Vintage Comics

Senato della Repubblica (anno 1982), Provvidenze erogate a periodici nel 1978/9

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view post Posted on 23/7/2015, 19:55
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Terribile Brigante del West

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Vagando per il Web, ho trovato questa pagina, che contiene alcune info di un qualche interesse:

http://legislature.camera.it/_dati/leg08/l.../071_001002.pdf
 
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view post Posted on 23/7/2015, 22:04
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Re del Delitto

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Interessantissimo!! :brv:
Bel censimento, chissà se veniva ripetuto gli anni precedenti e quelli successivi, ma penso di sì.

Me lo salvo e lo leggo con calma, sembra che ci sia quasi tutto ciò che veniva pubblicato: tutto sovvenzionato, compreso il plurisequestrato "Il Male" :lol:
C'è anche un "Bing Bang" della Fabbri, che dovrebbe essere invece Big Bang (quello con le strips di Guerre Stellari, Justice League etc.). Qualche refuso scappa anche ai migliori.
 
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masoki
view post Posted on 25/7/2015, 09:56




il termine "provvidenze" mi fa piangere .....

analizzando velocemente la parte relativa ai fumetti
vedo somme erogate nel 78/79,

- ALAN FORD lire 58.984.000
- DEVIL GIGANTE 26.055.00
- GLI ETERNI 31.528.000
- FANTASTICI QUATTRO 50.998.000
- GRUPPO TNT 35.617.000
- GUERRA EROI 56.901.000
- THOR 35.048.000

- ARALDO 51.944.000
- IL COMANDATE MARK 48.577.000
- KEN PARKER 31.311.000
- MR. NO 69.316.000
- RODEO 35.047.000
- TEX 165.275.000
- TEX 3 STELLE 71.444.000
- ZAGOR 90.888.000
- ZAGOR RISTAMPA 72.557.000

- ALBI DI TOPOLINO 44.715.000
- ALBI D'ORO 129.351.000
-CLASSICI WALT DISNEY 152.216.000
- TOPOLINO 336.508.000

- ATLAS UFO ROBOT 33.283.000
-BRACCIO DI FERRO 61.329.000
- IL GIORNALINO 221.290.000
- HEIDI 63.175.000
- INTREPIDO 336.676.000
- LANCIOSTORY 287.123.000
- LINUS 55.227.000
- IL MALE 79.751.000
- IL MONELLO 334.412.000
- PORTOBELLO 13.035.000
- SKORPIO 215.785.000
- SPAZIO 1999 7.403.000
- SUPER EROICA 81.161.000
- SUPER PROVOLINO 17.841.000
- SUPER GEPPO 17.531.000


si tratta di cifre notevoli, non so i criteri, se dipende dalla periodicità, dall'età
della pubblicazione, dalla tiratura, .....
ma le cifre ci fanno pensare..... male ....

Senza questi soldi tali pubblicazioni non sarebbero uscite ?
Sono elargizioni a gratis ?
Come si spiegano cifre così diverse ?
quando e come ci libereremo in ogni settore,
dal criterio di aiuto per tutti e tutto, tipico del costume Italico,.......
 
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view post Posted on 25/7/2015, 10:44
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Terribile Brigante del West

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Hai fatto un ottimo lavoro di estrapolazione!

Effettivamente resta il dubbio sulla natura di questi significativi contributi.
Le risposte ci potrebbero arrivare da qualcuno che lavorava/lavora nel mondo dell'editoria.
 
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view post Posted on 25/7/2015, 12:43
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Ragazzo Giallo

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Non immaginavo che lo stato desse dei contributi alle case editrici...! :huh:
Perché poi...?
 
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view post Posted on 25/7/2015, 12:58
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Terribile Brigante del West

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CITAZIONE (12Fabio6 @ 25/7/2015, 13:43) 
Non immaginavo che lo stato desse dei contributi alle case editrici...! :huh:
Perché poi...?

Boh, infatti!
Qualcuno ne saprà certamente di più.
E' possibile che si sia trattato di un'operazione una tantum?
 
