Posts written by Vinicio75

Wow! Non ne avevo idea! Com'è stato possibile? E com'è adesso, sinteticamente?

(mi scuso per la domanda, temo ai limiti del proponibile...)

Certo è che la morte non è proprio una livella come diceva Totò: il povero Dimebag è stato ricordato da pochissimi (quindi grazie, Marc!)! Il motivo è comprensibile, ovviamente, e quindi la mia considerazione - temo - giusta...

Ok, grazie : )

Simili uscite ne ha avute sempre più spesso, non saprei da quando, anche nei fumetti (cfr. ad esempio il n. 544 di Alan dell'ottobre 2014, Arriva il papa, in cui figurava, oltre che Francesco I, Matteo Renzi).

Mi rattrista il passaggio dall'anarchismo individualista giovanile (chi altro era Kriminal?) agli attuali toni alla Belpietro-Giordano, passando per la grettezza alla Numero 1 (credo alla base della rottura con Magnus): anche le posizioni "peggiori" possono essere espresse con stile, e lui non ne era certo incapace. Boh, magari a ottant'anni capirò.

Notevole, a tal proposito, questa pagina del sito finalmente rinnovato, che comunque vale la pena esplorare.

In che modo? Nel fumetto o nelle sue preziosissime comunicazioni? Salviniana (come mi aspetterei) o meloniana? Lo chiedo per valutare quanto valga la pena l'acquisto dell'albo a scopo documentario

E chissà se l'umanesimo a corrente alternata di Stravecchio de' Vecchionis renderà leggibile un vedicatore nazianimalista

Però un nuovo Riccardo Finzi è un'ottima notizia, non mi ha mai deluso; perché non riversi anche nei fumetti questo talento ancora visibile è un mistero...

Adesso è un vecchio piuttosto piccolo e sgradevole :/

E fra gli indigenti per la cui rapina è stata escogitata la grande truffa del Covid c'è il "Numero 1", giusto? :/

È così, e infatti si trattava di tal Luciano Spolaore, "gestore dell'Osteria del Sole, ritrovo bolognese di Magnus e dei suoi amici" (Magnus prima di Magnus).

Però se saltasse fuori una canzone di John Lennon del '71 un cui verso recitasse

Mark David, mi hai sparato

mi farebbe impressione anche se la si sapesse riferita ad un infermiere che lo aveva recuperato da un'overdose tipo Pulp Fiction

Tavola ripubblicata nel XXI volume de Il grande Magnus e, prima ancora, in Magnus prima di Magnus, dove pur parimenti mancando la specificazione della data è indicata l'identità dell'ironico riferimento (il cui nome e cognome sono comunque presenti nei versi, sia pure a distanza).

Nessun equivoco è possibile, dunque... ma leggetene il penultimo rigo e ditemi se non vi viene in mente ciò che è venuto a me.



Edited by Estempo - 31/8/2020, 13:17

Nel quinto numero di Zora, ancora Edizioni Segi (15 dicembre 1972), un cadavere femminile rianimato con sommario "metodo Frankenstein" fulmina chi vi s'accoppia esattamente come la più tarda Cimiteria, anche se, a differenza di lei, resta "scaricata dell'effimera energia", da buon comprimario.

Come già detto proprio in questo thread, temo anch'io che, nel giro di un paio di generazioni, i fumetti diventeranno come i francobolli: sempre collezionati, non più "utilizzati".

La cosa ovviamente non ci riguarderà, e rappresenterà un impoverimento culturale tanto quanto la fine delle miniature dei libri del Basso Medioevo ; )

Peraltro, a dire il vero, nella mia cospicua collezione non c'è più così tanto che mi appassioni, e dedico a questo tipo di lettura sempre meno tempo. Figuriamoci chi potrebbe essere mio figlio, e chi mio nipote...

... ciò detto, ben vengano tutti i tentativi di frenare la tendenza, o invertirla: ci siamo ancora, più o meno giovani, e finché le previsioni più fosche non si avvereranno, tutte le possibilità resteranno aperte : )

Sarà anche tutto giusto, ma l'impostazione generale - e la firma del ricercatore - riportano alla memoria un certo blog "schierato", ormai rimosso, che prediceva la catastrofe della Bonelli un giorno sì e l'altro pure.

Era pieno di cifre, aveva "sempre ragione" (cit. Longanesi) e spiegava la disaffezione popolare come risultato del distacco dalla Tradizione orchestrato da nichilisti demoplutogiudaici.

L'identità dei (del?) redattori non fu mai rivelata. Io mi persuasi si trattasse di una sorta di camuffamento scherzoso di un certo nome quasi noto, a cui è guarda caso riconducibile anche il sito che ha pubblicato l'articolo riportato, certo interessante.

Tanto per aggiungere un tassello al modestissimo ritratto che qui si è andato delineando di Caniff - oltrepassando però i limiti del titolo del topic -, è interessante questo spaccato "femminista":



Come tanti altri personaggi caniffiani, quello di Poteet Canyon, cugina del protagonista, rappresenta un modello di giovane donna energica ed intraprendente, versatile e capace di crescere grazie alle proprie forze.

Quanto poteva essere gradito ai conservatori più estremi dell'epoca? Nella stessa misura in cui poteva piacere ai progressisti quanto emerso nelle riflessioni precedenti, credo...

Sono stato io a introdurre un tema che non mi aspettavo ancora caldo, lo so

Però a me piacciono sia Guccini che Battisti, e di entrambi ciò che non mi piace è solo per le melodie (ma confesso che "La locomotiva" mi fa pensare al terrorismo, e non riesco ad amarla); davvero non sopporto Pratt e Kirby (qui però esagero), Max Bunker quando sembra Vittorio Feltri e Dylan Dog quando... lo sappiamo; e ho pure conosciuto un comunista di ferro che detestava V for vendetta perché troppo... anarchico.

Non credo si possa negare che Caniff sia stato un autore che ha ben incarnato la guerra fredda (avercene, però! Il Miller anti-Isis - e perfino anti-Occupy - non mi sembra sia stato altrettanto bravo), e tremo al pensiero di cosa potesse pensare di Pinochet.

Però che posso farci? Mi piace da 25 anni, un periodo in cui ho cambiato posizioni politiche diverse volte...