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Collezionisti e mostre - fotografie

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Donald
view post Posted on 19/11/2011, 12:46 by: Donald
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Giannizzero Nero

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CITAZIONE (aumaldo @ 19/11/2011, 12:05) 
Quanto ai grandi personaggi di cui sopra, ricordo che che con Di Miceli e con Tramonti mi incontravo quasi ogni pomeriggio, a Palermo, a partire più o meno dal 1961, nel negozietto di Giuseppe "Pino" Zarcone, frequentato da tutti i collezionisti cittadini

Sei davvero TU, allora, il testimone autentico di quest'epoca favolosa! Io non posso raccontare che cose di seconda mano, sentite dire. La mia memoria è limitata agli anni Settanta/Ottanta e all'ambiente tosco-emiliano, poco più. Racconta, dai, è affascinante.

CITAZIONE (aumaldo @ 19/11/2011, 12:05) 
So anche che, quando scomparve, assai giovane, Tramonti, le sue collezioni vennero suddivise (ma queste sono notizie di seconda mano, da verificare) fra Di Miceli, De Giacomo e Giambalvo.

Storia triste, questa delle spartizioni post-mortem. C'erano dei commercianti specializzati nel gestirle (Lino Pes, per esempio). Ricordo bene la cessione della collezione Bovio, messa sul mercato a una Bologna di tanti anni fa. Ho amici collezionisti di "seconda generazione" che mostrano orgogliosi albi appartenuti a Bovio (che usava timbrare col suo nome i fascicoli), e anch'io ne ho qualcuno.

CITAZIONE (aumaldo @ 19/11/2011, 12:05) 
Giambalvo. Quest'ultimo è quel collezionista che, nel famoso numero di IF, viene definito come il più grande collezionista italiano di sempre. Ho visto di persona le sue collezioni e posso dire che, ad occhio e croce, non gli mancava niente di tutto ciò che era stato pubblicato dall'inizio dell'800 fino al 1980 circa. Raccoglieva anche giornali umoristici d'epoca e libri illustrati. Poi, circa 20 anni fa, ha venduto tutto, perchè, così mi disse, "non avevo più nulla da cercare".

Pubblicò un catalogo "autogestito", "Sogno di carta", da cui pescarono in tanti, anche Sergio (vero? Racconta, dai!) che dà un'idea molto realistica di quel che possedeva. Sì, è lui quello citato in "If". Credo gli mancasse solo un numero di "Pisellino" e alcuni fascicoli di "Cine comico". Meglio per lui che si è goduto le collezioni e se le è vendute personalmente, perbacco! Anche se queste operazioni mi danno comunque tanta malinconia.


 
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