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Il vecchietto delle anastatiche, che, a scanso di equivoci, non e' quello delle monete

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view post Posted on 11/11/2017, 00:00
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Uomo del domani... oggi è in vacanza - Amministratore surrogato Pizzaiolo digestivo

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Calabria (solo pochi mesi dell'anno)/ Gran Bretagna (per la maggior parte del tempo)/ Nord America (per qualche giorno all'anno)/ Asia (quasi mai). Insomma, chiedete sul momento.

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QUOTE (piccic @ 11/10/2017, 11:35 PM) 
QUOTE (DYD_HRM @ 21/9/2017, 01:28) 
Ma diciamo le cose come stanno: oggi si tr*mba di più e molto più presto rispetto a prima. Cioè, mio nonno per vedere una caviglia si è dovuto sposare mia nonna, mio padre per dare un bacio ad una donna si è sposato con mia madre ed io, a 16 anni, già utilizzavo maschere in latex con cerniera alla bocca per un po' di sano BDSM... figuratevi oggi.
Il fumetto ha fatto parte della nostra storia per anni ma, adesso, non riesco a collocarlo manco come bene di largo consumo e la cosa sarà, inevitabilmente, destinata a peggiorare. Siamo in un'epoca dove ormai è tutto tablettizzato ed un qualsiasi individuo può avere sul suo smartphone collezioni di tutti i tipi: dai libri ai fumetti fino ai film e alla musica. Cioè, ma davvero c'è qualcuno che crede che un giovane d'oggi (con tutto quello che la tecnologia gli permette di avere subito e con i freni inibitori ormai calati a 0) possa anche solo pensare di "sfogliare" un depliant?

Sorvolando sull’arbitrarietà di tutto il resto, poi mi spieghi perché uno smartphone o un tablet dovrebbero interdire la lettura cartacea. La questione è formativa e di cultura, non di mezzi o di "freni inibitori".

Non ricordo nè come, nè quando e nè perché l'ho scritto... è passato troppo tempo e di norma non rispondo più nel merito di questioni così vecchie.
 
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view post Posted on 11/11/2017, 19:19

Uomo Nuvola

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CITAZIONE (piccic @ 10/11/2017, 23:35) 
CITAZIONE (DYD_HRM @ 21/9/2017, 01:28) 
Ma diciamo le cose come stanno: oggi si tr*mba di più e molto più presto rispetto a prima. Cioè, mio nonno per vedere una caviglia si è dovuto sposare mia nonna, mio padre per dare un bacio ad una donna si è sposato con mia madre ed io, a 16 anni, già utilizzavo maschere in latex con cerniera alla bocca per un po' di sano BDSM... figuratevi oggi.
Il fumetto ha fatto parte della nostra storia per anni ma, adesso, non riesco a collocarlo manco come bene di largo consumo e la cosa sarà, inevitabilmente, destinata a peggiorare. Siamo in un'epoca dove ormai è tutto tablettizzato ed un qualsiasi individuo può avere sul suo smartphone collezioni di tutti i tipi: dai libri ai fumetti fino ai film e alla musica. Cioè, ma davvero c'è qualcuno che crede che un giovane d'oggi (con tutto quello che la tecnologia gli permette di avere subito e con i freni inibitori ormai calati a 0) possa anche solo pensare di "sfogliare" un depliant?

Sorvolando sull’arbitrarietà di tutto il resto, poi mi spieghi perché uno smartphone o un tablet dovrebbero interdire la lettura cartacea. La questione è formativa e di cultura, non di mezzi o di "freni inibitori".

:quote:
 
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view post Posted on 18/11/2017, 23:46
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Uomo Senza Paura

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CITAZIONE (Big Bill le Casseur @ 28/8/2017, 22:50) 
le ristampe anastatiche di Camillo Conti delle collane dell'editore De Leo: Il Cow Boy, Fantax, Big Bill le Casseur e Robin Hood, sono davvero belle, fedelissime agli originali anche per la carta usata ed in piu', relativamente a Fantax, come gia' detto, prolungano la serie di ben 15 numeri - dal 25 al 39 - con materiale inedito in Italia. A chi volesse approfondire la conoscenza di questi interessanti personaggi pubblicati originariamente in Francia dall'editore-disegnatore Pierre Mouchott, meglio conosciuto con lo pseudonimo di "Chott", consiglio il lungo ed interessante articolo di Luca Boschi dal titolo "Fergal il francese", pubblicato sull'ultimo Avventura Magazine dedicato a Gallieno Ferri, che si fece appunto le ossa in Francia all'inizio della sua lunga e gloriosa carriera, collaborando per lungo tempo con Chott, con lo pseudonimo appunto di Fergal, nella realizzazione delle storie di Big Bill le Casseur, Fantax, Maskar, Il Fantasma Verde (tutti quanti dei veri e propri proto-supereroi), Robin Hood, Piuma Rossa, Thunder Jack, Jim Puma e tanti altri personaggi misconosciuti ai piu' ma di notevole fattura

