CITAZIONE (Billy Bis @ 30/11/2020, 09:48)
Faccio prima tre considerazioni riguardo a tutti i commenti postati, prima di dare la mia risposta.
- quando si parla di arte, la qualità è quasi sempre soggettiva e non oggettiva, anche se spesso alcuni sedicenti intellettuali si auto-eleggono a giudici e sentenziano quale prodotto sia qualitativo e quale no (soprattutto nella pittura e nella scultura). Abbiamo qui l'esempio di Magnus e l'esempio di utenti che non considerano di qualità le storie di Diabolik (vedi altro thread). Extra forum, vi posso assicurare che ho conosciuto anche persone che non apprezzano per niente Kirby e nemmeno il tex di Galep.
La qualità la definiamo noi e solo per noi stessi.
- nessuno ha elevato il n.1 di Zarcone a capolavoro. È semplicemente diventato oggetto di culto a causa della misteriosa scomparsa del disegnatore. Se Zarcone avesse continuato a disegnare altri epigoni come Jinfernal o Demoniak, nessuno oggi sarebbe qui a parlare ne di lui, ne del suo particolare tratto naif, che può piacere come no. Come già detto, per me non era bellissimo, ma nemmeno orribile se confrontato con lavori di tanti suoi colleghi dell'epoca.
- possiamo cullarci all'infinito nella nostra "nona arte" del fumetto, ma è innegabile che per le maggioranze di ieri, oggi è domani il fumetto equivale a un prodotto per bambini e la passione per esso è stupidamente associata a una ricerca dell'infanzia perduta. Se riempiamo i mobili del soggiorno di libri, anche fantasy, siamo considerati degli intellettuali, se invece li riempiamo di cartonati a fumetti, anche se di Conan il barbaro, siamo considerati dei Peter Pan. Come giustamente detto in un post, è una battaglia persa l'ostinazione a voler far capire il valore artistico del fumetto a una persona qualunque. Tanto vale limitarsi al confronto con chi ha la stessa passione.
Il mio parere sulla qualità in generale del fumetto è che in ogni epoca sono stati pubblicati fumetti di tutti i livelli, ma il successo o meno degli stessi non è sempre stato legato alla qualità. Molte volte è stato pilotato da il nome di un artista, o da un film, o dalla troppa pubblicità o dal condizionamento sociale.
L'importante è documentarsi e formulare un proprio giudizio sulla base delle proprie emozioni. In fondo sta tutto lì: le emozioni comandano le collezioni.
La questione se l'arte sia soggettiva o oggettiva è un argomento che anima le discussioni filosofiche da secoli. Ha occupato un ruolo primario da Aristotele a Kant e poi lo è stato per Shelling Hegel, Marx, Lukacs: non credo che possiamo noi trovare la soluzione in questa sede.
E' evidente che il giudizio è per sua natura soggettivo per cui non ci potrà mai essere l'unanimità nell'accettare un'opera d'arte, mi accontento di molto meno. Un bel fumetto non
deve necessariamente finire al Louvre, anche se Enki Bilal ha esposto i propri disegni a fianco della Gioconda riscuotendo grande successo di pubblico e critica.
Si potrebbe allora pensare a una selezione di autori, non più di dieci e per ciascuno indicare il lavoro più significativo e perché lo si ritiene tale.
Per esempio:
Hugo Pratt -
La ballata del mare salato - per la storia, il disegno, il ritmo narrativo, il perfetto mix di romanticismo e avventura
Falk & Moore -
La banda aerea - per il ritmo narrativo, l'avventura, la sensualità dei protagonisti
Alex Raymond -
Il caso Faraday -la sceneggiatura, l'armonia e la qualità dei disegni
George Herriman -
Krazy Kat - per la poesia di cui è intrisa ogni tavola
George Schultz -
Peanuts - perché ogni striscia fa sempre ridere anche dopo 50 anni
Art Spiegelman -
Maus - per come il rozzo e scarno stile undergound sia in grado di esaltare il messaggio mediatico meglio di un disegno artistico
Winsor Mk Kay -
Little Nemo -perché ogni tavola è un capolavoro
Edgar Jacobs -
Il marchio giallo - per l'intreccio, la sceneggiatura, il ritmo incalzante
Andrea Pazienza -
Pompeo - la sintesi di una generazione
Hermann -
Sarajevo Tango - per il disegno, l'intreccio, il contenuto drammatico, il coraggio della denuncia
Ma di titoli ne avrei altri cento...