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| Ad onore delle vecchie serie di fumetti, vorrei dire che seppur raramente capita anche un fenomeno inverso: ci sono serie che non abbiamo potuto leggere da bambini per motivi meramente anagrafici alle quali, per curiosità, ci avviciniamo da adulti. Lo facciamo circospetti, a volte con grossi dubbi sulla validità di quell'acquisto che ci siamo voluti concedere, acquisto costoso che temiamo ci faccia rimpiangere il denaro speso che avremmo potuto destinare ad altra e più degna cosa, e... miracolo! Quella serie si rivela una lettura piacevole, malgrado i decenni e ci stupiamo delle capacità degli sceneggiatori ( non di tutti, di alcuni) e della "cultura" intesa non in senso scolastico che hanno saputo inserire nel loro lavoro. Se consideriamo che quando scrivevano non c'erano gli strumenti attuali di informazione e che per ottenere notizie utilii c'era la necessità di ricorrere alle risorse cartacee dei volumi di una fornita biblioteca o possedere una personale " libreria di babele" ( credo la definizione sia di Eco) cioè un insieme di volumi eterogenei capaci di spaziare in ogni ambito. Faccio dei nomi, 2 per ora: Tony Falco, delle edizioni della Mezza Luna, di Lavezzolo 1948/1949 e Oklahoma pubblicato negli albi d'oro serie della prateria nel 1952 . Il primo venne mostrato tra gli acquisti di un Collezionista importante. Mi incuriosì e così avvenne che mi procurai per 2 soldi i primi 12 numeri anastatici ai quali volli far seguire la raccolta rilegata di tutti i 48 albi originali. Oklahoma invece, serie della quale avevo sentito parlare, che sapevo essere parto della coppia Martina/Paparella ( una garanzia) che avevo da piccolo apprezzato per il Pecos Bill pubblicato da Moindadori ( che ancora apprezzo) la comprai subito in originale . Innanzi tutto c'è da dire che gli autori non operano "falsi " o " forzature" : la maggior parte delle informazioni che forniscono sono " vere", si rifanno cioè a leggende esistenti, utilizzano termini che venivano e vengono realmente utilizzati dalle popolazioni che citano. Le storie possono anche essere un pò ingenue ma non troppo. Un esempio tra i tanti : Paparella chiama il piccolo indiano protagonista col nome di uno stato americano e gli fa dire nel corso dell'avventura che il suo nome significa "uomo rosso" in Cherokee...e non è una invenzione di fantasia ma realtà. Siamo molto distanti dal " Za-gor-te-nay " che in dialetto Algonchino secondo Nolitta significa " spirito con la scure" ma che in realtà non vuol dire una cippa... Essendo io nato nel 1956 ed avendo iniziato a leggere lo stampatello in età prescolare, a 5 anni, sono fumetti che non ho potuto acquistare in edicola... ma il cui acquisto è valso la pena.
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