Ripartiamo da qui con questo topic, postando i fumetti, che è quello che ci interessa a noi collezionisti ;)

Fantax (Camillo Conti) n° 1 in perfetta riproduzione anastatica, fedelissima all'originale come formato, carta e colori (12 pagine a colori, cm. 21,3x29,5) :cool: :



La serie originale di Fantax si fermò al numero 24, per cui, da questo numero 25 sino al numero 39 gli albi sono in prima edizione, inediti in Italia, e non possiamo più parlare di "ristampe anastatiche", bensì di albi originali :cool: Fantax (Camillo Conti) n° 25 (12 pagine in b/n, cm. 21x29)



Questa copertina del penultimo numero realizzata dal mitico Chott è troppo bella per non postarla (ma io le posterei tutte e 39, ma richiederebbe troppo lavoro :fart: quindi godetevi questa e la prossima, d'obbligo, in quanto l'ultima della serie ;) )



L'ultima, la numero 39, è d'obbligo postarla :D Comunque, questa è una collana bellissima, che merita davvero di essere collezionata :cool:




Andiamo avanti: il mitico (non per niente è il mio avatar :lol: ) Big Bill "Le Casseur" (Camillo Conti) n° 1, "Il re dei cow-boys", in perfetta riproduzione anastatica, fedelissima all'originale come formato, carta e colori (12 pagine in b/n, cm. 15,1x23,6) :cool:



L'ultimo numero, Big Bill "Le Casseur" (Camillo Conti) n° 41 "Zanna Rossa", anche questo, come tutti gli altri 40 numeri, in perfetta riproduzione anastatica, fedelissima all'originale come formato, carta e colori (12 pagine in b/n, cm. 15,1x23,6

 
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view post Posted on 19/11/2017, 00:02
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Uomo Senza Paura

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Faccio una solenne promessa: al più presto aprirò due appositi topic, uno per Fantax e l'altro per Big Bill "Le Casseur"dove posterò TUTTE le bellissime copertine, nessuna esclusa, realizzate da Chott e da Fergal, ovvero il nostro Gallieno Ferri :rockarolla:
 
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view post Posted on 19/11/2017, 00:26
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Uomo Senza Paura

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Proseguiamo con un altro mitico albo dell'editore De Leo, del 1948, ristampato in perfetta riproduzione anastatica (12 pagine in b/n, cm. 15,5x24) da Camillo Conti, che, così come per Fantax, proseguì la serie pubblicando gli albi, inediti in Italia, dal numero 16 al numero 32, per cui, anche per questi albi, non possiamo più parlare di "ristampe anastatiche", bensì di albi originali :cool:

Il numero 1, "Il ribelle di Sherwood"

 
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view post Posted on 19/11/2017, 01:04
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Uomo Senza Paura

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Ed adesso gli esperti di questo forum, iniziando dai grandi collezionisti Billyhusky ed Aumaldo, devono soddisfare una mia curiosità: perchè Camillo Conti ha stampato del numero 15, l'ultimo della ristampa anastatica due differenti versioni, con due storie completamente diverse, nonostante un'identica copertina? AIUTO e :tnx:

Il numero 15, "Caccia all'uomo", prima versione



le prime pagine della storia del numero 15 prima versione



le ultime pagine della storia del numero 15 prima versione




Il numero 15, "Caccia all'uomo", seconda versione



le prime pagine della storia del numero 15 seconda versione



le ultime pagine della storia del numero 15 prima versione



La serie originale di Robin Hood si fermò al numero 15, per cui, da questo numero 16 sino al numero 32 gli albi sono in prima edizione, inediti in Italia, e non possiamo più parlare di "ristampe anastatiche", bensì di albi originali :cool: Robin Hood (Camillo Conti) n° 16 (12 pagine in b/n, cm. 15,5x24)



Edited by Big Bill "Le Casseur" - 19/11/2017, 10:11
 
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view post Posted on 19/11/2017, 14:52
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Sceriffo di Valmitraglia

