CITAZIONE (Topo63 @ 17/11/2021, 10:50)
Purtroppo tutto questo si scontra spesso con gli interessi economici (sacrosanti) di ognuno di noi. Internet ha dato la possibilità di rivendere qualcosa al giusto prezzo che difficilmente prima riuscivi ad ottenere andando dal commerciante, il suo giusto margine cozzava contro le aspettative di chi vendeva. Poi c'è il rovescio della medaglia, i negozietti quelli belli polverosi spariscono e li rimpiangiamo.
Certo, certo, ma secondo me la questione è più ampia, e tutto sommato merita sempre riflessione per il valore che diamo a determinate cose. Credo che sia possibile, oltre che legittimo, cercare di trarre il massimo guadagno dal cedibile, facendo però al tempo stesso un’opera di discernimento/divulgazione, che nel lungo (neanche tanto lungo) termine possa ricreare il terreno adatto sia per la critica fumettistica che per il mercato antiquario/dell’usato oggi così penalizzato, spesso anche dalle politiche economiche dei vari governi.
È evidente che una cultura improntata alla "digitalizzazione spinta", che punta su beni "disincarnati" (es. vedi il tema dell’"arte digitale" legata alle criptovalute, o le "edizioni limitate" tutto sommato spesso senza motivo) non cura più il prodotto, ma solo la forma. E una forma che rischia di non avere più corpo. Pensavo anche a questo.
CITAZIONE (John_John @ 17/11/2021, 15:03)
Sulla divulgazione delle opere , nel nostro caso dei fumetti ( quelli belli ed artisticamente validi) sono d'accordo, come anche dell'approfondimento storico del periodo che ha visto nascere e/o proliferare alcuni comics. Sul buono e salutare del collezionismo al punto di volerlo diffondere sono meno convinto: credo che nel collezionismo vi sia, a vari livelli,qualcosa di morboso che rasenta la patologia e non ho problemi a fare l'autodenuncia in questo senso.
Assolutamente. Ed è lì che occorre più discernimento. Non incidentalmente, sono il primo ad avere trovato l’etichetta di “collezionista” angusta, proprio perché troppo spesso implicava l’accezione negativa che sottolinei.
Non si approfondisce necessariamente solo "studiando" il fumetto da un punto di vista diciamo… accademico, ma anche semplicemente andando a fondo delle motivazioni, e quindi risanando l’amore che si ha per i vari fumetti, in modo "spassionato". (Uso qui l’accezione specifica, negativa, del termine "passione" intesa come "malattia dell’anima", come indica l’etimologia).