E così, dopo aver persuaso gli spettatori che la Injustice Society of America fosse una banda di suprematisti o di trumpiani, in linea con altri illustri villain politicamente impegnati come Luthor, Osborn o Kingpin, il loro
Project: New America si presenta come impeccabilmente di sinistra, prevedendo la lotta alle discriminazioni e al global warming, l'utilizzo di energie pulite e l'assistenza sanitaria pubblica e gratuita.
Meraviglie che tuttavia non possono che essere realizzate previo lavaggio del cervello della totalità della popolazione americana (100 milioni di persone), il che implica però il sacrificio del quarto della medesima su cui la riprogrammazione non dovesse far presa.
Da un lato potrebbe sembrare la teoria reazionaria tradizionale secondo cui il progressismo è intrinsecamente nichilista e genocida (si pensi ad Oxymandias, senza comunque voler considerare Moore un reazionario).
Da un altro lato si potrebbe però tenere presente che gli eroi non combattono quegli obiettivi in quanto tali (ad un tratto il giovane Hourman si chiede chi siano realmente i cattivi), ma la logica secondo cui il fine giustifica i mezzi.
In un'ottica occidental-trekkiano-supermaniana si potrebbe aggiungere che nessuna realizzazione è valida e duratura se non si fonda sul consenso e sulla democrazia.
E infine si potrebbe considerare che, dai giacobini a Pol Pot, tantissimi sedicenti edificatori di paradisi hanno effettivamente teorizzato, più o meno dolendosene, la liceità, a quel fine, della dittatura e del sacrificio di ampie masse di persone...
... senza contare quanto spesso gli idealisti, arrivati al potere, siano stati sostituiti dagli arrivisti presenti nelle loro fila, e fino ad allora in ombra, per i quali gli ideali erano solo un mezzo per affermare sé stessi, con sempre meno scrupoli.
Ed in effetti la ISA non è composta di persone esattamente affidabili: se una banda di delinquenti promettesse meraviglie, chi mai potrebbe dargli credito (eviterei battutacce)?
Nonostante queste considerazioni, mi resta un po' di delusione: banalissimamente avrei preferito che i cattivi incarnassero ciò che trovo politicamente molto sgradevole, e invece mi ritrovo quella che potrebbe anche essere una caricatura (o un ritratto realistico?) di ciò che invece apprezzo.
Ciò detto, però, la serie - che porta alla perfezione gli spunti di
quella a fumetti di Geoff Johns da cui è tratta - mi è davvero piaciuta: più di Daredevil (amo più la costellazione JSA), più della totalità delle altre della DC, di cui non sopporto la collocazione di quelli che dovrebbero essere eroi solitari in un team di collaboratori e familiari, con lagne annesse di "figliolo", "ti voglio bene", "metticela tutta".
Mi si potrebbe dire che qui accade esattamente la stessa cosa, e non saprei cosa rispondere.
Scusate lo sproloquio e le eventuali od involontarie offese.