La diffusione del fumetto anteguerra

Ah, grandissimo riaverti qui – mi raccomando non scappare e posta qualcosina ogni tanto!

Ma Topolino è un essere umano (non ho ancora guardato il link)?

Riprendo questa discussione, che vorrei integrare con quella che è stata in generale l’accoglienza del fumetto – e per estensione del cinema a cartoni animati (poi vedete perché) in Italia, non solo dagli aneddoti (importantissimi), ma anche sulla stampa.

Questo era il "pezzo" a cui avevo accennato nella discussione sul Topolino Giornale. Si tratta di un numero de "L'Osservatore Romano della Domenica", periodico illustrato di attualità della santa sede che usciva, appunto, solo la domenica, che contiene un (a mio parere) significativo articolo utile a darci un’idea di come fosse recepito il lavoro di Walt Disney.
Il numero, del 19 luglio 1936, contiene appunto un articolo sull’animazione disneyana, dal già esemplificativo titolo di "Cinematografia… per tutte le età". Potete ingrandire l’immagine per leggere cliccando sulla miniatura.

Visto? E data la fonte, e il periodo, decisamente all’avanguardia.
O meglio, forse l’animazione disneyana (e per estensione i fumetti?) si salvava in parte dalla stigmatizzazione generalizzata a cui erano sottoposti i fumetti al loro arrivo in Italia, da molti educatori e insegnanti, ma anche da molti adulti in genere.

Da un lato si capisce un rigore forse eccessivo della cultura religiosa dell'epoca (le recensioni dei film), dall'altro questa recensione del lavoro di Walt è quantomeno "profonda"…

Già, mentre in clima successivo di guerra fredda e comunismo/anticomunismo avremmo avuto un inasprimento dell'atteggiamento verso i fumetti. Tra l'altro coglie in pieno la poetica di Walt.
Nella foto della "Affrica orientale" non si capisce se proiettavano i disegni animati nel bar o cosa.

Se per caso qualcuno vuole cercarlo, la copertina del numero è quella nella foto a sinistra (non la copertina con Pio XI, l'altra):