Saggi, guide, "Art of", eccetera..., (Segnalazioni pubblicazioni estere)

Quali sono le differenze – se ci sono – tra pittore, disegnatore, illustratore, fumettista? E tu a quale categoria senti di appartenere?

Il disegno è alla base di tutto: è il modo più semplice che abbiamo per raffigurare un pensiero. Disegnare è una forma di espressione, come parlare. Il fumetto si differenzia perché è un linguaggio di narrazione[...]

Nonostante la tecnologia iperdiffusa, quanto ancora c’è di “fatto a mano” nell’illustrazione? È un mestiere in gran parte artigianale?

La mano c’è sempre. Il digitale è solo uno strumento: anche quando si dipinge con la tavoletta o si disegna con Illustrator (come faccio anch’io) è la manualità che conta.

...Non basta più essere solo creativi, bisogna essere anche ottimi commerciali e sapersi auto-promuovere.

Sì, decisamente. Il mio libro in effetti può parlare ai creativi in genere (siano grafici, web designer, illustratori, copywriter o altro): un creativo oggi deve pensare al Personal Branding, avere una presenza online strategica, costruirsi un pubblico, sono tutte cose che aiutano ad emergere nel mercato e chi le capisce e le applica ottiene risultati migliori degli altri. Anche in termini di gratificazione personale.

Qual è la percezione dell’illustrazione e dell’illustratore oggi?

L’illustrazione viene vista da un sacco di gente ma non se ne ha una percezione precisa: non si sa quale sia la differenza tra illustrazione e pittura, ad esempio.

I ruoli ormai si stanno mischiano e si mischieranno sempre più, ognuno dovrà saper fare più cose. Non basta più essere specializzati in una cosa. Un illustratore non deve solo saper disegnare. Di che formazione ha bisogno un illustratore contemporaneo?

La prima cosa è che sia colto: deve conoscere bene il proprio mestiere e chi lo ha fatto prima di lui, chi sono i più bravi, com’è il mercato. Quindi non deve mai smettere di nutrire la propria immaginazione.[...] Penso che l’illustrazione si costruisce prima a livello interiore e poi la si mette in pratica. Per assurdo non c’è nemmeno bisogno di essere bravi tecnicamente o di sapere disegnare benissimo.

E’ un libro piccolo e prezioso, specialmente per saperne di più, per capire il valore e la potenza di un’illustrazione. E per il mercato: in Italia le illustrazioni sono spesso richieste come tappabuchi, come “macchie di colore”, insomma come un accessorio. Bonaccorsi ci spiega che non è questo il giusto modo. Anzi: attraverso una buona illustrazione il testo si esalta, arriva con più forza, cambia il modo di comunicare : ci emoziona.