E così archiviamo anche la 66° Fiera del Fumetto. Ma davvero sono già 66? Qualcuno le ha contate?
Dal castello medievale del Palazzo di Re Enzo alle strutture di vetro cemento di Kenzo Tange il cammino è stato lunghissimo, per quanto mi riguarda oltre mezzo secolo. Molti dei “collezionisti top di Vintage Comics” non erano neppure nati e chissà che espressione di stupore avrebbero avuto davanti alle migliaia e migliaia di impolverati albi anteguerra ammucchiati sui lunghi tavoloni di legno del Salone dei Trecento.
Nel frattempo il collezionismo è cambiato, i collezionisti sono cambiati, i punti di vista e le dinamiche del mercato sono cambiate.
Una grande ruota che si ripete senza fine, perdendo ad ogni giro un po’ di passione e un po’ di cultura, un po’ di storia e un po’ di competenze.
Niente di grave, prima di azzerare tutto servirà ancora del tempo.
Su questo riflettevo mentre mi incamminavo in compagnia del conte Vladvlad, ribattezzato Pericle per la lectio magistralis di Educazione Civica su come sveltire le procedure burocratiche dell’ingresso in fiera.
Il conte Vladvlad, con la sua cartellina piena di tavole che da sole valgono come tutta la mia collezione di fumetti accumulata in cento metri cubi di scaffali e scatoloni è forse la sintesi di questo collezionismo che cambia: un intelligente mix di competenza, gusto estetico e senso degli affari.
Mi aggiro tra i banchi sorvegliati da volti quasi tutti noti a cui si aggiungono collezionisti in disarmo che portano in svendita le loro collezioni e batterie di seconde scelte. E’ lì che si fanno gli affari più ghiotti, spuntando prezzi decisamente interessanti.
Quello dei prezzi è un balletto che non finisce mai di divertire. Su un banco vedo sei albi in ottimo stato de La Poliziotta a tre euro l’uno. Gli stessi numeri sono anche nel banco di fronte a venticinque euro l’uno. “Ma i miei sono nuovi!” mi si dice. Ho capito, ma ragionando in questo modo, chi potrebbe mai avventurarsi ad iniziare una collezione da zero?
Su un altro banco ci sono tutti i numeri de Le Storie. Perfetti, immacolati, due euro e mezzo cadauno. Per curiosità, vado a vedere cosa ne pensano in un banco a poca distanza: prezzi variabili da un minimo di quattro euro e mezzo fino a dodici, a secondo dell’episodio. Mercurio Loi e Legs uber alles.
Il tempo di salutare un distratto Masoki e un sornione Squitty e riprendo il mio vagare.
Vedo che prende sempre più anche il mercato finora semi sconosciuto degli arretrati che le case editrici non tengono quasi più. Molti banchi dedicano ampio spazio ai recenti manga, Bonelli e Supereroi. Ormai, se non si arriva puntuali in edicola è quasi impossibile recuperare le ultime uscite. Io avevo provato a ordinare un arretrato in edicola, mi è arrivato dopo due settimane a prezzo maggiorato e tutto spiegazzato.
In mezzo, le solite cose. Le solite collane, i soliti pezzi. Ogni tanto qualche chicca delizia per gli occhi, molto meno per il portafoglio. Consola che quasi sicuramente la rivedremo anche alla prossima fiera e forse anche a quella dopo.
12fabio6 mi fa notare che da sotto i banchi sono sparite le scatole delle banane e che presto le vedremo comparire sopra i banchi.
Saluto Piccic, concentrato in una appassionata conversazione e Montales, visto la sera prima nel solito ristorante da buongustai.
Ripasso da Disneyana dove è già scomparsa la nuova guida sui primi 1000 Topolino…e che cazzo, la recupererò la prossima volta!
Nella zona conferenze un pallidissimo Alfredo Castelli, degno di una copertina di Creepy, tiene banco a uno sporadico gruppo di assidui fans in mezzo ai quali non cè nessun volto noto: i collezionisti strong non hanno tempo da perdere in chiacchiere.
Mi ferma Majoramask con la sua immancabile valigetta ma non ho il coraggio di chiedergli di mostrarmi il contenuto, so che i suoi tesori li vedrò presto in rete. C’è infatti un ordine precostituito che prevede che gli albi passino vorticosamente di mano in mano fino a collocarsi nel posto giusto ricomponendo le sequenze complete. Una specie del gioco del 15, quello in cui bisogna rimettere tutti i numeri in ordine spostandoli di casella in casella.
Nella zona ristoro noto un capannello che mi ricorda certi loschi assembramenti fuori degli autogrill. Cerco di individuare nel mucchio il napoletano con le tre carte e riconosco wolp che mescola abilmente delle tavole Disney su un tavolino: “Qual è la tavola di Scarpa? La uno, la due o la tre? Coraggio, puntate!”
Che bello…
Eppure, non è neppure finita la mattina che sono già stanco. Sarà la vecchiaia o la noia? Sono quasi più stanco del Drkastener che si trascina assonnato tra i banchi e di Riverside che vaga incapace di decidersi se è meglio trovare un bagno o cercare un Almanacco Topolino del 1967.
Andiamo a mangiarci un panino o un piatto di tagliatelle al ragù? Il top è mangiare un piatto di tagliatelle al prezzo fiera di un panino. Beh, intanto usciamo da questo forno…