Luciano Bianciardi - La solita zuppa
Racconto che mi ha fatto divertire moltissimo perché parte da un paradosso: se al posto del cibo, in una società moderna, mettessimo il sesso? Ogni ragazzo o ragazza, in una fase dell'adolescenza ben precisa, sceglie un unico alimento di cui si nutrirà per sempre, vietati tutti gli altri. Il protagonista, che chissà per quale motivo, a suo tempo ha scelto il semolino, si reca di nascosto in una casa chiusa, s'apparta in una stanza privata e aspetta che una maitresse gli porti una... bistecca al sangue
tornato in ufficio, trova che il collega, nella sua pausa per il sesso, sta tranquillamente facendo una sveltina con una collega, poi, per strada, tornando verso casa, vede le vetrine piene di donne e uomini in vendita per tutti i gusti, sesso spudorato ad ogni angolo di strada. A casa lo aspetta la moglie che non vede l'ora d'andare a letto con lui ma il nostro protagonista, preso dai sensi di colpa, ha il classico mal di testa... allora la moglie, insoddisfatta, scende dal vicino di casa, dopo averlo detto al marito, perché quest'ultimo è famoso nel palazzo per le sue prestazioni.
Poche volte mi concedo i racconti, è un format che non gradisco, ma stavolta sono veramente rimasto colpito dalla profonda ironia dell'autore.