| Traduzione CHARLIE HEBDO (PRIMO ARTICOLO PUBBLICATO DOPO IL 7 GENNAIO 2015). ------------------- Est-ce qu’il y aura encore des « oui, mais » ? Édito de Charlie Hebdo, n° 1178 du 14 janvier 2015 ------------------- CHARLIE HEBDO NON SOLO VIGNETTE PRIMO ARTICOLO PUBBLICATO DOPO IL 7 GENNAIO 2015 Ci saranno ancora dei “si, ma…” ? Da una settimana, Charlie, giornale ateo, compie più miracoli di tutti i santi e profeti messi insieme. Ciò di cui siamo più fieri, è che avete tra le vostre mani il giornale che abbiamo sempre fatto , insieme a coloro che lo hanno sempre fatto. Quello che ci fa maggiormente ridere, è che le campane di Notre –Dame hanno suonato in nostro onore…. Da una settimana “Charlie” solleva in tutto il mondo più che montagne. Da una settimana, come lo ha magnificamente disegnato “Willem”, Charlie ha tantissimi nuovi amici: anonimi e celebrità planetarie, umili e provveduti, miscredenti e dignitari religiosi, sinceri e gesuiti, alcuni che conserveremo per tutta la vita e altri che sono brevemente solo di passaggio. Oggi, li accettiamo tutti, non abbiamo ne il tempo ne l’umore per fare una cernita. Non ci sentiamo ingannati per tutto questo. Ringraziamo con tutto il cuore questi milioni di persone, che siano semplici cittadini, o che rappresentino le istituzioni, coloro che sono veramente dalla nostra parte, coloro che sinceramente e profondamente “sono Charlie” e che si riconosceranno. Snobbiamo tutti gli altri, che comunque se ne fregano… Una domanda comunque ci tormenta: riusciremo finalmente a fare sparire dal vocabolario politico e intellettuale la brutta parola di “sporco laico-integralista ? Si finirà finalmente di inventare alcune sapienti circonvoluzioni semantiche con lo scopo di poter qualificare nello stesso modo gli assassini e le loro vittime? Questi ultimi anni, ci siamo sentiti un po’ soli, a cercare di respingere a colpi di matita le porcherie franche e le sottigliezze pseudo-intellettuali , che ci sbattevano in faccia e sulla faccia dei nostri amici che difendevano fermamente la laicità: islamofobi, cristianofobi, provocatori, irresponsabili, lanciatori di olio sul fuoco, razzisti, ve lo siete cercato…. Si, condanniamo il terrorismo, ma… Si, minacciare di morte dei disegnatori, non va bene, ma… Si, incendiare un giornale, è male, ma… Abbiamo sentito tutto, come pure i nostri amici. Abbiamo spesso cercato di riderne perché questo è quello che sappiamo fare meglio. Ma ora ci piacerebbe tanto ridere di altre cose. Purtroppo siamo di nuovo da capo. Il sangue di Cabu, Charb, Honoré, Tignous, Wolinski, Elsa Cayat, Bernard Maris, Muatapha Ourrad, Michel Renaud, Franck Brinsolaro, Fédéric Boisseau, Ahmed Merabed, Clarissa Jean –Philippe, Philippe Braham, Yohan Cohen, Yoav Hattab, François-Michel Saada, non si era ancora asciugato che Thierry Messan spiegava ai suoi fans di Face book che si trattava ovviamente di un complotto ebraico-americano-occidentale. Si sentivano già, qui e là , le bocche raffinate fare la smorfia davanti al raduno di domenica scorsa, sbavando da un angolo delle labbra eterne arguzie mirando a giustificare apertamente o quasi di nascosto, il terrorismo e il fascismo religioso e indignandosi tra l’altro che si possano celebrare dei poliziotti = SS. No, in questo massacro non ci sono morti meno ingiusti di altri. Frank, che è morto nei locali di Charlie, e tutti i suoi colleghi uccisi nel corso di questa settimana di barbarie sono morti per difendere delle idee che forse non erano neanche le loro. Cercheremo comunque di essere ottimisti, anche se non è la stagione. Ci auguriamo che dal 7 gennaio 2015 la difesa ferma della laicità sia una cosa scontata in tutto il mondo, e che finalmente si finisca, per postura, per calcolo elettorale o per codardia di legittimare o anche di tollerare il comunitarismo e il relativismo culturale, che aprono la via a una sola cosa: il totalitarismo religioso. Si, il conflitto israeliano palestinese è una realtà, si la geo-politica internazionale è una successione di manovre e di trucchi sporchi, si, la situazione sociale delle cosi dette “popolazioni di origine musulmane” in Francia è profondamente ingiusta, si, il razzismo e le discriminazioni devono essere combattuti senza tregua. Esistono per fortuna più strumenti per tentare di risolvere questi gravi problemi, ma sono tutti inutili se ne manca uno : la laicità. Non la laicità positiva, non la laicità inclusiva, non la laicità non so che , la laicità, punto e basta. Soltanto essa permette, perché esalta l’universalità dei diritti, l’esercizio di uguaglianza, libertà , fraternità, solidarietà. Soltanto essa permette la piena libertà di coscienza, libertà che viene negata più o meno apertamente secondo la propria posizione di mercato, in tutte le religioni quando si abbandona il campo della stretta intimità per scendere sul campo politico. Soltanto essa permette , ironicamente, ai credenti e agli altri di vivere in pace. Tutti coloro che pretendono di difendere i musulmani accettando il discorso religioso totalitario difendono in effetti i loro boia. Le prime vittime del fascismo islamico sono i musulmani. I milioni di persone anonime, tutte le istituzioni, tutti i capi di stato e di governo, tutte le personalità politiche , intellettuali e mediatiche, tutti gli alti rappresentanti religiosi che questa settimana hanno proclamato “sono Charlie” devono sapere che ciò significa “io sono per la laicità” Siamo convinti che per la maggior parte dei nostri sostenitori, questo sia una cosa scontata. Lasciamo che gli altri se la cavino da soli. Un’ultima cosa importante. Vorremo anche inviare un messaggio a papa Francesco, che anche lui questa settimana “è Charlie” : accettiamo che le campane di Notre-Dame suonino in nostro onore soltanto se saranno le Femen a farle rintoccare. Tradotto da Marie France.
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