbe durata più a lungo. Di certo, se Alan Ford fosse apparso in anticipo sugli schermi Rai, e con i disegni di Magnus, la testata avrebbe avuto molto prima il "boom" di vendite, e l'editore Corno (che pochi anni dopo chiuderà le sue ex-testate di punta) ne avrebbe sicuramente beneficiato.
Magnus viene visto dal mondo del fumetto come il propulsore di questo nuovo versante, potrebbe entrare in un ambiente, si prova ad avvicinarlo ma il direttore stando all'intervista non vuole. Magnus è diventato amico del collega e concittadino Bonvi, in quello stesso 1971 disegna l'ultimo quadro di un fumetto di Bonvi, l'"Ora dello Schizoide", mettendoci sè stesso ed i suoi personaggi: chissà come è stata accolta questa cosa alla Corno
.
Mentre nel fumetto il Numero Uno diventa sempre più nervoso e strapazza la Cariatide, le cronache riportano di dissidi tra il direttore Max Bunker ed il suo "bullpen", che si sfascia con le partenze di Luigi Corteggi, di M.G.P. e dello stesso Magnus, che si ritrova ad essere da parte di un duo a spettatore delle proprie creazioni. Se un
articolo francese afferma che Magnus "avait signé un contrat de dupe, s’ apercevant, un peu tard, qu’il n’était pas intéressé aux bénéfices résultant des rééditions et des nouveaux épisodes d’« Alan Ford »
, questo coincide con quanto si legge nell'intervista di Magnus all'Urlo del 1979:
"D.: Naturalmente sai che tra breve tempo verrà riproposto ai lettori disegnato da Leone Cimpellin il vecchio MaxMagnus. Essendo tu cocreatore di questo personaggio, non hai dunque una partecipazione ai diritti?
R.: Quando sono uscito dalla Corno, se mi fossi fermato a vedere quello che mi spettava di diritto, sarebbe iniziata una lotta tipo Tobruck, una battaglia che io non avevo nessuna voglia di combattere. Allora ho detto: “Salvo la pelle e la professione e me ne frego del resto”.".
Eppure, se nel 2003, dopo una battaglia legale degli eredi Raviola, allo scomparso Magnus è stato riconosciuta la qualifica di creatore grafico (ed è ancora poco, secondo me), quella lotta forse avrebbe potuto essere vinta già allora ...
Magnus se ne va dalla Corno nel 1973, forse continua a disegnare, per contratto, fino ad inizio 1975, ma non metterà più piede in redazione.
Le cose alla Corno stanno cambiando; scrittori e disegnatori dei "neri" sono stati mandati via dopo la chiusura delle testate, ci si affida molto ad (ottimo) materiale importato, e la gestione è sempre più nella mani di una sola persona ...
Edited by G.Moeri - 8/6/2015, 22:41