Beh, ora penso che posso dire la mia, visto che la storia è "terminata".
Come ho scritto altre volte, non compravo Alan Ford da quasi dieci anni. Cadendo i 50 anni della serie, non potevo esimermi dal riaffacciarmi sul ciclo, se non altro perché i vecchi amori non si scordano facilmente, e volevo condividere con i lettori inossidabili un po' di quell'orgoglio per una tradizione di cui ho fatto volentieri parte per quasi vent'anni.
Ho acquistato il 597, poi lo Speciale del 50° dalla 1000 Volte Meglio, e infine il trittico 600-601-602. Ce n'era abbastanza per ricadere in tentazione, riprendere ad acquistare Alan.
Tentazione passata.
Vedete, io non sono un nostalgico. Su questo forum penso di essere il più giovane che scriverà mai di Alan Ford. Sono nato nel 1976, ho iniziato a leggere Alan nel 1991 (!!!
), scoprendo prima un numero di Piffarerio in un Super Alan Ford Bianco (
La beffa di Clodoveo) e poi in edicola un altro di Perucca,
Desert Blitz. Periodo Magnus recuperato dopo. Storia di Alan Ford studiata dopo, a posteriori e non in diretta.
Penso di essere quindi più flessibile di altri lettori di lunghissimo corso, però avevo due esigenze, penso legittime, dovendo continuare ad acquistarlo: 1)
Che mantenesse qualcosa dello spirito originale e che, cosa ancora più importante, 2)
Raccontasse qualcosa.
Riguardo al primo punto, l'ascesa di
Minuette a coprotagonista (per non dire protagonista) della testata ha fatto
deragliare del tutto l'anima del fumetto, consistente in protagonisti sfigati, grotteschi, poveri o con un rapporto paranoico coi soldi (vedi N.1). E c'era un
tono umoristico marcato: satira in epoca Magnus, slapstick demenziale con Piffarerio, commedia gialla con Perucca negli anni Novanta. Registri diversi, ma il Gruppo TNT reggeva e
traghettava gli esperimenti.
Non ero nemmeno contrario all'apparizione di una donna nel gruppo, fui anche favorevole quando Max fece un sondaggio nelle pagine della posta, ma di certo non sarei mai stato favorevole a una donna bellissima, decisa, senza difetti, che sa fare tutto, che imbarca soldi, che sa come vivere e che lo insegna ad Alan, cancellando il Gruppo TNT!
Mettiamo pure che mi faccia andare bene Minuette, andiamo al secondo punto.
Ho visto proprio l'
idea di narrazione evaporare progressivamente dalle pagine di Alan Ford,
lentamente dopo il n. 350, poi sempre più velocemente dopo il 400. La triade di numeri che ho acquistato ha confermato totalmente la deriva:
quello che mi trovo di fronte mi sembra una sfida vuota, un voler riempire le 240 vignette con un gioco di incastri che arrivi alla fine dell'albo, senza però una voglia di trasmettere...
qualcosa. Una divagazione costante che
nega persino l'attendibilità di quel che leggo, giustificandolo con sogni, allucinazioni, grandine, eclissi, buchi nel muro, abbiocchi, mazzate in capa e chi più ne ha più ne metta. Coinvoglimento nel plot (negato, scomposto) pari a zero, non compensato dall'anima di cui sopra, perduta.
Potrei continuare a comprarlo se facessi mia al 100% la "missione" di Max Bunker, cioè dimostrare di sapere andare avanti con AF a oltranza, lui a scriverlo, io a leggerlo, comprando io l'albo come se pagassi un aperitivo al bar a un amico, indipendentemente da quello che ci diciamo.
Non ci riesco. E non lo dico con la segreta goduria sadica di chi critica sulla rete. Lo dico con estrema malinconia. Sincera.
Chiudo solo dicendo che, ahimè, non credo che un ritorno del Gruppo TNT (ormai ingiustificabile a meno di un reboot) sarebbe una soluzione. Il Gruppo TNT degli anni Novanta era diverso da quello degli esordi, eppure era ancora il Gruppo TNT, più di quello "originale" del 600-601-602, senza bisogno di tornare indietro nel tempo. Non aiuterebbe leggere storie come quella del 600-601-602, in cui i personaggi, che si muovono scimmiottando l'Alan degli anni Settanta, sono
proiezioni di un'allucinazione. Non posso divertirmi o appassionarmi alle vicende di...
fantasmi.