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Ti rispondo subito: il primo RH ( diciamo scuro) appartene alla ristampa anastatica iniziale ( Fantax, meravigliosa: si può dire superiore all'originale?, Robin Hood, Big Bill). All'epoca probabilmente Conti non aveva assolutamente in mente di pubblicare la parte inedita in Italia. Cosa del tutto diversa quando successivamente Camillo decide di farci conoscere le gesta successive di Robin Hood, e pubblica i nuovi albi partendo da un nuovo 15.
Per essere chiari, i primi 15 sono anastatici ( e pubblicano i nostri albi come li mise in vendita De Leo), il primo lotto delle nuove avventure, pubblicato in un secondo momento, si sovrappone parzialmente all'albo precedente rispettando la versione originale francese. E Conti ha preferito "rifare l'albo 15".
 
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view post Posted on 20/11/2017, 22:04
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Uomo Senza Paura

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CITAZIONE (billyhusky @ 19/11/2017, 15:52) 
Ti rispondo subito: il primo RH ( diciamo scuro) appartene alla ristampa anastatica iniziale ( Fantax, meravigliosa: si può dire superiore all'originale?, Robin Hood, Big Bill). All'epoca probabilmente Conti non aveva assolutamente in mente di pubblicare la parte inedita in Italia. Cosa del tutto diversa quando successivamente Camillo decide di farci conoscere le gesta successive di Robin Hood, e pubblica i nuovi albi partendo da un nuovo 15.
Per essere chiari, i primi 15 sono anastatici ( e pubblicano i nostri albi come li mise in vendita De Leo), il primo lotto delle nuove avventure, pubblicato in un secondo momento, si sovrappone parzialmente all'albo precedente rispettando la versione originale francese. E Conti ha preferito "rifare l'albo 15".

Grazie Mille per la fondamentale informazione :tnx:
Non avrei mai pensato che la collana contenesse ben due numeri 15 :o:
 
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view post Posted on 16/12/2017, 14:58
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Spirito con la Scure

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Robin-Hood-il-ribelle-di-Sherwood-5



Tramite software per OCR riporto il testo scritto da Piero Zanotto nel libretto di introduzione:

Robin-Hood-il-ribelle-di-Sherwood-6

L' indistruttibile leggenda di ROBIN HOOD

Non v'è materia per quanto inattaccabile possa essere dall'usura del tempo che riesca ad eguagliare la invulnerabilità di una leggenda; tanto più se si tratta della leggenda di Robin Hood. Ricordo d'avere letto anni fa la notizia sui risultati compiuti da uno studioso nei confronti della realtà di questo personaggio, il quale, dando per scontato ch'egli realmente era esistito, drasticamente tentava di incriminare il mito asserendo che altri non era al di fuori d'un volgare ladro da strada: rapinatore, si direbbe oggi.

Alla voce Robin Hood, leggo in una enciclopedia « Bandito leggendario, molto noto in Inghilterra. È citato nel Piers Plowman del Langland, nella Chronicle of Scotland dei Wyntoun e da scrittori del Rinascimento. Secondo 10 scrittore settecentesco Joseph Ritson, Robin Hood sarebbe nato verso il 1160 a Locksley ed avrebbe avuto il nome di Robert Fitz-Ooth, conte di Huntingdom. Lo Stow narra che verso il 1190 vi erano molti banditi, depredavano iricchi, non molestavano i poveri, difendevano le donne uccidendo solo coloro che li assalivano. Martin Parker riferisce che Robin Hood sarebbe morto nel 1247. Altri scrittori riportano l'albero genealogico del bandito, la notizia che egli venne ucciso proditoriamente da una monaca, l'epoca inl'epoca in cui visse, dichiarandolo contemporaneo di Edoardo II e seguace di Thornas of Lancester. La ballata più bella del ciclo di aoloiri Hood è quella intitolata: Robin Hood and Guy of Gisborne.

Ce n'è abbastanza per accertare coma nulla di definitivo possa essere storicamente scritto sul personaggio, al di fuori della certezza ch'egli col suo coraggio e per il solo fatto che taglieggiava le borse soltanto dei ricchi,di diritto doveva diventare il capofila di quella schiera di ribaldi, proscritti dal tiranno di turno, che avevano dalla propria parte la simpatia popolare. Aureolandosi, all'interno della leggenda, anche coi contorni "politici" dell'audace resistente che insieme al proprio manipolo di fedelissimi compagni, dai regno costruitosi nella foresta di Sherwood combatteva spavaldamente però anche senza misericordia contro il sopruso normanno in favore della restaurazione sassone.