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view post Posted on 25/7/2015, 13:43
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Re del Delitto

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Secondo me erano misure "strutturali", sistematiche.
Ricordo, qualche anno più tardi, una campagna stampa sanguinosa sulle pagine di Frigidaire contro la giornalista Miriam Mafai, la quale - all'epoca in non so quale organismo statale - si era "permessa" di depennare la rivista dai titoli passibili di finanziamento pubblico... :sm:
Volarono anche denunce e querele, se non sbaglio...
Per dire che probabilmente prender soldi dallo stato era la norma.
Oggi non so, siamo talmente con le pezze al culo che gli "amici" oggetto di regalie vengono selezionati con più attenzione.
 
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masoki
view post Posted on 25/7/2015, 13:52




articolo trovato in rete se può essere utile .....

La questione italiana dei finanziamenti pubblici all’editoria – che ritorna ciclicamente nel dibattito pubblico, e torna fuori ogni volta che si parla della crisi dei giornali – è piuttosto complicata: ci sono varie forme di contributi (diretti, indiretti o tutti e due insieme), qualcuno può riceverli, altri ne sono esclusi, ci sono numerose leggi di riferimento. E ci sono, infine, diverse posizioni sulla loro legittimità o meno: c’è chi vuole abolirli, chi ripensarli e chi lasciarli così come sono. Gli argomenti di chi li pensa necessari si possono, semplificando, riassumere nella difesa della pluralità delle informazioni e delle opinioni, nella conseguente tutela dei giornali più piccoli e nel riequilibrio di una disparità che deriva dagli investimenti pubblicitari. Chi invece vuole abolirli (e il Movimento 5 Stelle si è fatto portavoce di questa richiesta presentando un disegno di legge) sostiene che è un costo troppo oneroso per lo Stato e che il finanziamento non rende libera l’informazione ma al contrario la condiziona.

Esistono due tipi di finanziamento all’editoria. I contributi diretti, distribuiti in base a vari criteri (ci torneremo) e di cui possono usufruire solo alcuni, e i contributi indiretti a cui possono avere invece accesso tutte le testate, purché cartacee.

Quali testate vengono finanziate?
Nella loro forma diretta, i finanziamenti riguardano solo tre tipologie di giornali: i giornali organi dei partiti politici, quelli delle cooperative di giornalisti e quelli delle minoranze linguistiche e che fanno riferimento a «enti morali», quelli cioè per le comunità italiane all’estero. Il loro elenco con relativi importi, è sul sito del governo, nelle pagine del Dipartimento per l’editoria e va dall’anno 2003 all’anno 2012.

Dalle tabelle relative all’anno 2012 risulta che il finanziamento per imprese editoriali è andato a 45 testate tra cui, per esempio: Avvenire (che con € 4.355.324,42 è anche il più finanziato), Europa (€ 1.183.113,76), Il Foglio (€ 1.523.106,65), Italia Oggi (€ 3.904.773,62), Il Manifesto (€ 2.712.406,23), L’Unità (€ 3.615.894,65). Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa, Il Giornale, Il Fatto, Libero e altri tra i maggiori quotidiani nazionali non hanno dunque ricevuto contributi pubblici diretti. Tra chi ha ricevuto contributi in quanto imprese editrici di periodici che risultino esercitate da cooperative, fondazioni o enti morali, ci sono 136 testate: tra quelle che hanno ricevuto i contributi più consistenti ci sono: Famiglia Cristiana (€ 142.069,68), Rho Settegiorni (€ 127.551,95), Quaderni di Milano (€ 139.389,12), Il Giornalino (€ 136.708,56), Il Biellese (€ 121.326,79). Scrive l’Espresso: «La maggioranza dei quotidiani italiani, che rappresentano il 90 per cento del totale delle copie diffuse in Italia, non riceve contributi diretti» e che «solo il 10 per cento delle copie diffuse, attualmente percepisce un contributo pubblico».

