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Jussi Adler-Olsen - Battuta di caccia Un gruppo di persone influenti, la cui maggiore aspirazione è vivere al limite. Un collegio esclusivo li ha uniti in gioventù, hanno fatto di Arancia meccanica il loro film culto, e dopo vent'anni la passione per la caccia li tiene ancora insieme, ma nonostante le carriere impeccabili, sui loro anni di scuola circolano storie sconvolgenti, sospetti di violenze mai denunciate. Quando l'incartamento del caso ormai archiviato finisce misteriosamente sulla sua scrivania alla Sezione Q, Carl Morck si rende conto che tra quelle pagine c'è qualcosa di molto sbagliato e, con l'aiuto del suo assistente siriano Assad, decide di riaprire le indagini. Giallo adrenalinico, tiene il lettore attaccato alle pagine e, avendo tempo, le quasi 500 pagine volano via in pochi giorni. Il protagonista, visto nel precedente e ottimo “La donna in gabbia“, è il capo di una sconosciuta sezione della squadra omicidi di Copenaghen che si occupa di cold case - come l'omonima serie televisiva - è depresso perché ha sensi di colpa per il ferimento do un collega in un'azione in cui lui è convinto che avrebbe potuto fare di più, il suo collaboratore è un siriano di poche parole e molti fatti; alla strana coppia s'aggiunge una segretaria alcolizzata ma molto sveglia che si rivelerà una risorsa preziosa.
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