CITAZIONE (Isabella de Frissac @ 4/6/2017, 17:30)
Grazie Recordcomics, colgo il tuo accenno alla censura italiana per scrivere di alcune cose in cui mi ero imbattuta ...
Per quanto riguarda invece la censura del fumetto nero, sarebbe altro discorso lungo di cui non conosco molto, però ricordo una cosa che mi fece sorridere, letta tempo fa nel sito " Lo spazio bianco" e che riporto qui giusto per stemperare un tocco di leggerezza in questo lungo post.
Era un classifica degli eroi e villain peggio vestiti, beh ...al quarto posto faceva bella figura Kriminal con la sua tutina gialla e si diceva che al suo esordio, avrebbero dovuto sequestrare non l'albo ma il costume del protagonista, unica cosa davvero oscena, che lo faceva sembrare una grossa ape pirata e portajella...
Ma grazie a te, ce ne vorrebbero di spunti curiosi e visioni documentate come questa tua...
Dici bene, sarebbe un discorso lungo, sicuramente già affrontato ma la cosa resta interessante perché, a mio parere, sapere quali fossero i limiti del pensiero comune fa capire molto meglio la Storia del costume di un Paese e, di conseguenza, il suo livello di cultura di massa.
Per esempio, tu qui parli del Comics Code, figlio della cultura bigotta wasp a Stelle&Strisce nato già negli anni '40, ma da noi ancora nel 1964, in piena epoca Beat ed alle porte del famigerato '68, si censurava e si sequestrava alla grande...
Censura... anche nei termini siamo incoerenti perché di fatto la censura in Italia non esiste ed il Legislatore parla sempre di
revisione a scopo di tutela. Ma tutela di cosa? Della cultura dominante, del già noto che non può essere messo a repentaglio dal "nuovo", del perbenismo e dell’ipocrisia, di tutto ciò che viene racchiuso sotto la parolina
buon costume, sancita dalla Costituzione con l’articolo 21. E questa furia cieca ed ignorante non riguardava solo i fumetti, per i quali la magistratura milanese incominciò la caccia a Diabolik, Kriminal, Satanik, Demoniak, Sadik e compagnia nera, ma aveva fame di tutti gli aspetti che permettevano di deviare dal "pensiero unico", alla faccia della Democrazia. Come nel caso di Milena Milani, condannata nel 1965 per il suo libro
Una ragazza di nome Giulio o per il noto caso de La Zanzara, il giornalino scolastico del Liceo Classico "Parini" di Milano, incriminato per aver pubblicato un’inchiesta dal titolo "Le ragazze d’oggi", il cui contenuto espresso anonimamente dalle figlie della Milano bene turbò non poche famiglie. Ma il maglio revisionista si abbatte' anche sui dischi, basta citare Carlo Martello di Fabrizio De Andrè o sul cinema, dove l'opera di PPP basterebbe da sola come cartina tornasole per l'intera situazione... ma sto andando OT, I'm sorry.
Il Kriminal di Magnus & Bunker venne sequestrato dopo soli cinque numeri con
Omicidio al Riformatorio, Satanik con il numero 45,
L’isola dei Mostri e gli è andata anche bene perché, a parte le multe e la scocciatura, l'eco mediatica aumentò notevolmente la richiesta degli albi in edicola; altri, come nel caso più recente di Jorge Vacca per l'opera di Miguel Angel Martin, hanno subito il sequestro senza nemmeno arrivare in vendita, grazie ad un'obsoleta legge "fascista" del 1938 che dice che può esistere per le pubblicazioni il sequestro preventivo, perché il tipografo, di ogni cosa che fa deve inviare cinque copie alla questura. Cmq, al termine del processo nel 1967, tutti gli editori degli autori sopra citati furono condannati. Andrea Corno e Fulvio Scocchera, direttori responsabili per Kriminal, Satanik e Sadik, sono stati condannati a sei mesi di reclusione più 800.000 lire di multa.
La Tribuna Illustrata, dedicò nel '66 un ampio dossier a questa storia, presentato da una copertina dove questi personaggi a fumetti erano rinchiusi in prigione (foto di albissim)