I contributi indiretti
I contributi indiretti sono piuttosto difficili da quantificare: per i quotidiani o i periodici che sono classificati nella categoria dei prodotti “stampabili”, che hanno indicato il prezzo di vendita in copertina o in un allegato comprendente anche il titolo e l’indicazione dell’editore, è previsto un regime fiscale agevolato del 4 per cento sul 20 per cento delle copie stampate. Tale regime è detto “monofase” perché corrisposto una sola volta da un solo soggetto: l’editore. E questo per semplicità: tutti i soggetti che intervengono nei passaggi successivi (che sono molti e diversi: distributori, commercianti e rivenditori) e fino alla vendita restano fuori dall’imposta. Se per esempio si stampano 100 mila copie si paga l’IVA al 4 per cento su 20 mila copie e le altre 80 mila sono considerate esenti IVA (i giornali non sono l’unico bene che gode di questo regime agevolato, anzi).

Fino al marzo del 2010 i contributi indiretti comprendevano anche delle agevolazioni postali per la spedizione degli abbonamenti: erano stati previsti nel dicembre del 2003 con il decreto legge n. 353. Il Dipartimento per l’informazione e l’editoria provvedeva a rimborsare Poste italiane della somma corrispondente alle riduzioni complessivamente applicate: tali agevolazioni sono state sospese, ma i rimborsi pregressi dovuti a Poste non ancora estinti. Nel capitolo relativo a “Ricavi e crediti verso lo Stato” della Relazione annuale finanziaria di Poste relativa al 2012 risultano infatti «crediti per circa 251 milioni di euro relativi a Integrazioni tariffarie al settore editoriale». Oltre a quelle postali sono state sospese anche le agevolazioni sul prezzo della carta stabilite in passato in base alle tirature medie.

I contributi diretti e le leggi di riferimento
I contributi diretti consistono invece nell’erogazione diretta da parte dello Stato alle imprese editrici che presentino una serie di requisiti di un contributo – che è in realtà un rimborso perché avviene l’anno dopo sull’anno prima – calcolato in base a diversi parametri (vendite, distribuzione, tiratura, costi o altro). La prima norma organica sul finanziamento pubblico diretto è stata approvata nel 1981 con la legge 416 del 5 agosto. Con numerosi decreti e leggi successivi sono stati precisati o modificati i requisiti per ricevere tali finanziamenti di volta in volta allargando o restringendo – ed è il caso degli ultimi anni – la griglia dei criteri per accedervi. Il risultato dei vari interventi è stato comunque un sistema normativo piuttosto frammentario a cui, in anni più recenti, si è cercato di porre rimedio.

In particolare, è stato emanato un decreto (il 223 del novembre 2010) che ha semplificato la documentazione per accedere ai contributi e il procedimento di erogazione, che ha incluso fra i requisiti una percentuale minima di copie vendute (su quelle distribuite) e ha previsto nuove modalità di calcolo per i contributi diretti, riferite all’effettiva distribuzione della testata (invece che al criterio della tiratura come in passato e che aveva, per così dire, “drogato” il mercato: per ricevere i contributi si potevano stampare le copie necessarie e poi buttarle nel cestino). Inoltre, ha stabilito che in caso di insufficienza delle risorse, i contributi dovessero essere distribuiti in modo proporzionale tra chi ne aveva diritto. Si tratta dell’eliminazione del cosiddetto “diritto soggettivo”: i contributi, da lì in poi, sono stati calcolati non solo in base alle singole e legittime richieste, ma su un meccanismo proporzionale che oltre alle richieste teneva conto dei fondi complessivamente disponibili.

Un ulteriore riordino dei contributi con nuovi criteri di calcolo e liquidazione sono stati stabiliti con il decreto legge n. 63 del 18 maggio 2012 convertito in legge il 16 luglio 2012 (n. 103), quello su cui si basano attualmente i finanziamenti. L’obiettivo dichiarato era:


(…) razionalizzare l’utilizzo delle risorse, attraverso meccanismi che correlino il contributo per le imprese editoriali agli effettivi livelli di vendita e di occupazione professionale.

La legge – che ha notevolmente irrigidito i criteri di finanziamento – è intervenuta in particolare, sui requisiti di accesso ai contributi (artt. 1 e 1-bis); sui criteri di calcolo (artt. 2 e 1-bis) e sulla modernizzazione del sistema di distribuzione e vendita (art. 4).
 
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view post Posted on 26/7/2015, 00:22
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Ragazzo Giallo

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:blink: :wacko:
Molto interessante.
Per me sono soldi rubati agli italiani che pagano le tasse.... Una cifra enorme... :unsure:
 
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