Finendo col far entrare nella leggenda pure i comprimari di Robin, nobili - in certi casi - come lui spogliati dei loro beni: da Little John a Frate Tuck. Allegre figure tipizzate, nel tramando dalla leggenda alle cantate popolari e ai romanzi epici, in sicure caratterizzazioni assai divertenti. Quindi gli sciagurati lividi nemici della generosa spada del ribelle, in testa a tutti, secondo la versione « storica » più accreditata, il Principe Giovanni usurpatore del trono di Re Riccardo Cuor di Leone.

La bottega delle immagini in movimento siglata da Disney e allogata a Burbank, che in varie occasioni ebbe modo di occuparsi di Robin Hood, nella ancora recente versione grafica offerta dallo schermo raffigurò simpaticamente Robin in una volpe e Giovanni in un infido serpente. Robin dei boschi! L’iconografìa del personaggio soprattutto nel nostro secolo è venuta moltiplicandosi in una girandola di varianti sempre fedeli comunque a un’unica matrice: un pò come — a esclusivo livello di immagine, naturalmente — quella che fa capo alla figura di Gesù
Cristo.

A lungo, comunque, restò incollata nella mia immaginazione, identificata con quella di Robin, la fisionomia sorridente di Errol Flyn. Per me, ragazzetto nel 1937 in calzoncini corti, non esistevano dubbi. L’eroe di Sherwood era Errol Flynn e Lady Marian l’onnipresente (al suo fianco sullo schermo) Oliva De Havilland. Quando potei recuperare in Capitan Blood, La carica dei 600 e altre avventurose vicende uscite dal torchi di Hollywood, come Il conte di Essex, eccetera, Flynn continuava ad essere — nella mia immaginazione - Robin travestito e buttatosi generosamente in nuove clamorose imprese. Senza possibili incrinature. I più suggettivi fumetti di quegli stessi anni avevano reso credibili - complici Flash Gordon e Brick Bradford - possibili balzi nel tempo e nello spazio.

E ancora Disney, echeggiando palesemente un più lontano fumetto (anno 1933) di Milton Canili, protagonista Dickie Dare, nel 1936 ci aveva raccontato in deliziosa versione l’avventura di Mickey Mouse miniaturizzato che per sfuggire all’inseguimento di una mosca finiva tra le pagine di un libro che raccontava le audaci rocambolesche, avvincenti avventure di Robin Hood e degli allegri compagni della foresta.
Circolavano in quegli anni altri racconti disegnati sull’eroe di Sherwood. Ad esempio quello formato di grandi tavole policrome (della collezione « gigante » dei Tre Porcellini) che molto più tardi sapemmo essere opera dall’esito quasi xilografico d’un giovanile Charles Flanders. Ed altri ancora ne sarebbero venuti in seguito, a partire dall’immediato dopoguerra, dopo quelli britannici siglati da G. R. Snelgrove. Italiani e francesi. Sarebbe un’impresa volerli catalogare, più ardua di quella di Robin nel sgominare i propri avversari.
Voglio citare almeno la versione di Bellavitis, giovane cartoonist veneziano della équipe dell’Asso di Picche, che camuffandosi coll’esotico pseudonimo George Summer per quel periodico disegnò un Robin Hood ricco di figuratività classicheggiante. Spruzzata di echi e rimembranze riconoscibili nella saga cavalleresca di Harold R. Foster Prince Valiant. E non a caso, forse, all’interno di « Valiant » incontriamo una emblematica figura dal cappello a punta, in tuta verde, mento ornato di pizzo, chiamato « The Fox », la Volpe, che somiglia a Robin Hood.

Nel 1947 dallo Studio di Lyone di Pierre Mouchot esce dopo Fantax anche un serial intitolato a Robin Hood. Disegnato, almeno all’inizio, da B. Gharlas. Se l’incappucciato Fantax ha la volitiva mascella di Jean Marais, Robin nella sua divisa d’intrepido e sorridente arciere possiede la fisionomia di Errol Flynn. Come volevasi dimostrare! Volendo, pure Lady Marian appare rifatta sul viso tondeggiante sulla casta bellezza di Olivia De Havilland. Mouchot non sbaglia imboccando tali scelte iconografiche. Come fa centro imperniando i diversi episodi (ne usciranno quindici) sulla scorta del cinema d’azione di cappa e spada che Hollywood aveva mutato dal romanzo d’appendice. Perfino i finali (à suivre...) hanno lo stesso taglio, agganciati ad una suspense traumatizzante (Robin o Marian o ancora qualcun altro dei « nostri » in imminente pericolo di vita), del vecchio feuilleton. E come esso, senza tradimenti, portatore nel fascicolo successivo di nuove riscosse vittoriose. Fino al successivo tranello. Motivo, questo, che probabilmente perderà qualche efficacia nella raccolta in volume, col vantaggio comunque — complice la disponibilità del lettore - di offrire in panoramica una somma di episodi tutti calibrati su un ritmo di palpitante avventurosità.

