CITAZIONE (Friederike @ 5/9/2012, 22:27)
Grazie, gentilissimo!
E' un peccato che in Italia non ci sia più nessuno che abbia voglia di raccontare Walt Disney (intendo dai Laugh-O-Grams Studios fino ai giorni nostri). Si trovano pochi libri in giro, la maggior parte traduzioni.
Fortunatamente, negli anni passati a W.D. è stato dedicato moltissimo spazio per non dire che si è scritto quasi tutto. Manca qualcosa?
Va detto anche che si tratta di un personaggio legato ad un tempo ormai scomparso, per cui oggi ha perso molto del suo fascino mitologico.
Quand'ero bambino, io e tutti coloro che appartenevano alle generazioni precedenti, vedevamo in W.D. una specie di dio buono, colui che ci aveva dato la possibilità di leggere Topolino &C, creandolo e diffondendolo tra noi miseri mortali. Inoltre era la stessa persona dalla faccia sorridente che ci aveva regalato Disneyland, i telefilm di Zorro, gioelli come il Libro della Giungla, Mary Poppins e tante altre prelibatezze.
Allo stesso tempo, incarnava in pieno il mito americano di cui noi italiani soffrivamo il complesso, con il suo ottimismo sfrontato del self made man.
Quando morì, fu una tragedia a livello nazionale. Tutti i mass media non parlarono d'altro e tutti noi piangemmo insieme ai nostri genitori.
Col tempo abbiamo imparato che l'uomo Disney non era solo ma si identificava con il capo di una struttura enorme e perfettamente organizzata ed avevamo lentamente appreso il terribile segreto, ovvero che W.D. non era il disegnatore americano delle celebri storie anteguerra di Topolino e Paperino. Non solo, abbiamo via via scoperto che gli affascinanti fumetti firmati W.D. che deliziavano i nostri sogni in realtà erano prodotti proprio qui, in Italia.
Pian piano il mito faceva posto al lungimirante imprenditore, perdendo gran parte del suo fascino.
In seguito, l'industria di Burbanks è diventata una macchina esclusivamente commerciale, priva di una propria fisionomia caratteristica, trascinando con sè nei ricordi il topo Oswald e il suono della sirena di steamboat willie.
Per quanto Walt Disney costituisca una componente imprescindibile del mio substrato adolescenziale ed infantile, se oggi mi si chiedesse di resuscitare due tra Disney, Barks e Gottfredson per passarci insieme una serata, beh... non avrei molti dubbi.