Nella traduzione d'essi per le Edizioni Avventure di Giovanni De Leo, v'è la mano di Giovanni Luigi Bonelli. Uno dei « patriarchi » (se non il patriarca) del fumetto italiano. A lui ricorse Giovanni De Leo, generoso importatore nel nostro paese della produzione Mouchot, in giorni che lo vedevano anche impegnato nel dar vita al primo ebdomadario a fumetti del dopoguerra uscito nell'alta Italia: « Il Cow Boy ». Tempi eroici. Ogni impresa editoriale, data la scarsità di mezzi di quei giorni comunque animati di serena speranza per il futuro, era un'autentica avventura che finiva coll'impastarsi con le avventure disegnate date in pasto a lettori che non chiedevano altro (dopo anni di forzato digiuno, di privazioni drammatiche) di banchettare anche alla mensa della nuova « narrativa grafica ».


Il giornalista Piero Zanotto, scomparso l'anno scorso, era un uomo colto di un'altra epoca. Lo si capisce da come scriveva. Chi, tra i critici di fumetti di oggi, usa termini come ebdomadario? :o:

E' una delle poche ristampe anastatiche complete che possiedo.

CITAZIONE
nella ancora recente versione grafica (Disney) offerta dallo schermo

Da questa frase deduco che la pubblicazione è avvenuta negli anni '70. hmm
 
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view post Posted on 16/12/2017, 15:57
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Terribile Brigante del West

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CITAZIONE (Pangur Bán @ 16/12/2017, 15:58) 
Il giornalista Piero Zanotto, scomparso l'anno scorso, era un uomo colto di un'altra epoca. Lo si capisce da come scriveva. Chi, tra i critici di fumetti di oggi, usa termini come ebdomadario? :o:

E pensare che questo termine l'ho conosciuto in lingua francese (hebdomadaire) prima che in lingua italiana. Quando ero bambino, infatti, acquistavo all'edicola della stazione "Le Journal de Mickey" che recava in copertina tale indicazione...
 
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view post Posted on 16/12/2017, 16:09
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Sceriffo di Valmitraglia

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La ristampa è iniziata nel 76 circa. Dovrei controllare nei numeri di Il Fumetto dell'Anaf..........
 
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view post Posted on 4/1/2018, 22:32
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Uomo Senza Paura

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Io compro le anastatiche con grande entusiasmo ed anche frequenza, ben consapevole, essendo onnivoro, di potermi permettere di acquistare in originale solo una minima parte di ciò che mi piace della sterminata produzione ante e dopoguerra ma, allo stesso tempo, desideroso di possedere molti di quei fumetti, innanzitutto per soddisfare il mio piacere ludico, nonchè, talvolta, per nostalgia o per scopo documentaristico.
Per questo, pur non rinunciando, quando ho la possibilità, di comprare gli albi originali, molto più spesso compro le anastatiche, con il curioso risultato di possedere, talvolta, entrambe le versioni :D
Ultimamente ho acquistato la prima serie 1/60 di Tex striscia della Golden Comics Club, nuovissima da edicola, e devo dire che sono davvero soddisfatto dell'acquisto :cool:
Posto qualche numero insieme ad un paio di raccoltine, sia originali che anastatiche, che ne hanno mutuato la copertina



















































Edited by Big Bill "Le Casseur" - 5/1/2018, 01:28
 
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view post Posted on 4/1/2018, 23:10
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Uomo Senza Paura

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Ditemi voi se non ne vale la pena :cool:

Altre belle raccoltine e strisce del Tex del Golden Comics Club, tutte rigorosamente anastatiche :D





























Le belle strisce e raccoltine di Blek Macigno e di Capitan Miki, anch'esse anastatiche :drool:























Edited by Big Bill "Le Casseur" - 5/1/2018, 01:26
 
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Gentiluomo di Fortuna

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Quelle di tex sono censurate?
 
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view post Posted on 5/1/2018, 14:52
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Uomo Senza Paura

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CITAZIONE (ilgattonip @ 5/1/2018, 09:58) 
Quelle di tex sono censurate?

No
 
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